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La partita

La Roma regala la Coppa: ko con la Cremonese, i giallorossi sono fuori

Kumbulla e Celik agevolano il doppio vantaggio agli ospiti, poi Belotti accorcia ma solo nel recupero. A fine partita dai 60.000 arrivano i fischi

Lorenzo Pellegrini chiede scusa ai tifosi sotto la Curva Sud

Lorenzo Pellegrini chiede scusa ai tifosi sotto la Curva Sud (GETTY IMAGES)

02 Febbraio 2023 - 09:20

Incredibile a dirsi, e pure a scriversi, e pure a guardarsi, ma in semifinale di Coppa Italia ad affrontare la Fiorentina andrà la Cremonese e non la Roma, eliminata da una competizione che mai come quest’anno si stava aprendo al passaggio dei giallorossi, viste le sorprendenti eliminazioni nella stessa parte del tabellone, ma agli ottavi, di Milan e Napoli. Così adesso sono i viola ad aver la strada spianata per la finale del 24 maggio all’Olimpico, a patto però di non sottovalutare gli avversari come hanno fatto il Napoli prima e la Roma poi.

Anche Mou alla fine ha le sue colpe, per aver mandato in campo una squadra inadeguata nel primo tempo anche se indotto nell’errore dai suoi “colleghi del dipartimento medico”: «Paulo, Tammy, Nemanja e Chris sono un po’ a rischio», l’insinuante sospetto che gli ha consigliato di partire con altri giocatori, portandosi in panca gli uomini che negli auspici nella ripresa avrebbero potuto riprendere anche il primo tempo più ostico possibile. Ma nessuno poteva pensare che invece gli uomini prescelti avrebbero preso sottogamba la gara da giocare forse il più brutto primo tempo della stagione.

La Roma infatti la partita se l’è complicata da sola, forse anche al di là delle scelte di Mourinho che ha mandato in campo quattro giocatori non adusi alla titolarità (il disastroso Kumbulla, l’incerto Tahirovic, l’evanescente Volpato e il fantasma di Belotti) tenendo fuori per l’appunto pezzi grossi come Smalling, Matic, Abraham e soprattutto Dybala. Ma contro la Cremonese 2, concentrata più sul campionato che su questa Coppa Italia viste le scelte di Ballardini che ha tenuto fuori  Carnesecchi, Valeri, Ciofani e Okereke, sarebbero potuti bastare anche loro, e invece il primo tempo ha fornito un’altra versione della realtà: perché la Roma ha praticamente tirato in porta una sola volta, ma addosso a Sarr, proprio con Tahirovic servito nello spazio da un bel tracciante di Cristante, e per il resto ha dato di sé una versione tremolante e incerta che mal si è conciliata con la squadra tosta e aggressiva vista tre giorni prima al Maradona con i futuri campioni d’Italia.

Che cosa è accaduto? Impensabile dar la colpa alla vicenda Zaniolo, che comunque ha tenuto banco ieri per tutta la giornata fino all’epilogo della lettera del giocatore ignorata peraltro dalla società e persino dall’Olimpico (un solo striscione, nella zona dei Fedayn: “Per noi indossare quella maglia vuol dire onorarla. Per noi baciare quella maglia significa non tradirla. L’As Roma è sacra”), più facile pensare ad una serie di concause: lo scarso tasso di personalità messo in campo con i tanti ragazzi schierati tra i titolari, l’incertezza tecnica di qualcuno unita al tremolio delle gambe di qualcun altro, l’errore clamoroso di Kumbulla che ha aperto il campo all’uno contro uno di Dessers con Rui Patricio (da cui l’intervento da rigore del portoghese che pure aveva tentato di ridurre la superficie d’impatto con il belga di origini nigeriane) e il nervosismo che piano piano ha preso a serpeggiare (incomprensibile Mancini che va a farsi ammonire per protestare con l’arbitro per l’esultanza provocatoria di Dessers dopo aver piazzato il rigore del vantaggio, quando Fabbri aveva già sanzionato l’attaccante della Cremonese), tutto ha contribuito a complicare la serata. Niente poteva far pensare ad una difficoltà tattica, almeno non la Roma gagliarda e tosta vista a Napoli.

