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Ciao Gini, c'eravamo tanto amati

Dall’ovazione dell’Olimpico prima dell’amichevole contro lo Shakhtar ai fischi di delusione con lo Spezia. Wijnaldum ai saluti, Aouar è pronto a sostituirlo

La delusione di Gini Wijnaldum al termine di Siviglia-Roma

La delusione di Gini Wijnaldum al termine di Siviglia-Roma (GETTY IMAGES)

Andrea Di Carlo
07 Giugno 2023 - 08:10

Dall’ovazione di un Olimpico impazzito di gioia ai fischi, copiosi, che hanno sommerso l’annuncio del suo ingresso in campo contro lo Spezia. Dall’idillio e i sogni di metà estate alla fine dell’amore, in una notte di maggio dove si celebrava un senso di unione e appartenenza, di cui lui ha rappresentato invece l’unica nota stonata. 

È finita male la storia di Gini Wijnaldum con la maglia della Roma, iniziata con un entusiasmo tracimante, la folla ad attenderlo a Ciampino e il suo annuncio social dall’alto contenuto virale (lui che esce dalla piscina di Trigoria canticchiando il coro a lui dedicato), che rimane forse l’unica vera traccia tangibile della sua esperienza in giallorosso. Non può essere accantonato, all’interno di una valutazione generale, il grave infortunio che nella notte del 21 agosto gelò il sangue di milioni di tifosi giallorossi. La rottura della tibia in allenamento, la lunga riabilitazione, in gran parte anche in Olanda, dove ha cercato prima di tutto di metabolizzare il colpo e poi di tornare fisicamente a posto. Ma il Gini Wijnaldum dei bei tempi a Roma non s’è mai visto, quel giocatore in grado di dominare in campo europeo e guidare il centrocampo del Liverpool verso diversi trofei, all’Olimpico s’è visto solo in piccola parte, per il rammarico di tutti, dal club ai tifosi. Potevano esserci anche i presupposti per darsi un’altra opportunità, riprovarci insieme ma è arrivata la fatale notte di Budapest a chiudere ogni discorso.

La rottura
Oltre 145 minuti di gioco in una notte storica per il club giallorosso. I giocatori in campo hanno dato tutto, cercando di portare a Trigoria un trofeo di altissimo livello. Tutti, tranne uno: Wijnaldum. Questa è stata la percezione che si ha avuto dal campo, questa è stata soprattutto la percezione che hanno avuto i milioni di tifosi presenti o sintonizzati su quanto stesse andando in scena alla Puskas Arena. E la resa dei conti è arrivata prima sui social network (diversi insulti e critiche sul suo profilo Instagram) e poi all’Olimpico, nella sfida contro lo Spezia.

Pioggia di fischi
L’ingresso nell’ultima partita di campionato è stata la cartina tornasole che forse serviva anche a Pinto per regolarsi sul suo futuro. 
I fischi che hanno accompagnato il suo ingresso in campo non sono passati inosservati, copiosi e severi a sottolineare la presenza dell’olandese  sul manto erboso.
 A nulla è servito l’assist per El Shaarawy, che ha portato poi il Faraone a guadagnarsi il rigore decisivo, trasformato poi da Dybala. Anche sotto il post di ringraziamento condiviso  dal centrocampista olandese sono arrivate diverse critiche dai parte dei tifosi, ma anche messaggi colmi di delusione: “Ci aspettavamo tanto da te, ciao Gini”.

Titoli di coda
Con Aouar promesso sposo e un ingaggio importante da gestire, il futuro di Wijnaldum tornerà a prender forma all’ombra della Tour Eiffel, salvo sorprese o nuove formule di prestito in grado di soddisfare i criteri economici della Roma, alle prese con il FFP e un piano di rafforzamento che la vede impegnata anche su altri reparti. Rimarrà, in tal caso, il rammarico di aver visto uno dei centrocampisti più forti degli ultimi anni vestire i panni della meteora. Adieu Gini.

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