ASCOLTA LA RADIO RADIO  

Roma-Juventus, ultima chiamata

Atalanta e Milan volano. Per coltivare le residue speranze di Champions, bisogna battere l’avversaerio storicamente più difficile da affrontare

Juan Jesus e Kolarov in allenamento, di LaPresse

Juan Jesus e Kolarov in allenamento, di LaPresse

12 Maggio 2019 - 07:37

È la bestia nera. Anzi, la bestia bianconera. Perché la Juventus non è solo la squadra contro cui la Roma ha perso più partite (81) nella sua storia in Serie A (con 49 pareggi e 39 vittorie); non è solo la squadra contro cui la Roma è rimasta a secco nelle ultime tre gare (e in cinque delle ultime sei: e solo una volta i giallorossi non hanno segnato in quattro sfide di fila contro i bianconeri in A, tra il 1948 e il 1949); non è solo la squadra che ha uno stadio in cui non sei riuscito ancora a fare un punto; e non è solo la squadra che ha vinto gli ultimi otto campionati, nel corso dei quali ben tre volte ha avuto la Roma come prima rivale. Ma la Juventus è pure la squadra che popola da sempre i nostri incubi per come incarnava il potere virtuale prima del gol di Turone e per la disinvoltura con cui ha reso carnale quel fastidio dopo quel gol, con i centimetri di Boniperti che sono diventati i metri di Moggi e di quel sistema che ha avvelenato le falde del calcio italiano, con quei diseducativi slogan antisportivi che hanno solleticato la pancia del tifoso e scavato un solco che poi le vittorie vere (nel senso di giuste, e la Juve, soprattutto negli ultimi anni, se n'è meritate parecchie) hanno reso incolmabile. Così oggi la Juve è quel modello che non vorremmo avere, ma che c'è e alla fine che guardi anche con un po' di invidia. Tanto da provare a portare qui l'uomo che cominciò quel ciclo di otto anni e che invece alla fine si è pure negato. E se Conte poi andrà all'Inter al danno si aggiungerà pure la beffa.

Atalanta e Milan volano

Il paradosso della sfida di oggi (calcio d'inizio 20,30, e in questo maggio anomalo ci sarà freddo, vento e pioggia) è che neanche l'impresa di batterli ti darà la garanzia di rivedere un obiettivo che l'Atalanta sta rendendo ogni giornata più irraggiungibile, e dopo stasera ne saranno rimaste appena due. Oggi la classifica dice che il quarto posto valido per la Champions è a quattro punti, ma se stasera la Roma se la vede con la prima già campione, domani l'Inter (la quarta, appunto) gioca con l'ultima già retrocessa, il Chievo, e quindi neanche il tifoso più ottimista può pensare che sia facile in queste condizioni recuperare punti, considerando anche il successo del Milan a Firenze. E restare a 180 minuti dalla fine a -4 significa davvero che la musica è finita, o almeno sta finendo. La palla che avrebbe potuto rimettere tutto in discussione ce l'ha avuta Bessa nel recupero di ieri tra Atalanta e Genoa, ma l'ha buttata via insieme a tante delle residue speranze romaniste: così è finita 2-1 e l'Atalanta è arrivata addirittura al terzo posto. Bene fa in ogni caso Ranieri a crederci ancora e a motivare i suoi giocatori fino all'ultimo.

Una tradizione favorevole sta nel fatto che all'Olimpico la Roma ha perso solo una delle ultime sette partite casalinghe contro i bianconeri in serie A, ed è lo 0-1 del maggio 2014 con gol di Osvaldo. Nelle precedenti sei all'Olimpico i giallorossi avevano subito ben cinque sconfitte e un pareggio. In più il momento generale della squadra di Allegri non è certo dei migliori. A vedere il rendimento delle ultime 4 giornate (una vittoria, due pareggi e una sconfitta), non c'è traccia del rullo compressore delle prime 31: e nelle ultime cinque ha sempre subito almeno un gol, non arriva ad almeno sei dal settembre 2015. E addirittura ha vinto solo una delle ultime sei partite giocate in tutte le competizioni: l'ultima volta che ha collezionato una vittoria in una striscia di sette match risale al febbraio 2010, con Zaccheroni in panchina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA