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LA PARTITA

Roma-Salernitana, Smalling scaccia l'incubo della sconfitta

In svantaggio fino all’82' a causa della punizione di Radovanovic, la Roma ribalta la Salernitana con due gol in tre minuti e con i cambi di Mourinho

Chris Smalling esulta dopo il gol alla Salernitana (Getty Images)

Chris Smalling esulta dopo il gol alla Salernitana (Getty Images)

11 Aprile 2022 - 08:54

Arriva il piedone di Smalling a scacciare l'incubo che stava prendendo forma all'Olimpico ieri, con la Salernitana fanalino di coda e quasi retrocessa capace di restare in vantaggio fino all' 82°, per poi crollare sotto i colpi di Perez, gran sinistro chirurgico dal limite, e di Chris, a deviare una punizione di Veretout. Sono stati in 16 i romanisti in campo, più 60.000 sugli spalti (e c'erano anche quasi cinquemila salernitani, a colorare anche lo spicchio della Nord a loro dedicato), a spingere forte per ribellarsi al destino che aveva preso la forma della bella punizione di Radovanovic per il gol del vantaggio al 22'.Una squadra di più di 60.000 cuori che alla fine hanno raggiunto, tutti insieme, un'altra vittoria, settima in un segmento di undici risultati utili consecutivi, quinto posto conservato e difeso, cinque punti dietro la Juve e due sopra la Lazio. Questa è la Roma oggi: appassionata, a volte sconclusionata, ma generosa fino a rischiare l'osso del collo, tutto per regalare un sorriso alla propria gente. In pratica è davvero Mourinho fatto squadra.

La partita si era messa presto in salita pervia del gol su punizione di Radovanovic, bello per potenza e precisione, ma indubbiamente favorito dalla colpevole apertura della barriera romanista, subito platealmente denunciata dall'incolpevole Rui Patricio, a sua volta inutilmente proteso in tuffo. Episodio accaduto al 22° del primo tempo, con punizione causata da un intempestivo intervento di Kumbulla su Ederson, il migliore degli acquisti di Sabatini nel maxi mercato invernale. Fino a quel momento la Roma era stata assai disordinata nella sua pressione offensiva, con Felix, preferito a Zaniolo per affiancare Abraham, presto assurto a simbolo della confusa manovra giallorossa. Con un occhio rivolto verso l'importantissima sfida di giovedì sera col Bodø, Mourinho ha trattenuto in panchina Mancini, non al cento per cento dopo la botta al ginocchio in Norvegia, al suo posto Kumbulla, e Zalewski, dovendo rinunciare anche a Pellegrini squalificato, dentro El Shaarawy.

Dall'altra parte Nicola ha abbassato le linee del suo 3-5-2, di fatto disegnando un 5-3-1-1, con Mazzocchi a destra e Obi a sinistra perennemente schiacciati sulla linea dei tre difensori (Gyomber, Radovanovic e Ranieri), con Coulibaly, Bohinen e Ederson a metà campo, e Ribery a cucire la tela alle spalle dell'unica punta centrale, l'imponente Djuric. In cronaca prima del gol c'era stato spazio solo per un bel sinistro di Mkhitaryan al 4°,un destro di Ederson da lontano alzato sopra la traversa da Rui Patricio e un volatone di El Shaarawy che alla fine ha scaricato su Mkhitaryan un po' tardivamente, e l'armeno ha potuto solo deviare di punta, senza precisione. Dopo il gol s'è ovviamente intensificata l'offensiva romanista e si è poggiata su tre pilastri su cui si sarebbe potuta costruire prima la rimonta. Al 27° una bellissima azione corale rifinita da Karsdorp per Oliveira doveva essere finalizzata meglio da El Shaarawy, entrato solo in area a sinistra, e invece ha provato a saltare Mazzocchi rientrando sul destro, finendo per essere contenuto. Al 34° Mkhitaryan è entrato in area raccogliendo una bella verticale di Oliveira ed è stato colpito alle spalle da Obi, piede sinistro sul suo piede d'appoggio destro: l'arbitro Volpi ha fatto proseguire, senza raccogliere l'invito di verificare il contatto al Var. Cosa che invece farà al 41° per vedere meglio un'imprendibile corsa a campo aperto di Felix stroncata da Gyomber: il primo intervento di Volpi è stato pe rassegnare il rigore e sanzionare il difensore col giallo, poi il collega Mazzoleni lo ha chiamato alla revisione in video e il rigore è diventato punizione dal limite e il giallo però è rimasto tale.

