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Bologna-Roma e una conferma: per i giallorossi è mal da trasferta

Quella di ieri è stata la sesta sconfitta esterna in 11 partite totali. Rispetto al rendimento in casa si viaggia a una media di un punto in meno ogni 90 minuti

Veretout in campo ieri al Dall'Ara (As Roma via Getty Images)

Veretout in campo ieri al Dall'Ara (As Roma via Getty Images)

02 Dicembre 2021 - 09:42

Sarà che Mihajlovic ha studiato bene la partita con il Torino, capendo che la Roma è meglio aspettarla che attaccarla, perché se le lasci campo per le ripartenze i giallorossi ti fanno male spesso e volentieri. Sarà che i nostri occhi, mezzo gialli e mezzo rossi, ci costringono a riflettere (eufemismo) su arbitraggi che lasciano perlomeno perplessi e in questa stagione ce ne sono stati già parecchi stranucci anzicheno (compreso quello di ieri a Bologna). Sarà che Mourinho a disposizione ha pochi uomini con il cambio di passo, l'accelerazione per creare la superiorità numerica, situazione fondamentale per poter creare maggiori occasioni per poter buttare il pallone dentro la porta e se non la butti dentro le partite rischi soltanto di perderle. Sarà che nel calcio la matematica è un'opinione perché mettere in campo tre, quattro, cinque punte come risultato non dà quasi mai il gol. Sarà che la squadra all'inizio delle partite non sente i quaranta-cinquantamila dell'Olimpico intonare l'inno che ci piace e ci carica tanto, anche se poi quando andiamo a giocare in trasferta il nostro settore è sempre sold out (applausi a tutti). Sarà quello che pare a voi, sta di fatto che a Bologna, subendo un solo per quanto bel tiro in porta, è arrivata una nuova sconfitta esterna, quinta in campionato (in otto partite), sesta in totale considerando pure la Caporetto norvegese.

Troppe. Soprattutto perché tre incassate su campi dove oggettivamente si sperava e si doveva fare di più e di meglio (Verona, Venezia, ieri a Bologna). E, anche, se in un paio (derby e Juventus), ci sono state decisioni arbitrali oltre i confini del regolamento. Troppe. In particolare se si vuole continuare a tenere in piedi l'ambizione di inseguire quel quarto posto che vuole dire Champions. Che, adesso, dopo il ko al Dall'Ara è distante sei punti da un'Atalanta che corre a ritmi scudetto e, in più, attaccata alle chiappe, c'è di nuovo una muta di inseguitori che non aspettano altro, per fare una battuta, una nuova trasferta romanista per provare a mettersi davanti, sia pure soltanto per un corto muso. A completare il pessimismo che è tornato a far palpitare il nostro cuore, c'è che ora siamo alla vigilia di una doppia sfida, Inter all'Olimpico, Atalanta a Bergamo, che oggi, al solo pensarci, ci impedisce anche di prendere sonno. Anche perché l'ineffabile signor Pairetto con le ammonizioni rifilate ad Abraham (inesistente il cartellino comminato all'inglese) e Karsdorp (nuovo giallo all'olandese allo scadere della partita, figlio legittimo di una lucidità soverchiata dalla stanchezza), e l'infortunio di El Shaarawy, costringeranno Mourinho a inventarsi una squadra del tutto inedita perlomeno per la sfida di sabato contro i campioni d'Italia.

Ci sono i numeri a dirci in maniera chiara come in questa stagione ci sia una Roma all'Olimpico e un'altra quando va in trasferta. I giallorossi, fin qui, hanno giocato ventidue partite ufficiali (quindici in campionato, sette in Europa), equamente divise tra casalinghe ed esterne. Prendendo in esame le undici gare giocate a un passo dal Tevere, i numeri dicono che la squadra di Mourinho ne ha vinte otto (Fiorentina, Sassuolo, Udinese, Empoli, Torino, Trabzonspor, Cska Sofia, Zorya), pareggiata una (Napoli) e perso soltanto con il Milan (e pure in quella occasione ci furono fischi arbitrali che ancora alimentano una certa incazzatura). In totale all'Olimpico la Roma ha conquistato 26 punti su 33 per una media di 2,3 ogni novanta minuti, media che se proiettata nelle 38 partite di campionato, vorrebbe dire fare 80 punti abbondanti, ovvero qualificazione in Champions League garantita. Tutti altri numeri si devono registrare per le 11 partite giocate in trasferta: 5 le vittorie (Salernitana, Cagliari, Genoa, Trabzonspor, Zorya), 0 sono stati i pareggi, 6 le sconfitte (Verona, derby, Juventus, Venezia, Bologna, Bodo). 15 i punti conquistati su 33 per un media di 1,3 a gara che, in campionato, vorrebbe dire fare quarantanove punti, ovvero fuori anche dall'Europa di scorta.

I numeri nel calcio non dicono mai tutta la verità, ma in questo caso ci sembra che siano molto indicativi per sottolineare un rendimento esterno che fin qui è stato decisamente sotto le attese e le ambizioni. Toccherà a Mourinho trovare le soluzioni per un problema trasferta che dovrà essere risolto per poter continuare in quel percorso di crescita iniziato con lo sbarco dello Special One a Trigoria. Su tutto questo dovranno riflettere anche in società ora che siamo ormai quasi alla vigilia della riapertura del mercato. Dove, magari, sarebbe utile cercare di andare a prendere un paio di giocatori in grado con velocità, dribbling, tecnica, di creare la superiorità numerica che questa Roma fa una certa fatica a creare con un minimo di continuità.

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