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La partita

Brutto esordio della Roma in Europa League: in Bulgaria vince il Ludogorets

Su un campo quasi impraticabile i giallorossi vanno sotto a 15 minuti dal termine, Shomurodov pareggia nel finale, subito dopo Nonato spegne la luce

Il gol di Shomurodov al Ludogorets

Il gol di Shomurodov al Ludogorets (As Roma via Getty Images)

09 Settembre 2022 - 09:30

Se tutto va bene, ora la Roma sarà costretta a giocarsi il primo posto del girone C nel doppio confronto col Betis Siviglia (ieri corsaro ad Helsinki) nelle due gare di mezzo del calendario di questo gruppo di Europa League, cominciato nel peggiore dei modi con la sconfitta in Bulgaria con i campioni del Ludogorets. Risultato davvero pesante e inatteso, soprattutto perché la Roma ha spinto davvero sull’acceleratore solo dopo lo svantaggio, arrivato peraltro a metà del secondo tempo quando sembrava chiara l’inerzia favorevole di un match brutto che comunque per numero di occasioni la Roma si stava a poco a poco meritando. E invece prima ha colpito Cauly, entrato come un coltello nella burrosa difesa romanista, e poi, quando Shomurodov all’86° aveva rimesso le cose a posto con un colpo di testa favorito da uno splendido assist di Pellegrini, è toccato al neoarrivato (in campo ma anche nella rosa dei bulgari) Nonato a decretare la sconfitta a cui la Roma ha provato a ribellarsi con 6 rabbiosi minuti di recupero, nei quali ha sfiorato il pari ma anche rischiato di prendere il 3° gol.

Indubbiamente il campo davvero indecente per una competizione di queste pretese (e per una squadra di grandi disponibilità economiche che domina in Bulgaria addirittura da 11 anni) ha inciso sulla qualità del gioco, anche perché la Roma è ormai solita regalare i primi minuti agli avversari, come se si ritrovasse sempre sorpresa dal loro modo di stare in campo: così al 4° minuto Despodov si è ritrovato addirittura da solo davanti all’esordiente Svilar, avendo sfruttato a perfezione uno sbilanciamento romanista a metà campo ed essendo scivolato alle spalle di Mancini (con Celik molto più alto) nello scatto a campo aperto, col difensore giallorosso in difficoltà nella rincorsa, forse anche per la precarietà degli appoggi del campo assai scivoloso. Per fortuna, l’ex cagliaritano (5 anonime presenze tra il 2019 e il 2020) al cospetto del portiere ha preferito tentare un ardimentoso assist sul secondo palo per l’accorrente Tekpetey, in ritardo di quella frazione di tempo utile a salvare la porta romanista.

Per qualche minuto, insomma, i verdi di casa sono sembrati maggiormente a loro agio sul campo, col loro 4231 che garantiva una certa superiorità numerica offensiva con gli esterni romanisti sempre alti, e con la scelta di spostare a sinistra la catena solitamente di destra col terzino Cicinho e per l’appunto l’esterno alto Despodov, per attaccare dalla parte di Celik, Cristante e Mancini. Ma il progetto di Simundza si è poi arenato di fronte allo spessore tecnico maggiore messo ad un certo punto sul tavolo dalla Roma, con il centrocampo che ha preso a funzionare bene in fase di possesso, e il movimento offensivo di Dybala e Pellegrini a far trovare sempre linee di passaggio giocabili per ogni sviluppo.

Niente di particolarmente incisivo, sia chiaro, ma insomma le occasioni per la Roma ad un certo punto sono fioccate. Citiamo dal taccuino: all’8° Verdon ha toccato Pellegrini in area sul piede di appoggio senza neanche sfiorare il pallone, ma l’arbitro inglese Pawson come da tradizione non si è impressionato e il suo collega England (si chiama proprio così) al Var non lo ha richiamato. Al 12° ci ha provato Pellegrini su assist di Matic, facile la presa dell’olandese Padt. Al 35° uno schema su punizione tra Dybala, Cristante e Pellegrini ha portato il capitano al tiro, deviato in corner. E da lì in un minuto sono arrivate tre occasioni di rilievo per la Roma: sul primo angolo Belotti ha spizzato sul secondo palo per Pellegrini, che ha controllato e tirato addosso a Padt, sul successivo corner di Dybala Mancini ha deviato di testa dal primo palo e ha colto il palo opposto, col portiere battuto. E subito dopo Dybala ha tentato un dribbling complicato in area anche per la precarietà dell’equilibrio, poi è intervenuto Pellegrini che col destro a giro ha sfiorato l’incrocio dei pali. E al 38° una punizione da più di trenta metri respinta ha portato Dybala a coordinarsi col destro, ma la traiettoria di rimbalzo sul terreno ha colpito in faccia Nedyalkov.

