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l'uzbeko

In attacco: per ora la certezza si chiama Shomurodov

In silenzio, sta lavorando sodo e mostrando subito le qualità che ne hanno causato l'acquisto. In attesa del post-Dzeko, l'ex Genoa risponde presente

Shomurodov in campo contro il Betis (As Roma via Getty Images)

Shomurodov in campo contro il Betis (As Roma via Getty Images)

13 Agosto 2021 - 06:00

In attesa di una punta che prenda il posto di Dzeko, c'è chi lavora sottotraccia e in silenzio, pronto a ripagare la fiducia di José Mourinho: si tratta di Eldor Shomurodov, che tra un gol all'esordio e una magia in allenamento sta facendo vedere a tutti di che pasta è fatto. Gli sono bastati ventisette minuti per timbrare il cartellino: al debutto in maglia giallorossa, l'uzbeko si è presentato come meglio non avrebbe potuto a tifosi, compagni e tecnico. Al netto della sconfitta contro il Betis, l'attaccante che la Roma ha prelevato dal Genoa per 17,5 milioni di euro ha fatto subito intravedere le doti che hanno spinto il club ad acquistarlo. Con i giallorossi sotto di un gol all'Estadio Benito Villamarin, al minuto numero ventisette, Mancini ha servito in verticale Lorenzo Pellegrini; il Capitano, venendo incontro al pallone, lo ha spizzato di tacco, favorendo l'accelerazione di Eldor. L'uzbeko ha prontamente spostato il pallone con il sinistro, saltando in velocità un difensore avversario, e si è involato verso la porta, prima di battere con un preciso piatto destro il portiere avversario Rui Silva. Della serie: «Piacere, sono Eldor».

Schierato titolare da José Mourinho, Shomurodov è stato tra i migliori in campo della Roma, e non solo per la rete del momentaneo 1-1. Da centravanti, con i trequartisti Zaniolo, Pellegrini e Mkhitaryan pronti a dargli manforte, ha fatto vedere bei movimenti, guizzi importanti e - soprattutto - la determinazione agonistica che tanto piace a José Mourinho. Se "cattiveria" suona male a qualcuno, allora chiamiamola "fame". Fatto sta che il ventiseienne è apparso brillante a livello fisico e tecnico, ma anche ben calato nel contesto tattico. Per sessantasette minuti è stato il più attivo, tanto da propiziare anche il gol di Mancini: colpo di testa sugli sviluppi di corner che va a colpire la traversa e tap-in da due passi del difensore. Per ora, si gioca il posto al centro dell'attacco con Borja Mayoral, ma quando arriverà un nuovo centravanti avrà comunque modo di ritagliarsi uno spazio importante.

Jolly d'attacco

Il test come terminale offensivo l'uzbeko l'ha passato con un bel voto, dunque: sa attaccare la profondità, è rapido e vede la porta. Ma, come lui stesso ha voluto precisare nella prima intervista da romanista, Eldor è in grado di giocare in qualsiasi ruolo offensivo: a Genova ha fatto la seconda punta al fianco di Destro o Scamacca, ma anche la prima con Pandev accanto. All'occorrenza, può tornare utile a Mourinho anche come ala nel 4-2-3-1, in alternativa a El Shaarawy, Mkhitaryan, Zaniolo e Perez (se quest'ultimo resterà a Roma).

Un autentico jolly, un uomo "per tutte le stagioni", capace di garantire alternative all'allenatore portoghese. È il primo a sapere di dover ancora crescere: del resto è reduce dalla sua prima stagione nel calcio italiano, e l'esperienza in Russia con il Rostov lo ha messo alla prova con avversari di ben minore livello. Ma la grande voglia di incidere e di conquistarsi la fiducia di Mourinho giorno dopo giorno fanno di lui una risorsa preziosa. Arrivato in silenzio, senza fanfare o squilli di tromba, "Shomu" ha tutto il tempo per calarsi nel calore (e nella pressione) che la piazza romana porta con sé. Già domani avrà un primo assaggio di quella passione.

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