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L'intervista

Roel, l'olandese abbonato in Curva Sud: "La Roma è come la vita"

Il tifoso ventitreenne vive ad Haarlem ma vola in Italia ogni volta che può: "Allo stadio canto in romano, prima del Covid riuscivo ad andare a nove match su dieci"

Le bandiere della Curva Sud allo Stadio Olimpico (AS Roma via Getty Images)s

Le bandiere della Curva Sud allo Stadio Olimpico (AS Roma via Getty Images)s

La Redazione
23 Maggio 2022 - 13:18

La passione per la Roma è infinita, come le strade che portano alla Capitale. Lo sa bene Roel, olandese di 34 anni, che vive ad Haarlem, ma è abbonato in Curva Sud. In preparazione alla finale di Conference League di mercoledì prossimo contro il Feyenoord, la Roma, sul suo sito ufficiale, ha intervistato il tifoso olandese, devoto ai giallorossi, tanto da prendere l'aereo per andare a vedere la sua squadra del cuore allo stadio Olimpico, nella parte più calda del tifo. Queste le sue parole:

Sui viaggi tra Roma e Olanda.
"Prima del Covid provavo a esserci in ogni partita in casa. Diciamo che su dieci match, in otto o nove riuscivo ad esserci regolarmente. Nella prima parte di stagione di solito è più semplice esserci, nella seconda metà c'è qualche difficoltà in più perchè date e orari vengono fissati con poco anticipo. A volte ho viaggiato per Roma per tre volte in una sola settimana. Ovviamente con il Covid e con le sue successive restrizioni è diventato più complicato viaggiare, e anche in questa stagione non sono stato in Curva Sud tutte le volte che avrei voluto". 

Su come è nato l'amore per la Roma.
"Ricordo che nel 2002 tifavo solo e soltanto per la Roma. Non ricordo esattamente quando sia iniziato. All'epoca non era ancora possibile vedere tutte le partite in diretta e ricordo che guardare la mia prima gara di Serie A fu speciale. Neanche ricordo quale fosse la squadra avversaria, ma ho memoria dei fumogeni, dei petardi, dell'atmosfera e soprattutto del tifo intenso. Che non si fermava mai. Una passione mai vista prima. La Roma aveva una squadra fantastica e amavo il calcio italiano, ma la scintilla vera fu la passione che vedevo e sentivo in ogni partita che giocavamo". 

Sull'italiano e sui cori.
"Conosco quasi tutti i cori e mi piace cantarli per tutto il tempo della partita. Molti dei vecchi cori li imparai cercando dei video su Internet. Poi cercavo i testi e ascoltandoli e ripetendoli tante volte li imparavo bene. Ora è molto più facile grazie a YouTube. Ancora non riesco a comprendere l'italiano parlato o a parlarlo io, ma quando lo leggo lo capisco sempre meglio. Comunque, quando sono allo stadio, spero che sia passabile quando canto in italiano o in romano!"

Sul coro più bello.
"Mi piacciono tutti. Negli ultimi anni se ne sono aggiunti alcuni nuovi che esaltano tutto lo stadio ed è sempre bellissimo. A parte i cori, provo qualcosa di speciale quando cantiamo canzoni come 'Roma Capoccia' o 'La società dei magnaccioni' dopo le partite. Secondo me, quella è la dimostrazione del legame vero della Roma con la città, la sua storia e la sua cultura. Questo rende ancora più speciale quando canto una canzone come 'Lella'. Comunque, per me l'importante è che si canti. A prescindere dal coro".  

Su Tirana.
"Mi sarebbe piaciuto andarci! Non ho avuto fortuna nel sorteggio e non sono riuscito a completare la procedura di acquisto sul sito della UEFA quando sono usciti i biglietti".

Sul Feyenoord.
"Quando si parla di Feyenoord, penso che a tutti torni in mente il comportamento di alcuni dei suoi tifosi nel centro di Roma qualche anno fa. Come olandese, provai imbarazzo per quello che fecero. Come squadra, credo che Slot stia facendo meglio di quanto valgano individualmente i suoi giocatori. Detto ciò, credo che abbiano dei limiti, accentuati dall'infortunio di Malacia, terzino sinistro e nazionale olandese. Il Feyenoord è più forte rispetto al Vitesse, ma in una ipotetica scala di valori è più vicino a loro rispetto all'Ajax. Secondo me, abbiamo otto probabilità su dieci di vincere. Spero di non sbagliarmi".

Su cos'è la Roma.
"La Roma è come la vita. E come nella vita, sogniamo in grande ma troppo spesso subiamo delle delusioni. Le superiamo, sogniamo ancora e di nuovo rimaniamo delusi. Ma poi arriva il giorno in cui, nonostante tutto, raggiungiamo il nostro sogno e tutta la sofferenza passata acquisisce un senso. E si ricomincia".

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