ASCOLTA LA RADIO RADIO  

Cska Mosca-Roma: quando non russa la rivoluzione

La Roma continua a stare alla grande in un circolo elitario in cui si è invitata da sola. ma ora deve solo continuare a correre

, di LaPresse

, di LaPresse

07 Novembre 2018 - 11:41

Nella terra delle rivoluzioni, delle icone, degli scacchi, degli zar, delle piazze colorate e del gigantismo che a volte si fa ipertrofico la Roma conta mille motivi per puntare su se stessa e su un ritorno a casa che si spera più felice di quanto non sia stato quello da Firenze. Nella doppia velocità che sembra ormai aver innestato la gestione Di Francesco, stasera dovrebbe toccare ai bolidi di Champions e poi si vedrà se le tartarughe di campionato si ridaranno un tono nei prossimi mesi. L'obiettivo principale della partita di stasera è proprio quello di mettere in archivio una questione fino a febbraio, per concentrarsi sull'altra (il rientro tra le grandi di serie A), lasciando magari agli impegni residui del girone continentale il sapore di vernissage che può darti solo nuovo lustro, ma nessun fastidio.

Il tecnico fastidio l'ha provato solo quando gli hanno riferito le inopportune parole da avvoltoio di Paulo Sousa, che se si voleva candidare per la panchina che (qualcuno dice che) scotta l'ha fatto nella maniera meno opportuna. Eppure pubblicamente Difra ha preferito non rispondere e privatamente s'è stupito semmai perché non gli è neanche arrivato uno di quei messaggi di spiegazione in cui magari si dà la colpa alla domanda del giornalista.

La sua forza del resto è sempre stata la serenità, anzi, la resilienza, si diceva nei giorni in cui le sue parole erano usate come un manifesto del nuovo romanismo. Ma la mancanza di risultati rende tutti più brutti anche se oggi non ha più neanche gli occhialoni che a qualcuno procuravano allergia. Il risultato innanzitutto e dunque la Roma stasera pensi a vincere questa gara. Qui di imprese ne sono già state fatte. Chiedetelo a Nzonzi che poco più di cento giorni fa ci ha vinto un Mondiale oppure a Totti che a Mosca in casa del Cska (ma allora fu l'Arena Chimki) quasi quattro anni fa segnò il gol più anziano della Champions (record tuttora in vigore).

Icone, appunto. Zar, di sicuro. Rivoluzionari, possiamo parlarne. A scacchi giocherà invece Di Francesco contro Goncharenko, un tecnico giovane, pragmatico e determinato, uno che cambia diversi sistemi di gioco da una partita all'altra e dentro la stessa partita. Qui il Real c'ha perso dopo aver strapazzato la Roma. Stasera non si deve rischiare di far la stessa fine perché un ko rimetterebbe in discussione tutto. 8 sono i gol segnati finora dai giallorossi, con Dzeko mattatore. Solo Psg e Barcellona hanno saputo far meglio. La Roma continua a stare in un circolo esclusivo in cui s'è invitata da sola, grazie alle sue icone, ai suoi zar, ai suoi rivoluzionari che non devono russare. Giocando a scacchi meglio di tutti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA