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Tv, la Dazn rossa: storia di un rodaggio in diretta

Perplessi anche gli abbonati Sky, il pacchetto di 9 mesi lascia scoperte le ultime due giornate

20 Agosto 2018 - 12:00

Metti una sera Juve-Roma su Dazn. Metti che Benatia, nei minuti di recupero, lancia involontariamente Schick in contropiede che si presenta da solo davanti a Szczesny. Metti però che improvvisamente l'immagine diventa sempre meno nitida, poi opaca, e mentre il ceco sta per calciare, cala il sipario. Nero. Segna o no? Questo è più o meno l'incubo che, almeno stando ai primi chiari di luna, dopo l'esordio della nuova piattaforma digitale di Perform, a cui la Lega Serie A ha venduto i diritti tv per tre partite a settimana del massimo campionato, rischiano di vivere i tifosi della Roma (l'unica partita sicuramente su Dazn, per ora, è con la Juve a dicembre, ma potrebbe capitarne una prima). Questo è quello che nella serata di sabato hanno vissuto i tifosi di Lazio e Napoli e gli appassionati di calcio che volevano godersi il primo posticipo della stagione, con non poca curiosità per un prodotto giornalistico apparso invece già di buon livello per contenuti e novità (la partita con lo studio in campo, senza scrivanie e grafiche spaziali, ad esempio, è un'introduzione interessante per lo spettatore italiano).

Apparso. È proprio il termine esatto perché purtroppo la prima gara trasmessa da Dazn ha avuto più di un intoppo e diversi disagi per moltissimi utenti che - com'è consuetudine dei nostri giorni - sono insorti sui social network e si sono attaccati al telefono dei vari servizi clienti, per poi attaccarsi in molti casi semplicemente al tram. Dal 1' al 90' più recupero della partita dell'Olimpico la sorpresa, in negativo, ha lasciato presto spazio alla rabbia e all'incredulità per finire, come spesso accade, nell'ironia (quella cosiddetta "del web"), perché una risata, in fondo, continuerà sempre a seppellire tutti.

Gli esordi e i disagi

Ma andiamo con ordine. Perché, al di là del fatto che (soprattutto su schermo grande) si è notato che la visione della partita in streaming (con circa 40 secondi di ritardo sulla realtà - obbligati per ragioni tecniche e non è colpa di nessuno - e alto rischio "spoilerata" via social o Whatsapp) non è esattamente la stessa di una gara vista sulle piattaforme "tradizionali". Qualche scatto dell'immagine sui cambi di piano (quando la telecamera si muove velocemente, nei totali su un rinvio del portiere, per esempio) o qualche movimento innaturale casuale c'è. Magari da smartphone si nota meno, o chi è di "bocca buona" tende ad accontentarsi. Sta di fatto che il disservizio lamentato è stato piuttosto unanime (indipendentemente dal tipo di connessione utilizzata, anche se sembra andata meglio a chi ha usato la linea mobile piuttosto che la fissa) e il sintomo più o meno sempre lo stesso: immagine che inizia a sgranare fino a diventare schermo nero. Nella maggior parte dei casi con audio di sottofondo, non poco frustrante nell'era del grande fratello calcistico. In molti casi, poi, il sintomo si è ripetuto ogni dieci o quindici minuti. Un grande fardello, piuttosto, che è durato grosso modo per tutta la parte centrale della partita (per poi affievolirsi) e ha fatto venir voglia ad alcuni di tornare alla vecchia radiolina, che quanto meno consente all'ascoltatore di "vedere" le immagini che vuole attraverso la voce amica dei radiocronisti.

La stessa Perform, la piattaforma proprietaria di Dazn, ha ammesso il problema, dovuto con tutta probabilità al boom di collegamenti: «Siamo prontamente intervenuti, risolvendo la situazione nel minor tempo possibile», è stato sottolineato in una nota, per quella che è stata una «serata storica e di grande successo per la prima trasmissione di un match di serie A su Dazn in Italia». Problema risolto definitivamente? Lo scopriremo solo vivendo, ma immaginiamo si arriverà gioco forza (e presto) a una quadratura del cerchio, e sperimentando altre situazioni di traffico intenso (per la Liga e la Ligue 1, in effetti, nessuno aveva lamentato disagi). Opinioni discordanti, nella serata di ieri durante Sassuolo-Inter, con gli utenti divisi tra quelli a cui si è fermata l'immagine mentre Berardi calciava il rigore e quelli che invece esprimevano soddisfazione. Ma non può bastare, questo è il calcio. Meglio o peggio della prima giornata di partite in streaming, il bubbone è scoppiato. Con tutte le sfaccettature del caso: dalle ipotesi paventate di class action alla assoluzione piena per Dazn stessa, passando per l'attribuzione di responsabilità e certe "complicità" presunte di Sky.

