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L'analisi

L'esperienza vien giocando: la rosa della Roma è 15ª per gare disputate in A

Sono 1.692 le presenze totali in campionato di tutti i calciatori giallorossi: in media 65 per ognuno. Un motivo in più per dare tempo al lavoro di Mourinho

I festeggiamenti dopo il gol di Zaniolo all'Empoli ( Getty Images)

I festeggiamenti dopo il gol di Zaniolo all'Empoli ( Getty Images)

28 Gennaio 2022 - 08:41

La Roma è quindicesima per numero di presenze in Serie A dei suoi giocatori. Sommando le gare collezionate nel massimo campionato italiano da tutti i calciatori attualmente presenti nella rosa di José Mourinho, il dato che emerge evidenzia i concetti di tempo e pazienza che il portoghese predica fin dal suo arrivo. La squadra è molto giovane (età media: 25,7 anni) e sono numerosi i calciatori stranieri alla prima esperienza in Italia: da Rui Patricio ad Abraham, passando per i nuovi arrivati Sergio Oliveira e Maitland-Niles, ma anche Viña, senza dimenticare i ragazzi appena usciti dal settore giovanile come Felix, Darboe e Zalewski (19 partite in tre).
Sono 1.692 le presenze totali dei calciatori romanisti in Serie A (non sono conteggiati Santon e Fazio, fuori rosa ormai da mesi). La media per calciatore è di 65 gare. Numeri che evidenziano una squadra per certi versi acerba, ma con ampi margini di miglioramento. L'inesperienza c'è, ed è tra i limiti a cui spesso Mourinho fa riferimento, ma la si può colmare partita dopo partita, crescendo individualmente e collettivamente. È questa l'ambizione giallorossa. Attualmente, il numero di gare in campionato giocate dai suoi la pone al quindicesimo posto di questa speciale classifica, dominata dall'Inter. I nerazzurri ne contano 4.172, quasi 2.500 in più, grazie a gente come Handanovic, Skriniar, de Vrij, Brozovic e allo stesso Edin Dzeko, arrivato la scorsa estate dopo sei anni a Roma.
Contano meno presenze della rosa giallorossa soltanto quelle di Udinese (1.1429), Salernitana (1.199), Empoli (1.172), Spezia (1.008) e Venezia (717). Praticamente tutte squadre in lotta per la salvezza, eccezion fatta per i toscani di Andreazzoli, attualmente a metà classifica. Squadre come Bologna, Cagliari, Verona e Torino ci precedono di gran lunga, complice la presenza in rosa di molti cosiddetti "mestieranti": calciatori magari non di prima fascia, ma abituati a darsi battaglia nel massimo campionato italiano.
Del resto, le poche presenze in A non sono un parametro universale e indiscutibile: gente come Abraham, Sergio Oliveira, Smalling, Mkhitaryan, Rui Patricio e Maitland-Niles (giusto per fare qualche nome) sono sbarcati relativamente da poco - o da pochissimo - in Italia, ma non ci sono dubbi sul loro effettivo valore. Certo è però che la Serie A richiede spesso un periodo di adattamento, e può rivelarsi complicata (se non addirittura ostica) a coloro che arrivano da un altro Paese. Discorso che a quanto pare non vale per Oliveira che ha timbrato il cartellino (e servito un assist) nelle prime due gare disputate nel nostro campionato.
Quando Mourinho parla di limiti della rosa, senza dubbio tiene bene a mente anche questo dato, e in tal senso sta lavorando: crescere un gruppo di giovani, facendoli maturare partita dopo partita, e affiancare loro un manipolo di calciatori più esperti (anche in ambito internazionale, come appunto i due nuovi acquisti). Il processo richiede tempo, ma con abnegazione e dedizione al lavoro può dare i suoi risultati. Lo disse lui stesso: «Non stiamo costruendo un instant team».

I "decani"

Il giocatore giallorosso che vanta più presenze in Serie A è Stephan El Shaarawy: 222 le gare in campionato del Faraone tra Genoa, Milan e Roma. Il numero 92 è l'unico a contare più di 200 partite. Segue Brayan Cristante con 186, tallonato dal Capitano, Lorenzo Pellegrini, con 177. Quindi Veretout (153 presenze, tra Fiorentina e giallorossi), mentre a quota 127 troviamo la coppia composta da Gianluca Mancini e Amadou Diawara (che sembra essere al passo d'addio). Leonardo Spinazzola, attualmente ai box, con le maglie di Atalanta, Juventus e Roma ne ha collezionate 111, ed è attualmente l'ultimo calciatore in tripla cifra. Rui Patricio, Smalling e Mkhitaryan ne hanno molte meno, ma la loro carriera in giro per l'Europa non ha certo bisogno di presentazioni. Del resto l'esperienza vien giocando: solo così, sotto la sapiente guida di Mourinho, la squadra può ambire a tornare in alto.

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