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LA CAVALCATA

Gol, corse e clean sheet: tutti i numeri del trionfo in Conference

Segnate 28 reti (come il Feyenoord). Considerando i playoff, sette gare con la porta inviolata. E abbiamo macinato chilometri, in campo e fuori

L'esultanza di Josè Mourinho con lo staff al fischio finale di Roma-Feyenoord (As Roma via Getty Images)

L'esultanza di Josè Mourinho con lo staff al fischio finale di Roma-Feyenoord (As Roma via Getty Images)

28 Maggio 2022 - 05:00

Come diceva la celebre battuta del protagonista nel film Febbre a 90°, «noi non supereremo mai questa fase». A maggior ragione ora, tre giorni dopo il trionfo in Conference League che ha riportato la Roma ad alzare un trofeo europeo dopo 61 anni. C'è chi, pur stremato dalla 48 ore di mercoledì e giovedì, vive ancora in uno stato di lucida follia: prosciugato nel corpo, eppure incapace di dormire a lungo, forse perché teme che il risveglio possa in realtà rivelare che si è trattato soltanto di un sogno.

Ebbene no, è realtà. È tutto vero, verissimo: possiamo dormire quanto vogliamo, al risveglio saremo sempre i campioni. La squadra migliore, la più forte tra le 181 che hanno preso parte alla neonata competizione europea tra preliminari, fase finale e club scesi dall'Europa League (vedi il Leicester, battuto in semifinale). I numeri stessi legittimano il trionfo della banda di Mourinho: non che ci interessi più di tanto, dato che ormai la Coppa ce la siamo portata a casa e soltanto questo conta. Ma le stesse statistiche rendono l'idea dell'impresa giallorossa, alla faccia di chi ha passato gli ultimi due giorni della sua vita a cercare di sminuire un successo epocale, gigantesco, commovente, continentale.

Gli avversari

Il Rennes (quarto nell'ultima Ligue 1) e poi l'Olympique Marsiglia (secondo nell'ultimo campionato francese), il Tottenham (quarto nella Premier League 2021-22) e poi il Leicester (retrocesso dall'Europa League e detentore di FA Cup e Charity Shield), il PSV Eindhoven che ha chiuso l'Eredivisie al secondo posto e il Feyenoord - battuto in finale dalla Roma - che è arrivato terzo. Sono solo alcune delle squadre che hanno preso parte a una competizione che, per valore delle semifinali, era probabilmente superiore alla stessa Europa League. Ai club succitati vanno aggiunti l'Union Berlino (quinto nell'ultima Bundesliga, +15 sull'Eintracht vincitore dell'EL) e lo Slavia Praga, campione l'anno scorso in Repubblica Ceca. Volendoci limitare agli avversari incrociati dai giallorossi, siamo partiti dai playoff con il Trabzonspor che ha poi vinto la Super Lig turca e abbiamo incrociato (due volte) il Bodø/Glimt che ha trionfato in Norvegia.

Le statistiche

Dando uno sguardo ai dati relativi alla sola fase finale della Conference League (escludendo quindi preliminari e playoff), i dati che emergono sono chiari: la Roma è la squadra che ha segnato più gol (28), assieme al Feyenoord; l'ultimo ha ovviamente fatto la differenza per Pellegrini e compagni. A seguire nella speciale classifica, Bodø/Glimt e Slavia Praga (25 reti); più staccati Copenaghen (19) e LASK (17). Numeri che testimoniano come la Roma sia stata sempre pericolosa in fase offensiva, grazie alle giocate di Abraham, Zaniolo e gli altri. D'altro canto, i giallorossi hanno anche concesso pochissimo agli avversari: 6 clean sheet totali (7 con il 3-0 al Trabzonspor), nessuno meglio di Rui Patricio in questo dato. Il dato sulle reti subite (16) è condizionato dal 6-1 in terra norvegese, ma anche dal fatto che soltanto il Feyenoord ha disputato altrettante partite.

La produzione offensiva è certificata anche dai tiri totali: i biancorossi di Rotterdam ne hanno effettuati 186, la Roma 164, uno in meno rispetto al Vitesse (squadra eliminata proprio da noi negli ottavi di finale). Non solo: siamo la squadra che in media ha percorso più chilometri per partita (117 a fronte dei 115,7 del Feyenoord) e la seconda per palloni recuperati (488). I giallorossi hanno saputo vincere di misura (contro Vitesse, Leicester e in finale), ma anche di goleada (CSKA Sofia, Zorya e Bodø/Glimt nel ritorno dei quarti), usando fioretto e sciabola a seconda delle circostanze, mantenendo sempre altissimo il livello di concentrazione dopo il brutto ko in Norvegia del 21 ottobre.

I singoli

Se a Tammy Abraham non è riuscito di vincere la classifica dei cannonieri (9 reti, a fronte delle 10 di Dessers), altri romanisti hanno primeggiato in altre statistiche: Capitan Pellegrini è quello che ha percorso in media la maggiore distanza per partita (12,6 chilometri), precedendo di poco Cristante (11,7) e Mancini (10,5). Roger Ibañez è il calciatore ad aver effettuato il maggior numero di tackle vincenti, ben 22, e il quarto per palloni recuperati (74). Persino nella velocità massima il primato è di un giallorosso: Eldor Shomurodov, capace di toccare i 33,6 chilometri orari.

Tour de force

Quindici partite, sette trasferte (tenendo conto anche della finale a Tirana) che ci hanno portato a giocare sul Mar Nero (Trebisonda) e nei pressi del Polo Nord (Bodø), in Ucraina e oltremanica, in Olanda e in Albania. Squadra e tifosi hanno macinato chilometri e superato gli ostacoli, come recita il celebre coro della Curva Sud. Con la Roma in fondo al cuor, sempre. Fin dall'inizio della stagione, l'obiettivo più o meno dichiarato era arrivare alla finale: abbiamo fatto di meglio, prendendoci la prima edizione di sempre della Conference. E sì, è tutto reale.

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