La rete e gli affari

«La colpa è della Lega che per soldi ha assegnato i diritti a una piattaforma che non era pronta», si legge in qualche tweet. E che, semmai, non «ha preteso l'appoggio su un canale televisivo tradizionale». La rete, ma per una volta parliamo di una moltitudine di persone che amano il calcio (anche quello che ormai è diventato, cioè profondamente televisivo) e non di utenti, però non ha perdonato. Forse anche perché si è clienti non solo quando bisogna abbonarsi, ma anche quando si è toccati nelle tasche e insoddisfatti. Sono stati tanti i (già) clienti Sky (e Mediaset) che attendevano la commercializzazione dei famosi ticket Dazn frutto dell'accordo di Perform con gli ex duopolisti del calcio di casa nostra.
Tante però sono ancora le domande senza risposta in quest'estate di teorico progresso digitale in un Paese come l'Italia che, secondo i dati M-Lab 2018, è in risalita nell'umiliante graduatoria internazionale di connettività (e di velocità media banda larga): con una velocità di download di 15.1 Mpbs, utile a scaricare un film in HD da 5GB in 45 minuti, occupiamo il quarto posto, ma dal basso, su 29 Stati europei: abbiamo scalato tre posizioni e ora precediamo solo Malta, Grecia e Cipro. La speciale classifica delle velocità è guidata dai Paesi scandinavi.

Le domande degli abbonati

Innanzitutto, ci si interroga sulle formule di pacchetto (a 3, 6 o 9 mesi) messe in vendita a soli tre giorni dall'inizio del campionato (possibile arrivare così all'imbuto per un evento così importante come la Serie A?). Diversi clienti hanno osservato che Sky "vende" «tutta la serie A», possedendo il solo 70% delle partite e dovrebbe garantire - indipendente da chi fornisce il servizio di visione - la visione anche del restante 30% (per ora traballante). Cosa che ancora - e in parecchi poco inclini alla tecnologia o tratti in inganno da qualche informazione commerciale immaginavano ci fosse un canale Sky dedicato - tramite hardware e software dell'emittente satellitare non è possibile, visto che l'app Dazn non è disponibile e si arriverà a settembre inoltrato prima di poterla scaricare sul nuovo decoder Sky Q, che comunque chi è già cliente paga profumatamente, dai 99 ai 199 euro una tantum, a seconda dell'opzione scelta (per i nuovi clienti invece il costo è incluso nell'installazione). Tuttavia il prezzo per un servizio che ha perso in un anno 3 gare di A, la Liga e tutta la Serie B non è diminuito. Anzi, bisogna pagare un pacchetto in più, il ticket Dazn, appunto, che nell'ipotesi full costa 89,99 euro (scontati a 59,99) ma si "mangia" il mese di prova gratuito che Dazn regala a chiunque (in pochissimi step, altra nota di merito) voglia abbonarsi alla piattaforma tramite il sito e guardare subito calcio.

E non è finita: i 9 mesi di pacchetto sono solari, così molti clienti zelanti, che hanno subito attivato l'offerta, si sono trovati scoperti dell'ultima giornata di campionato (26 maggio 2019) e in alcuni casi, dipende dal giorno in cui si è attivata l'offerta, di due turni (il penultimo è nel weekend del 18 e 19 maggio). Insomma, per chi ha deciso di dare fiducia al proprio provider (sì, facilitato dallo sconto applicato) e di dare fiducia a scatola chiusa, pagando in un'unica soluzione in anticipo, per ora c'è danno e beffa. «Poi ci saranno delle promozioni, stia tranquillo», rispondono dal call center Sky, ma a Roma "tranquillo" non è noto per aver fatto una bella fine. Tant'è, al momento - confermano da Sky - non ci sono promozioni previste che possano essere assorbite nel gettone pagato in estate e quando scadranno i mesi acquistati, per continuare a vedere le partite di Dazn bisognerà pagare ancora (invece dei 9,90 euro al mese previsti, 7,99 euro). Poco male, si dirà. «Ma è una questione di principio», risponde chi ha già attivato il pacchetto su Dazn con il codice di sconto comunicato da Sky (che fa partire il "tassametro" dei giorni) e ha "scoperto" con sorpresa che potrebbe non vedere le partite che forse assegneranno lo scudetto. Diversi utenti, per altro, hanno segnalato che la mail di Sky che informa di questo aspetto è arrivata qualche ora dopo l'arrivo via sms del codice da Dazn, non consentendo di apprendere con anticipo - e decidere di posticipare l'attivazione magari di un mese (dopo aver usufruito del mese di prova gratuito che con Sky non è disponibile e ottenuto grazie all'attivazione di un altro account) - di questa particolare condizione. Insomma, un ginepraio, dal quale il calcio deve uscire in qualche modo, per il bene di tutti: degli appassionati, ma anche di Sky e Dazn che potrebbero vedere sensibilmente diminuire i propri affezionati.

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