A un primo tempo sostanzialmente povero di episodi ha fatto seguito poi una ripresa che per un po’ è sembrata incalanarsi verso un arido 0-0, ma che nella seconda parte del tempo si è improvvisamente animata. Se, peraltro, nella prima parte c’era una squadra che pareva destinata a spegnersi, questa era il Ludogorets. I bulgari infatti si sono progressivamente abbassati sul campo, mentre la Roma pareva accontentarsi del maggior possesso palla. Al 2° Dybala ha trovato Pellegrini con l’unico sprazzo da campione della partita, ma il capitano ha provato un pallonetto sul rimbalzo di prima che però è ridisceso oltre la traversa. L’argentino ci ha provato in proprio al 12°, calcolando male la misura. Per ridestare un po’ l’entusiasmo Mou ha provato a variare qualcosa con i pochi cambi a disposizione in panchina (appena nove): dentro Shomurodov per l’impalpabile Belotti e Spinazzola per il timido Celik, con Zalewski spostato a destra. Al 24° Pellegrini ha calciato di poco alta sulla traversa una punizione da fuori e al 26° Simundza ha azzeccato il primo dei suoi cambi, inserendo il vivace Rick per Despodov: e un minuto dopo Cauly è partito dritto sulla trequarti non trovando alcuna opposizione tra i giallorossi, con Cristante morbido alle spalle, Smalling davanti più preoccupato di chiudere l’eventuale assist che la conclusione e Mancini a seguire fino in fondo il taglio di Tiago. Il risultato è stato che Cauly è arrivato da solo davanti a Svilar e l’ha battuto con destrezza. Nell’impeto Tekpetey ha trovato un altro varco e ha fatto tremare di nuovo la retroguardia giallorossa, ma stavolta Cauly è stato impreciso.

Vista la malaparata Mourinho ha dato fondo ad ogni possibile risorsa offensiva, chiamando in causa Bove (per Cristante), Volpato (per Mancini) e Camara (per Matic), rinunciando a un difensore a vantaggio di un trequartista. Un solo cambio per Simundza, e sarà decisivo: dentro Nonato per Cafumana. La Roma si è gettata all’attacco: al 37° ci ha provato Pellegrini, ma il suo tentativo è stato deviato in angolo e sul corner Camara si è trovato sul destro la palla per il pareggio, ma il tiro è stato respinto sulla linea da Verdon, sul proseguimento dell’azione ancora il guineano ha crossato bene dal fondo di sinistro trovando Volpato sul palo più lontano pronto a colpire di testa, ancora respinto. E ancora sul corner stavolta è stato Pellegrini a trovarsi sulla testa il pallone del pareggio, ma quasi sorpreso dall’opportunità Lorenzo ha girato la palla direttamente fuori.

E quando sembrava cogliersi l’avversità del destino è arrivato il pareggio, al 41°, grazie a una bella verticalizzazione di Bove per Pellegrini che dal fondo ha alzato un cioccolatino per Shomurodov che solo, a centro area, ha avuto persino il tempo di prendere la mira e piazzare la palla in porta senza che il portiere, preso in controtempo, potesse organizzare un tentativo di opposizione. E proprio sul più bello, quando per l’inerzia qualche inguaribile ottimista ha pensato che fosse persino rimasto il tempo per provare a vincerla, la Roma si è fatta trovare ancora impreparata su un’altra ripartenza, Rick ha avuto campo libero a destra e ha servito in area proprio Nonato che ha finto un primo destro, ha fatto sedere Ibañez e poi ha colpito in diagonale per il 2-1 definitivo, nonostante qualche assalto finale nei sei minuti di recupero, un contatto sospetto su Dybala in area e un paio di rischiosi contropiedi bulgari.

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