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Seconda Parte

Roma, storia di un'annata memorabile: chiusura di 2021 con alti e bassi e una doccia fredda non ci fermano

Corsa sotto la Sud per Mou alla sua millesima panchina. Travolti a Bodø, ma primi nel girone di Conference. Da parte degli arbitri errori e orrori uno dopo l’altro

L'esultanza di Abraham sotto il settore romanista nella sfida contro l'Atalanta (As Roma via Getty Images)

L'esultanza di Abraham sotto il settore romanista nella sfida contro l'Atalanta (As Roma via Getty Images)

05 Giugno 2022 - 18:30

Ci eravamo lasciati con la Roma di Mourinho che inanellava quattro vittorie nelle prime quattro partite stagionali. Dopo la sosta, i giallorossi riprendono lo stesso copione in una partita dal sapore Special per il tecnico portoghese: la gara casalinga col Sassuolo rappresenta infatti la sua millesima panchina da capo allenatore in carriera; prima della gara, José finge noncuranza, ma si smentirà da solo al 91'. La partita è inchiodata sull'1-1 dopo i gol di Cristante e Djuricic, con Rui Patricio chiamato in più di una circostanza a respingere gli assalti dei neroverdi di Dionisi. Nel recupero El Shaarawy, entrato nella ripresa, indovina uno dei suoi tiri a giri e segna il 2-1 che fa esplodere l'Olimpico, e non solo. Anche Mourinho, per scaricare adrenalina e tensione di un match così importante per lui, parte con un pugno al cielo in stile Superman e corre sotto la Curva Sud per festeggiare con i suoi giocatori. «La verità - dice nel post-partita - è che ho detto una bugia: ci tenevo tanto a vincere».

Primo ko e tanti torti

Dopo aver debuttato nel migliore dei modi nel girone di Conference League (5-1 al CSKA Sofia, ancora una volta con Pellegrini sugli scudi), a Verona la Roma incassa la prima sconfitta stagionale: determinante un blackout di un quarto d'ora circa, durante il quale Barak, Caprari e Faraoni firmano il 3-2 in favore dei gialloblù, appena passati nelle mani di Tudor dopo l'esonero di Di Francesco. Ci rifacciamo subito nel turno infrasettimanale battendo 1-0 l'Udinese con gol di Abraham alla vigilia del derby, ma è proprio contro i friulani che gli arbitri cominciano a prendere abbagli con noi: sarà un triste leit-motiv di tutta la stagione, quanto meno in campionato. Nello specifico, con l'Udinese Pellegrini viene espulso dopo una presunta gomitata (che in realtà è un normale scontro aereo) ed è costretto a saltare la sfida con la Lazio. Altra gara, questa, in cui subiamo torti: a Zaniolo non viene fischiato un rigore solare per fallo di Hysaj, e sul capovolgimento di fronte Pedro sigla il 2-0. Nella ripresa, Guida e il Var graziano Leiva, che meriterebbe il rosso per una gomitata a Cristante. Perdiamo 3-2 e Mou nel dopo-gara non le manda a dire: «Arbitro e Var non sono stati all'altezza di questa partita: l'arbitro perché ha sbagliato in campo, e il Var evidentemente era a Coverciano. Abbiamo dominato e meritavamo di vincere, ma l'arbitro ha influenzato il risultato». Sarà solo uno dei tanti (sacrosanti) sfoghi del portoghese.
Anche perché venti giorni più tardi, il 17 ottobre, nella sfida a Torino contro la Juventus va in scena un vero e proprio teatro dell'assurdo. Abraham e compagni vengono da due successi consecutivi (3-0 in Ucraina con lo Zorya e 2-0 sull'Empoli), ma il signor Orsato di Schio ne combina di tutti i colori. Prima convalida il vantaggio bianconero di Kean, nonostante un evidente fallo di mano di Cuadrado nello sviluppo dell'azione; quindi fischia un rigore alla Roma mentre Tammy segna, non concedendo il vantaggio: sul dischetto va Veretout e Szczesny para, ma al momento del tiro del francese Chiellini è ampiamente all'interno dell'area, perciò il penalty avrebbe dovuto essere ripetuto. Oltre al danno della sconfitta con torti così evidenti, anche la beffa: a Cristante che chiede spiegazioni durante l'intervallo, il fischietto veneto replica «il vantaggio su rigore non si dà mai (falso: il regolamento dice il contrario, ndr). Mica è colpa mia se avete sbagliato il rigore».