Forse le scelte di Mourinho hanno autorizzato qualche giocatore non troppo focalizzato a pensare che si trattasse di un impegno non così complicato. Nel 3421 di partenza, Volpato ha provato con scarsi risultati a fare il Dybala, Pellegrini è sembrato ancora la brutta copia di se stesso e Belotti ha azzeccato l’unico tiro al 94’, troppo tardi. In mezzo Cristante ha dovuto far la balia a Tahirovic, dietro un trio degli orrori: Mancini che ha litigato con tutti fino all’inevitabile cambio, Kumbulla che ha giocato con la Cremonese, Ibañez che è sembrato giocare con i piedi montati al contrario. Intuita la gravità della situazione, Mourinho è sceso negli spogliatoi con uno dei suoi tattici due minuti prima del fischio di fine primo tempo, per ridisegnare tutta la squadra. E al rientro in campo ha presentato una formazione rinnovata per quattro undicesimi, con Smalling, Matic, Dybala e Zalewski al posto di Mancini, Kumbulla, Volpato e Cristante, per un 4231 a trazione anteriore con Zalewski terzino, Pellegrini dietro Belotti, Dybala a destra ed El Shaarawy a sinistra. Poi al 12’ ha tolto pure Tahirovic (incomprensibile la scelta di tenerlo in campo ad inizio secondo tempo) per far posto ad Abraham per uno sbilanciatissimo 424, quando però ormai i buoi erano scappati, perché al 3’ della ripresa, non pago delle altre incertezze, Celik aveva deciso di buttarsi da solo alle spalle il pallone del raddoppio, dopo un’azione ficcante degli ospiti che era stata conclusa però da un destro sbilenco di Pickel destinato fuori, e rimesso però in porta dal turco. Incredibile. 

Gongolava Ballardini a bordo campo, reduce dalla vittoria al Maradona contro il Napoli al turno precedente e adesso pronto a tirare questo scherzo anche alla Roma, in una parte di tabellone che oltre agli azzurri ha visto andar fuori anche il Milan per mano del Torino, ieri poi fatto fuori nel pomeriggio dalla Fiorentina. Perfetta la Cremonese, perfino nei cambi di inizio secondo tempo: fuori l’inconsistente Felix e il già ammonito Dessers, preso di mira da Mancini e magari a rischio espulsione. Il nervosismo ha dilagato, Ballardini ha poco sportivamente rimesso in campo un pallone messo fuori da un romanista a gioco fermo, Mourinho è andato fin nella sua area tecnica per rimproverarglielo, inevitabile l’ammonizione per tutti e due.

Dopo un’ora è cominciata un’altra partita, con la Roma che all’improvviso si è accesa e ha cominciato ad attaccare con maggior convinzione verso la porta di Sarr (ammonito solo al 36’ per comportamento non regolamentare dopo aver perso tempo ad ogni rimessa dal fondo). Al 16’ della ripresa Ibanez ha impattato bene di testa una punizione di Pellegrini, ma la conclusione è terminata fuori di poco. Due minuti dopo Pellegrini ha azzeccato una bella mezza rovesciata su imbeccata di Celik, bravo Sarr a deviare in corner. Al 20’ ci ha provato Belotti, alta anche la sua deviazione. Al 23’ è stata invece la volta di Dybala, su punizione deviata a spiazzare il portiere, ma poi rotolata in corner. Ballardini ha inserito anche Benassi e Ciofani per Pickel e Tsadjout. Al 26’ la Roma ha costruito la miglior azione per dimezzare lo svantaggio, con Belotti servito perfettamente in area da El Shaarawy, sul controllo precario ha scaricato per Smalling a centro area, ma l’inglese ha svirgolato la conclusione quando il gol sembrava ormai fatto. Al 32’ è stata la volta di Abraham a presentarsi da solo davanti a Sarr, ha aperto il piatto e colpito il palo interno, ed il rammarico degli oltre 60.000 tifosi (altro pienone inspiegabile, di mercoledì, con la Cremonese, con questo freddo) è stato mitigato dal fuorigioco sanzionato dall’assistente di Fabbri, Tolfo: peccato che poi a rivedere il replay la posizione di Tammy è sembrata buona.

Chiaro che a questo punto anche la fiducia del più ottimista tra i tifosi abbia preso a barcollare, come la pazienza di Foti, espulso per la solita plateale protesta. Al 35’ Benassi ha provato a segnare di tacco per materializzare se possibile un’umiliazione ancor più profonda, ma Rui Patricio ha parato. Subito dopo una palla persa dalla Cremonese ha aperto le porte addirittura ad un contropiede 4 contro 4, sprecato da Pellegrini. Il capitano ci ha provato di sinistro anche un minuto dopo, tiro troppo fiacco. Al 90’ la Cremonese ha sprecato l’occasione del 3-0 su un altro errore di Celik, al 91’ Matic ha scaricato all’indietro per Dybala che ha mandato alto il suo sinistro. È sembrato il sigillo sulla serata anche se invece al 94’ Belotti ha ricevuto in area un passaggio di Abraham, e dopo un controllo volante ha calciato forte in diagonale cogliendo l’angolino alla destra di Sarr.

Per un attimo centinaia di tifosi che stavano lasciando lo stadio sono stati richiamati dall’ultimo ruggito della Sud, per un attimo la Roma ci ha creduto e si è rovesciata in avanti per vivere gli ultimi 80 secondi di speranza: e quando Dybala è stato fermato con un tocco d’anca malandrino ai più è parso di vedere una manina maliziosa spuntare dal nulla, ma il Var Mazzoleni è rimasto silente, come per tutta la gara. Era il sipario, per la Cremonese è partita la festa, per i giocatori della Roma, raccolti e sbigottiti sotto la Sud, sono arrivati gli inevitabili fischi. Altro che autostrada per la finale, la Roma è uscita al primo casello. Avanti va la Cremonese.

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