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Dopo il gol alla Samp

Il Faraone e i suoi tesori: El Shaarawy è il jolly di Mourinho

L'attaccante giallorosso di nuovo protagonista. Non solo gol, ma anche tanto spirito di sacrificio. Così è diventato una pedina fondamentale per lo Special One

Stephan El Shaarawy dopo il gol alla Sampdoria

Stephan El Shaarawy dopo il gol alla Sampdoria (GETTY IMAGES)

06 Aprile 2023 - 07:00

"Grande gol! Grande gol! Grande gol!": le immagini del commento di Mourinho al gol di El Shaarawy contro la Sampdoria hanno fatto il giro del web, complice il breve video postato dalla Roma sui suoi account social. L’apprezzamento dello “Special One” rende l’idea del bel gesto tecnico del Faraone, bravo a sfruttare con un colpo di biliardo l’ottimo assist di Solbakken. Ma, al netto del gol (ininfluente ai fini del risultato), siamo pronti a scommettere che il portoghese abbia gradito l’intera prestazione di Stephan, ancora una volta prezioso per gli equilibri dello scacchiere giallorosso. 

Domenica scorsa, contro i blucerchiati, El Shaarawy è tornato nel ruolo che gli è più congeniale, quello di ala sinistra nel 4-2-3-1: partendo quasi dalla linea laterale, il numero 92 ama puntare l’uomo, accentrarsi e tentare l’assist o la conclusione a giro con il suo piede preferito, il destro. Nell’ultimo anno e mezzo, complici i dettami tattici di Mou, lo ha fatto poco: l’allenatore lo ha reinventato esterno a tutta fascia nel 3-4-2-1 (o nel 3-5-2); una soluzione dettata dalla necessità, ma alla quale l’ex milanista si è ben presto adattato, interpretando il nuovo ruolo con abnegazione e tanta, tanta generosità. Di recente il tecnico lo aveva utilizzato come trequartista nel 3-4-2-1: a La Spezia, ad esempio, in coppia con Dybala alle spalle di Abraham, e Stephan aveva risposto con un gol. Non che ci sia bisogno per forza di avvicinarlo alla porta, per far sì che segni: le reti contro Napoli e Real Sociedad sono arrivate giocando come esterno mancino. Chiaro, però, che la posizione più avanzata lo faciliti.

D’altro canto, non è soltanto per i gol che Stephan è diventato pian piano una pedina sempre più importante per Mourinho: al portoghese piacciono la mentalità e lo spirito di squadra del trentenne di origini egiziane, che fin dal primo giorno con José ha lavorato a testa bassa, con la voglia di migliorare per ritagliarsi uno spazio sempre maggiore. C'è riuscito già nella passata stagione, adattandosi e offrendo il suo contributo sia in termini realizzativi, sia nella fase difensiva; si sta confermando anche quest’anno, con 5 gol (gli stessi di Pellegrini: hanno fatto meglio solo Dybala e Abraham) e 2 assist, ma soprattutto con un grande senso di appartenenza che lo spinge a dare il massimo per questa maglia. La maglia per indossare di nuovo la quale il Faraone ha rinunciato a un contratto faraonico per davvero.

Contro la Samp ha festeggiato con un gran gol la presenza numero 220 in maglia giallorossa: ora Stephan è a metà strada tra due brasiliani, Cafu (218 gettoni) e Amantino Mancini (222) nella classifica dei calciatori con più presenze nella storia del club in gare ufficiali. Poco più su ci sono due leggende come Ancelotti (227) e Ferraris IV (231), giusto per rendere l’idea. Il Faraone è attualmente 34esimo in questa speciale classifica, ma non intende certo fermarsi qui: già a Torino spera di incrementare questa statistica, guadagnandosi la conferma dal primo minuto. Con la doppia sfida di Europa League all’orizzonte, la Roma è attesa da cinque partite in 17 giorni: un mini-ciclo che richiederà l’apporto da parte di tutti gli elementi della rosa. El Shaarawy compreso: ai tifosi e a Mourinho piacciono molto i tesori del Faraone.

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