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L'avversario

Verona sorpresa del campionato con i miracoli di Juric: i numeri

Quanti giocatori rivalutati: Rrhamani e Amrabat già ceduti (a caro prezzo) a Napoli e Fiorentina, il prossimo è Kumbulla. Si rivede Verre, cresce Zaccagni

Ivan Juric, di LaPresse

Ivan Juric, di LaPresse

15 Luglio 2020 - 12:40

Senza il miracolo Atalanta il caso dell'anno sarebbe l'ottimo rendimento del Verona, forse non a caso allenato da Ivan Juric, che dopo aver avuto Gasperini come allenatore, è entrato nel suo staff, tra Genoa, Inter e Palermo. Dal protagonista del miracolo nerazzurro ha preso il modulo – anche il Verona gioca con la difesa a 3, un centrocampo a 4, e due trequartisti che supportano il centravanti – l'aggressività e la capacità di far rendere ad alto livello calciatori che avevano un curriculum che non sembrava da serie A, destinati a garantire una sostanziosa plusvalenza al club. Che a gennaio ha già ceduto, per il 2020-21, due stranieri arrivati in sordina la scorsa estate, il centrocampista marocchino Sofyan Amrabat, 24 anni il mese prossimo, e il 26enne difensore kosovaro Amir Rrhamani.

Il primo, cresciuto nell'Utrecht, passato per il Feyenoord (21 presenze, nel 2017-18), arrivato in prestito dal Bruges e riscattato per 3,5 milioni di euro, è stato venduto alla Fiorentina per 20, più 1,5 di bonus, il secondo, dal 2017 al 2019 alla Dinamo Zagabria, è stato ceduto al Napoli per 14 milioni (più 1,5 di bonus, pure lui). Ma il colpaccio vero il Verona lo ha ancora in canna: Marash Kumbulla, classe 2000, nato a Peschiera del Garda, cresciuto nel settore giovanile, potrebbe valere più dei due ceduti a gennaio messi insieme, visto che piace molto all'Inter, è monitorato dalla Juve, e nelle ultime settimane è stato richiesto dalla Lazio, che, grazie a Tare, ha molto appeal sui calciatori nel giro della nazionale albanese (ha il doppio passaporto, esordio lo scorso ottobre, dopo aver fatto tutta la trafila giovanile). Ha giocato 24 partite in serie A quest'anno il numero 24 gialloblù, e nessuno ci avrebbe puntato sopra un euro, visto che lo scorso anno, in B, aveva raccolto una sola presenza.

Con un curriculum così misero sembrava destinato a scendere di categoria, ma gli altri nomi della difesa non è che fossero molto più roboanti, così, dopo un buon ritiro, è rimasto, e partito titolare, sin dalla prima giornata: alla quarta, contro la Juve, è stato espulso per doppia ammonizione al 94', una giornata di squalifica, una in panchina per dargli un segnale, poi si è ripreso il posto. Curriculum non di primo piano anche per Mattia Zaccagni, appena 6 gare in A nel 2017-18, ma quest'anno ha giocato spesso, e anche piuttosto bene: 29 presenze e 2 gol sulla trequarti, contro le 30 (con 3 reti) di Valerio Verre, che ai tempi delle giovanili della Roma (che lo ha dato all'Udinese nell'affare Benatia) sembrava destinato a grandi cose, e ha galleggiato un po' tra A e B, rilanciandosi con i 12 gol dello scorso anno a Perugia. Il portiere Silvestri non ha saltato un minuto, con un rendimento più che buono, capocannoniere con 6 gol è Di Carmine, che tornando in A 12 anni dopo il debutto con la Fiorentina ha vinto la concorrenza di Stepinski e di Pazzini (oggi ko).

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