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Spiegarlo non è facile

Luca Di Bartolomei: "Quelle lacrime in motorino dopo la Coppa"

"Un ciclo può essere chiuso e un nuovo cammino aperto. Ci dovete altri vessilli, ragazzi: ce li meritiamo. Io, ma soprattutto i milioni di Agostino che in silenzio vivono di amore per voi"

31 Maggio 2022 - 08:46

Pubblichiamo per gentile concessione di Luca Di Bartolomei il post scritto sui vari social network, sui suoi profili, con la localizzazione di Tor Marancia, il quartiere di Ago, corredati dall'immagine dell'indimenticabile capitano del secondo scudetto della Roma

È un 30 di maggio chiaramente diverso: come padre, come famiglia, come romanisti. La prima grande differenza è che oggi non ci sono lacrime. Le mie le ho versate tutte in motorino, il 25 sera con te Andrea, amore mio. Voglio che tu lo sappia, che resti scritto da qualche parte, come l'incisione su una coppa. E voglio che tu possa leggerle sempre. Vedermi piangere ha prodotto nel tuo sguardo quello stesso imbarazzo che ho provato mille volte anche io. E attraversare la città mentre mi abbracciavi è stato qualcosa di difficilmente spiegabile. Oggi, però, è un 30 maggio diverso anche perché abbiamo vinto in mezzo alla tempesta: un tempo difficile - nella vita come nel calcio, che in fondo in fondo sono poi la stessa cosa - che diversamente avrebbe potuto diventar drammatico.

E credo che questa, oltre la retorica, sia la più importante delle vittorie. Un ciclo può essere chiuso e un nuovo cammino aperto. Questa coppa rende merito agli sforzi della nuova proprietà, ma soprattutto li costringe a guardare al mare aperto davanti a noi. Abbiamo bisogno di rafforzarci su tutti i fronti: in campo, fuori e sotto quell'unica guida portoghese che ha zittito tutti con i fatti. Ora servono giocatori e dirigenti in grado di rispondere - nei giusti tempi - alle aspettative di tutti noi. Serve uno stadio che mai prima di adesso - se si sapranno scegliere gli interlocutori giusti e senza perder tempo con vacue sirene - è vicinissimo e può ricucire urbanisticamente un importante pezzo della nostra città.

Servono quella mentalità, quella correttezza e quel professionismo dimostrati da Pellegrini 10 minuti dopo aver alzato la coppa: "Adesso abbiamo vinto, stasera festeggiamo, poi da domani tutti a lavorare per migliorarci". Con questo spirito, con questi uomini e con il nostro tifo a gonfiare le vele, la nostra barca potrà andare lontano. Ci dovete altri vessilli, ragazzi: ce li meritiamo. Io, ma soprattutto i milioni di Agostino che in silenzio vivono di amore per voi.

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