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Juve-Roma, quando gli arbitri vedono solo in bianco e nero

Dalla rimessa laterale di Aldair alla "tripletta" di Rocchi, dai fuorigioco inesistenti ai rigori solari negati: la sfida di Torino spesso si trasforma in fantascienza

22 Dicembre 2018 - 12:57

Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi»: il monologo finale pronunciato da Rutger Hauer nel celebre film di fantascienza Blade Runner (uscito nel 1982, mica un anno a caso) riassume alla perfezione molte delle sfide tra Roma e Juventus. Soprattutto quando si è giocato in casa loro, nonostante non siano mancati episodi anche nella Capitale. Scene surreali, ai confini della realtà, in cui l'evidenza viene spesso distorta, se non addirittura totalmente capovolta.

L'episodio più lampante - a costo di essere prevedibili - è quello che riguarda Maurizio "Ramon" Turone il 10 maggio 1981. Sembra superfluo persino ricordare come andarono le cose quel giorno, con la Roma che insegue i bianconeri a -1. Al Comunale la squadra di Liedholm un gol lo segnerebbe pure. Anzi, lo segna. Cross di Conti, sponda di Pruzzo, si inserisce dalle retrovie Turone che di testa infila Zoff. È la rete che sancirebbe il sorpasso e il difensore giallorosso quasi non ci crede, esulta con le braccia al cielo. Ma la sua corsa si ferma per un istante quando vede che il guardalinee ha alzato la bandierina per segnalare un fuorigioco. Il Fuorigioco-che-non-c'è, come l'Isola di Peter Pan. L'arbitro Bergamo (proprio lui) si fida della chiamata di Sancini, mentre viene circondato dai romanisti, giustamente increduli. Niente da fare, il sorpasso non si compie: la gara finisce 0-0 e due giornate dopo la Vecchia Signora si laurea Campione d'Italia.

Quattordici anni dopo non lottiamo certo per la vetta, ma Juve-Roma va al di là dei numeri e della classifica. I giallorossi di Mazzone giocano bene al Delle Alpi il 15 gennaio 1995, ma alla mezzora ci si mette di mezzo un altro guardalinee: il signor Manfredini da Modena passa alle spalle di Aldair mentre il brasiliano sta battendo una rimessa laterale, il pallone gli sfugge dalle mani, la Juve lo ruba e Ravanelli insacca. L'arbitro Stafoggia convalida, nonostante le furiose proteste di Balbo e compagni. La Roma però non si dà per vinta e sfiora anche il pari. A 10' dalla fine Petruzzi trattiene Vialli, circa un metro e mezzo fuori dall'area: rosso al difensore per fallo da ultimo uomo e... rigore! Come, rigore? Rigore. Segna ancora Ravanelli, quindi chiude i conti Vialli tre minuti dopo.

Rocchi e i suoi fratelli

Gli episodi ai confini della realtà si susseguono negli anni a seguire: c'è Gautieri falciato in area da Deschamps l'8 febbraio 1998, con il signor Messina di Bergamo che lascia correre, salvo poi buttare fuori pochi minuti dopo Petruzzi; c'è Nedved che si tuffa in area il 19 aprile 2003, con il signor Pellegrino che decreta un rigore - decisivo, dato che la gara termina 2-1 - inesistente, capace di mandare su tutte le furie persino Aldair. «È l'ennesima beffa in questo stadio - dichiara a fine gara - Certo che qui ne ho viste di tutti i colori».

C'è poi la "tripletta" del signor Rocchi di Firenze, lo stesso dell'ultimo Roma-Inter (quello del rigore non concesso per il fallo di D'Ambrosio su Zaniolo). Il 5 ottobre 2014 va in scena la madre delle cronache marziane più recenti in terra piemontese: rigore ai bianconeri per un mani che non c'è di Maicon, Totti ammonito semplicemente per aver esultato (su pronta segnalazione di Bonucci), altro rigore per un fallo fuori area su Pogba, infine gol convalidato a Bonucci nonostante il fuorigioco attivo di Vidal, che ostruisce la visuale di Skorupski. Vince la Juve 3-2, Rudi Garcia fa il gesto del violino, Totti parla di campionato a parte per i bianconeri. Del resto la fantascienza, a Torino, spesso diventa scienza.

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