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Taccola, Volk, De Micheli: così la Roma ha scelto di includerli nella Hall of Fame

I tre, assieme a Totti, non sono stati votati online: adesso la coreografia esposta dalla Curva Sud nel derby dell'11 gennaio 2015 è completa

La coreografia della Curva Sud nel derby dell'11 gennaio 2015, di LaPresse

La coreografia della Curva Sud nel derby dell'11 gennaio 2015, di LaPresse

28 Novembre 2018 - 10:18

Li avete scelti voi. Anche Giuliano Taccola, Mario De Micheli e Rodolfo Volk entrano nella Hall of Fame. E lo fanno a braccetto con Totti, che ieri è tornato a calcare il suolo dell'Olimpico dopo il 28 maggio 2017. Li avete scelte voi, dice il video che ha dedicato la Roma a questi tre pilastri del romanismo. Scelti dai tifosi come tutti gli altri, no? Beh, non proprio. Perché se gli altri famers sono stati votati online, questi sono stati selezionati in una maniera un po' più antiquata: a furor di popolo.

Era stato proprio il popolo giallorosso a chiederne l'ingresso per mezzo del suo megafono più potente, la Curva Sud. Era l'11 gennaio 2015, prima di un derby che si concluse con un selfie dell'imperatore col suo popolo. La Sud, con una delle sue coreografie più belle, aveva sbattuto la storia in faccia ai laziali: «Figli di Roma, capitani e bandiere... Questo è il mio vanto che non potrai mai avere».

E dei grandi volti che componevano quel Pantheon effimero quanto eterno, di quelle bandiere dipinte su bandieroni bianchi, mancavano solo questi tre. E Totti. Oltre a De Rossi, ovviamente, che la bandiera preferisce farla ancora in campo. Ne ha dato l'annuncio Bruno Conti: «Ora quella la coreografia, una pagina di storia scritta dai tifosi, è completa».

C'è anche Rodolfo Volk adesso, il primo a segnare alla Lazio, lo Sciabbolone nato a Fiume e morto a Nemi a cui il regime aveva cambiato il nome. C'è Mario De Micheli, er faciolaro de Trastevere, che al regime gli diede uno schiaffo. E c'è Giuliano Taccola, il ragazzo col numero nove sulle spalle morto a 25 anni e mai dimenticato dall sua gente. Anche loro sono il nostro vanto, che non potrete mai avere.

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