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Mou non cambia: la difesa e Cristante restano intoccabili

Trovate nuove risorse nelle ultime settimane. Ma Mou ai suoi fedelissimi rinuncia soltanto se costretto: Bryan in campo in ogni gara, Rui e i centrali i più utilizzati

Bryan Cristante in campo contro il Salisburgo

Bryan Cristante in campo contro il Salisburgo (GETTY IMAGES)

27 Febbraio 2023 - 08:21

Se il ventaglio delle scelte a disposizione di José Mourinho si è improvvisamente aperto oltre le aspettative, la base resta quella di sempre. Solida e difficilmente modificabile. Il prossimo impegno contro la Cremonese ne intaccherà la costanza, ma esclusivamente per cause di forza maggiore: uno dei perni della squadra, Chris Smalling, sarà costretto a saltare la gara per squalifica, cambiando un terzo del pacchetto arretrato.

E non è un caso che proprio dalla difesa arrivino i giocatori più presenti dell’intera rosa in termini di minutaggio, fra campionato e coppe: l’inglese è il primo fra quelli di movimento (più di lui soltanto Rui Patricio, 2.880’, che per estensione può comunque essere inglobato nel reparto) con 2.760’. Subito dietro all’ex United Roger Ibañez, con 2.745’. E a completare il podio Gianluca Mancini, che di minuti in campo ne ha collezionati 2.667. L’intesa fra i tre che sta fruttando gli ottimi numeri della Roma in fase di contenimento va ricondotta a questi numeri. Se in passato era “la spina dorsale” quella intoccabile, fra portiere, difensore centrale, mediano, trequartista e centravanti; nel corso di questa stagione le condizioni non sempre perfette di Pellegrini e Abraham hanno spostato l’asse più dietro. Coinvolgendo appunto la prima parte di formazione, che ormai viene recitata a memoria come fosse una squadra degli Anni 80 (Rui, Mancini, Smalling, Ibañez è quasi un’immutabile filastrocca). Ma non solo.

Fra i fedelissimi dello Special One rientra a pieno titolo anche Bryan Cristante, fermo (si fa per dire) a 2.623 minuti disputati, appena dietro i tre centrali nella classifica interna, ma finora unico elemento sempre utilizzato. Portieri compresi. In ogni partita di qualsiasi competizione, Mou ha comunque schierato il numero 4. A volte (poco frequenti) sostituendolo, ma in sole due occasioni mandandolo in campo a partita in corso (in quella interna di Europa League con il Ludogorets e in Coppa Italia contro il Genoa). Ulteriore sintomo del peso di un giocatore troppo spesso sottovalutato e che invece non ha mai fatto mancare il proprio contributo, anche se lontano dai riflettori. È anche nel lavoro oscuro di Cristante (dall’occupazione degli spazi a protezione dei compagni, all’ostruzione delle linee di passaggio avversarie) uno dei motivi dell’alto rendimento difensivo.

E per un tecnico come Mourinho, abituato a costruire le proprie squadre su solidità e compattezza, un centrocampista con caratteristiche simili rappresenta una certezza più che un’opzione. Anche perché alle doti tattiche si uniscono quelle temperamentali e di estrema disponibilità al sacrificio. Le stesse che hanno portato Cristante a essere scelto da tutti e quattro gli allenatori avuti alla Roma, diversissimi fra loro ma concordi nel ritenerlo un perno. Le 208 presenze in giallorosso in cinque stagioni (non ancora completate) stanno lì a testimoniarlo.

Che le attuali rotazioni possano contare su un numero molto più alto di elementi affidabili è evidente da qualche settimana. E l’ingresso a pieno regime di Wijnaldum allargherà le soluzioni di alto livello. Ma al netto di noie fisiche e squalifiche, gli intoccabili di Mourinho restano Bryan e i difensori.

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