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Roma infinita: sono undici i risultati utili consecutivi

Sono state 6 le vittorie e 5 i pareggi in cui la squadra giallorossa è stata capace di migliorare il risultato nel finale. Come contro la Salernitana con Perez e Smalling

11 Aprile 2022 - 10:30

l Trap direbbe «non dire gatto se non ce l'hai nel sacco». Direbbe bene. Perché è la perfetta fotografia della Roma griffata Mourinho. Infinita. Una squadra che se la porti verso il tramonto di una partita con il risultato ancora in discussione, il rischio, forte e chiaro, è che ti possa fare male. E' vero, appena giovedì scorso in Norvegia, ha perso l'andata dei quarti di finale della Conference League contro il Bodø, a poco più di sessanta secondi dal novantesimo. Ma se andiamo a rivedere i tabellini di tutte le partite ufficiali che ha giocato la banda mourinhana, in Norvegia è andata in scena la classica eccezione che conferma la regola sperando, poi, che giovedì prossimo, in un Olimpico che sarà nuovamente uno spettacolo giallorosso, l'eccezione si trasformi in ininfluente per quel sogno europeo che vogliamo continuare a coltivare. Un'eccezione che fa a cazzotti con una serie di risultati che certificano l'esatto contrario. Cioè che questa Roma sarà pure ancora imperfetta, incompleta, prevedibile, esteticamente non bellissima, ma è una squadra che non molla mai, a perfetta immagine e somiglianza del suo allenatore e del suo un po' troppo esuberante staff (ci permettiamo di consigliare un pizzico di calma in più).

Ci sono i numeri a certificarlo in maniera indiscutibile indiscutibile. Perché sono state la bellezza di undici partite quella che la Roma ha risolto a suo favore (vincendone sei e pareggiandone cinque) nell'ultimo quarto d'ora di gioco. La cosa diventa ancora più eclatante se si considera che in cinque di queste undici occasioni, i gol che ci hanno fatto strillare fino a quando la voce non se ne è andata, sono arrivati dal novantesimo in poi. Partendo, in ordine numerico, dal recente pareggio di Abraham proprio alla scadere con il Vitesse, proseguendo al primo minuto di recupero con il Sassuolo all'Olimpico, al quarto extra time sempre con il Sassuolo a casa loro e a Udine, per finire niente popodimeno che al novantanovesimo della sfida a La Spezia con Abraham a trasformare un rigore per un calcio in faccia a Zaniolo. Il tutto ha voluto dire sette punti in più visto che due pareggi si sono trasformati in tre punti e tre sconfitte in altrettanti punti.

Un altro elemento che non si può non prendere in considerazione, è che nelle partite che hanno visto cambiare il punteggio a favore della Roma nell'ultimo sesto dei minuti regolamentari, sono stati la bellezza di dieci i giocatori protagonisti: due volte Felix (la doppietta a Marassi contro il Genoa), Abraham (Vitesse e Spezia), Pellegrini (a Cagliari e Udine), una volta El Shaarawy (Sassuolo all'Olimpico con tanto di corsa di Mourinho che festeggiava le mille panchine sotto la Curva Sud), Cristante (in trasferta ancora al Sassuolo), Shomurodov (al Trabzonspor a casa loro nella prima partita ufficiale della stagione), Ibanez (il pareggio definitivo con il Bodø all'Olimpico nella partita del girone), Bove (il due a due definitivo contro il Verona in casa) e, appunto ieri, con i gol di Carles Perez (roba da non crederci) e Smalling arrivati negli ultimi dieci minuti di una partita che stava seriamente rischiando di trasformarsi in una brutta figura difficilmente accettabile. Il vizietto che ci piace tanto anche se sta mettendo a rischio le coronarie di tifosi giovani e meno giovani, il primo segnale, come detto, lo aveva spedito già nella prima ufficiale con lo Special One in panchina, in Turchia, nel preliminare della Conference League che visto quello che sta facendo il Trabzonspor nel suo campionato (primo staccato e avviato a vincere lo scudetto) è stata una di quelle partite le cui difficoltà in troppi hanno sottovalutato.

Ieri a fine partita, dopo il necessario ossigeno per riprenderci dagli ennesimi novanta minuti con il cuore in gola, nella ricerca che siamo andati a fare, abbiamo diviso le partite nei sei quarti d'ora che le compongono (comprendendo ovviamente anche i recuperi che, come visto, un certo peso nella classifica della Roma lo hanno avuto) per capire quali sono stati i quarti d'ora in cui la Roma ha segnato di più. Il risultato è che sono i quindici minuti finali di entrambi i tempi (ventitrè gol e diciannove) quasi che la Roma di Mourinho le cose migliori in fasi realizzativa è in grado di farle nelle parti finali dei due tempi (quarantrè gol degli ottantadue realizzati in questa stagione, ovvero più del cinquanta per cento del totale, sono arrivati nei trenta minuti finali complessivi dei due tempi). Certo, il fatto che ci siano anche i minuti di recupero, in una certa misura ha evidenziato ancora dipiù questa tendenza per cuori forti, ma il dato rimane comunque molto indicativo di come questa Roma che sarà pure brutta, sporca e cattiva, abbia metabolizzato almeno da questo punto di vista la mentalità del suo allenatore. Ora giovedì c'è la madre di tutte le partite di questa stagione. Se si riuscisse a sistemare la questione ne saremmo felici. In ogni caso, mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco.

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