Con un'interpretazione più radicale della potenzialità dell'azione sarebbe stata espulsione. Una partita nella partita è stata quella giocata da Zaniolo. Al rientro tra i convocati dopo aver saltato per infortunio le ultime due partite, Nicolò non è stato schierato dal primo minuto perché Mourinho gli ha preferito Felix. Ma poi José ha mandato Zaniolo a scaldarsi già dopo una decina di minuti del primo tempo, per poi lasciarlo lì fino all'intervallo. Al rientro in campo la sorpresa: a uscire è stato Kumbulla, già ammonito. Così Mourinho è passato alla trazione anteriore del 4-2-3-1 con Zaniolo e Felix larghi e Micky alle spalle di Abraham. Nico smaniava dalla voglia di segnare, ma non c'è riuscito. Ha avuto l'opportunità per farlo sia di destro (conclusione deviata in corner da Sepe) sia di sinistro, a partita quasi finita. Clamorosa anche l'occasione capitata sulla testa di Felix dopo un'ora di gioco, ma la deviazione è finita nettamente fuori. A metà ripresa gli allenatori si sono sbizzarriti nei cambi: fuori Obi e Bohinen per Zortea e Castanos nella Salernitana, mentre Mourinho, come sempre fa quando perde, ha progressivamente innalzato il livello di offensività mettendo dentro le forze fresche Zalewski, Shomurodov e Perez al posto di El Shaarawy, Oliveira e Felix, fino a disegnare una sorta di 4-1-5 con Cristante davanti alla difesa e cinque attaccanti davanti in ordine sparso.

Quasi inevitabilmente è stata la Salernitana ad avere l'occasione per chiudere il conto, con una bella verticale di Ederson per Castanos su cui Rui Patricio si è prodotto in una parata che ha fatto quasi riconciliare i tifosi con le incertezze norvegesi. Cristante ha poi lasciato il posto a Veretout e la partita si è incattivita: altri cinque giocatori sono finiti nel mirino di Volpi (13 alla fine, troppi) e si è alzato il livello di aggressività anche tra le panchine con accuse reciproche e plateali sbracciate da una parte all'altra ad ogni decisione controversa dell'arbitro, mai lineare nelle sue scelte. Poi, all'improvviso, la svolta: Perez ha addomesticato un pallone vagante al limite dell'area e l'ha spedito con un affilatissimo sinistro ad accarezzare il palo alla destra di Sepe, immobile. Sull'onda dell'entusiasmo per il gol che ha riacceso speranze che si stavano assopendo anche Shomurodov ha provato a cercar gloria con un destro finito alto di poco.

Subito dopo, al 40º, una punizione assai contestata dai giocatori in campo, da Nicola in panchina e, nel post partita, pure da Sabatini, è stata concessa alla Roma sulla trequarti: sulla lunga parabola disegnata da Veretout, Smalling è scivolato dietro tutta la linea difensiva degli ospiti per arrivare all'appuntamento col pallone con il piatto aperto del destro, a deviare la palla all'angolino alla sinistra di Sepe. L'Olimpico è esploso e Shomurodov ne ha approfittato per un taglio di40 metri con diagonale finale che ha costretto Sepe ad un altro miracolo. Al 44º si è accesa una mischia in campo che stata risolta dall'arbitro con gialli a Tammy e Radovanovic mentre il vice di Mou, Foti, è stato pizzicato, anche dalle telecamere, a rinfocolare la rabbia della panchina avversaria con un gesto plateale tipo pollice verso: «Tanto andate giù». I due staff sono entrati in contatto, Mourinho si è adoperato per fare da paciere e nel frattempo l'arbitro ha dato tre minuti di recupero, distribuendo a quel punto un altro giallo a Rui Patricio per lo stesso comportamento non regolamentare tenuto da Sepe 20 minuti prima. E prima del triplice fischio Zaniolo ha avuto sul sinistro la palla del 3-1. Ma forse sarebbe stato addirittura troppo. Qualcosa va tenuta per giovedì.

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