Una severa lezione

Quattro giorni dopo, la Roma si reca in Norvegia per affrontare il Bodø/Glimt: Mou effettua un ampio turnover, anche perché teme che il campo sintetico possa portare a qualche infortunio, ma la gara è un autentico incubo a prescindere dall'undici titolare. Perdiamo 6-1, un ko durissimo, dopo il quale il tecnico non fa sconti: «La colpa di questa sconfitta è mia: ho voluto dare fiducia a chi gioca meno, ma evidentemente la loro squadra è più forte di quella che ho mandato in campo io. Sapevo dei nostri limiti, ma mi aspettavo una risposta migliore da parte di alcuni calciatori». Non è un caso se alcuni degli elementi schierati titolari quel giorno (Reynolds, Calafiori, Villar e Mayoral) verranno ceduti a gennaio senza troppi rimpianti.
La squadra si rialza in campionato: prima fermiamo sullo 0-0 il Napoli che veniva da otto vittorie consecutive in Serie A, poi otteniamo un prezioso successo in rimonta a Cagliari (2-1). Prosegue una serie di alti e bassi: perdiamo 2-1 in casa col Milan, e anche in questo caso l'arbitro Maresca è protagonista, con un rigore inesistente dato al Milan e due negati a noi. Mourinho commenta con un laconico: «Non parlo, altrimenti mi squalificano e non posso essere in panchina alla prossima». Torti arbitrali anche in Europa, nel 2-2 contro il Bodø/Glimt all'Olimpico, ma con i norvegesi avremo modo di rifarci più in là. Direzione di gara discutibile - volendo usare un eufemismo - pure a Venezia, dove una Roma in vantaggio per 2-1 e in totale controllo si vede affossata dalle scellerate decisioni di Aureliano: assegna un rigore (inesistente) ai padroni di casa, ignorando un evidente fallo su Ibañez sulla stessa azione, e i giallorossi perdono 3-2. Quella del Penzo è la prima gara in cui Mourinho fa ricorso alla difesa a 3, disegnando i suoi con un 3-5-2 che poi porterà avanti fino al termine della stagione.

Tammy spicca il volo

Il 21 novembre, a Marassi, contro un Genoa con l'acqua alla gola l'uomo-copertina è il giovane Felix Afena-Gyan: mandato in campo a 20' dalla fine, il ghanese a cui Mourinho aveva già concesso uno spezzone col Cagliari segna la doppietta che vale i tre punti. In premio, riceve dallo "Special One" un costoso paio di scarpe che il tecnico gli aveva promesso. Ma tra novembre e dicembre a conquistare i riflettori è Tammy Abraham, che comincia a segnare con continuità: doppietta nel 4-0 allo Zorya Luhansk, poi gol-vittoria all'Olimpico contro il Torino. Seguono due passi falsi contro Bologna (0-1) e Inter (0-3), ma il 9 dicembre a Sofia contro il CSKA conquistiamo il primo posto nel girone di Conference, che ci garantisce l'accesso diretto agli ottavi. Vinciamo 3-2 e scavalchiamo il Bodø/Glimt, fermato sul pareggio dallo Zorya. Smalling e Ibañez firmano la vittoria sullo Spezia, a cui fa seguito la miglior partita della Roma di Mou nella prima parte di stagione: arriva a Bergamo, il 18 dicembre, con i giallorossi che strapazzano 4-1 l'Atalanta; segnano Abraham (doppietta), Zaniolo e Smalling, che interrompono un digiuno di vittorie contro le big che mancava da 19 mesi. «Aggiorniamo le statistiche - dice Mou dopo la partita - Sono venti minuti che non battiamo una grande». L'anno si chiude con un pizzico di rammarico per il pareggio casalingo contro la Sampdoria (1-1, Shomurodov e Gabbiadini), ma pochi - forse nessuno - immaginano ciò che il 2022 sta per riservarci...

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