ASCOLTA LA RADIO RADIO  

Arbitri, una passione a rischio

Il ferimento del giovane fischietto Riccardo Bernardini non è un caso isolato. Nel calcio dilettantistico, solo in questa stagione, sono già 51 li aggressioni

19 Novembre 2018 - 16:13

Nel Lazio il calcio dilettantistico si ferma. E, complice la sosta per le Nazionali, nella regione si vive un fine settimana diverso dal solito. Stop ad ogni tipo di gara (ufficiale e amichevole) di ogni categoria dilettanti o di settore giovanile (campionati e coppa), di calcio a 11 e a 5, sia maschile sia femminile. Lo ha deciso il Consiglio Direttivo del Comitato Regionale del Lazio della Lega nazionale dilettanti, aderendo alla proposta dell'Aia dopo l'aggressione subita la scorsa domenica  al termine di una gara del Campionato di promozione dal giovane arbitro Riccardo Bernardini.

«Solo il tempestivo intervento di coloro che erano presenti – si legge in una nota del Comitato direttivo laziale - ha evitato conseguenze di assoluta gravità. Riccardo Bernardini è un arbitro della sezione di Ciampino, un ragazzo che ama il calcio e che ha deciso, come tutti gli arbitri, di mettere questo suo amore al servizio degli altri. Tramite la sua passione consente agli altri di esprimere la propria. Dovrebbero essere sempre ringraziati per questo. Nessuno può permettersi di infangare con comportamenti inqualificabili, non solo nello sport ma anche nella società civile, il lavoro quotidiano dei tanti che insistono ed investono sui principi di lealtà e correttezza propri dell'attività sportiva, che assicurano incontri accesi dal punto di vista agonistico, ma disputati nella massima serenità e nel rispetto degli avversari e dei direttori di gara, e che ora si vedono dipinti come violenti ed aggressivi». Eccolo, il punto. I responsabili dell'aggressione al giovane arbitro hanno colpito non solo il fisico del fischietto, ma anche la passione – quella sana - di un esercito di "malati" dello sport e del calcio in generale.

I numeri della passione...

Nella stagione 2016-17 in Italia si sono disputate in totale 572.438 gare ufficiali. Di queste, solo l'1% (3.569) nei campionati professionistici. Il 65% (370.558) sono state partite di campionati giovanili, mentre il rimanente 34% (ossia 198.311 incontri) hanno riguardato campionati dilettantistici. I calciatori tesserati per attività dilettantistica e giovanile nella stessa stagione sono stati più di un milione, 1.044.505 per l'esattezza. Numeri riportati dal Report Calcio 2018 e che certificano come il calcio dilettantistico e giovanile rappresenti il principale movimento sportivo italiano. E il Lazio, che in questa storia è vittima due volte (la prima con l'arbitro, la seconda con lo stop), è la terza regione per numero di tesserati con 95. 442 atleti. Nel Lazio un abitante su 62 è tesserato con una squadra, che nella regione nella stagione 2016-17 – anno di riferimento del Report Calcio 2018 - erano in totale 1.140, suddivise in 819 società dilettantistiche e 321 settori giovanili e scolastici. Ieri, a fermarsi sono stati 747 società dilettantistiche e 250 settori giovanili. Numeri che certificano un calo di partecipazione e che meritano una riflessione.

…e quelli della vergogna

L'Aia (l'Associazione Italiana Arbitri) conta 32.290 iscritti. Di questi, più di 30mila scendono in campo in tutta Italia per arbitrare partite di campionati dilettantistici e giovanili. Le cronache raccontano dei rischi che affrontano per quella che, anche da parte loro, è una passione. Forse più forte di tutte, se per alimentarla spesso accettano rischi di gran lunga minori dei calciatori stessi. L'episodio di domenica ai danni del 24enne Riccardo Bernardini nel campionato Promozione del Lazio è soltanto l'ultimo di una lunga serie. Solo nella stagione in corso si contano già otto episodi. Allargando il raggio, i numeri delle ultime stagioni sono da incubo: 473 aggressioni nel 2016-17, 451 nel 2017-18 e finora 51 nel 2018-19. Nell'ultimo campionato, il record di aggressioni è andato alla Calabria, con la poco gratificante cifra di 95 casi. Seguono la Sicilia con 67, la Campania con 47 e il Lazio con 43. Menzione speciale al Friuli Venezia Giulia, regione "normale", dove lo scorso anno non si è registrato neppure un caso di violenza. Sarebbe interessante capire quante di queste aggressioni siano state effettuate da tesserati e quante invece da semplici spettatori. Anche in questo caso, i numeri sollecitano una riflessione: sul podio della vergogna ci sono le tre regioni culla della criminalità organizzata. Che sia già una risposta?

La migliore reazione

La voglia di giocare e confrontarsi per dire no alla violenza è sempre più forte e sentita soprattutto dalle giovani leve. Lo dimostra l'iniziativa dell'Ottavo Municipio di Roma dove sabato i giovanissimi calciatori di due squadre romane, l'Omc Roma e il Poseidon, sono scesi lo stesso in campo dando vita alla "Partita dell'Amicizia". Il match si è giocato sul campo G. Fiorini di Via Costantino e ha avuto un "copione" molto particolare: le due squadre si sono mischiate e per due ragazzi c'è stata l'opportunità di sperimentare l'arbitraggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA