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VIDEO - Monchi: "Arrivare tra le prime 4 d'Europa è un segnale per il futuro"

Il ds Monchi ripercorre il percorso della Roma in Champions League: "Dopo aver pescato il Barcellona ero preoccupato ma avevo fiducia e alla fine siamo passati"

09 Giugno 2018 - 13:32

Il ds della Roma Monchi racconta il cammino in Champions League della Roma in uno speciale andato in onda oggi a Roma Tv. Il dirigente spagnolo ripercorre le tappe di una stagione emozionante: dal sorteggio di Nyon fino all'eliminazione in semifinale, passando per la vittoria del girone e l'impresa contro il Barcellona: "Il primo pensiero dopo il sorteggio non è stato bello, ho pensato di essere stato sfortunato. Abbiamo pescato due squadre forti come Chelsea e Atletico Madrid. A Monaco tutti parlavano come se i primi due posti del girone fossero già assegnati e la Roma dovesse accontentarsi di andare in Europa League".

Roma-Atletico Madrid

"È stata la prima partita importante come direttore sportivo della Roma, la prima in Europa. È stata una serata bella anche se è stata una partita che non è andata molto bene. Abbiamo sofferto molto e Alisson è stato formidabile ma credo che è stato un bel pareggio per cominciare anche perché dopo è stato importante questo pareggio".

Qarabag-Roma

"Dopo la partita con il Qarabag parlavo con il mister. Io che ho un po' di esperienza in Europa e gli ho detto che nelle trasferte superiori ai 3mila km tutte le vittorie che arrivano sono buone perché cambiano tante cose. Arrivare a Qarabag e vincere non sarà mai facile per nessuno".

Chelsea-Roma

"Credo che di tutto il nostro percorso in Champions questa partita contro il Chelsea sia stato l'inizio di tutto. Per la Roma è stata una crescita di mentalità importante. Arrivi a Londra contro il Chelsea e dopo 30' sei sotto 2-0 potevi crollare e invece la squadra ha avuto fiducia e ha fatto una rimonta bellissima".

Roma-Chelsea

"Credo che una partita così ti fa credere di più in te stesso ed è l'inizio di quello che abbiamo fatto dopo".

Atletico Madrid-Roma

"Nei primi 30' la Roma ha avuto tante occasioni con un buon pressing, dopo nel secondo tempo alla prima occasione hanno fatto gol. Dopo la partita avevo due sensazioni: contento per l'atteggiamento ma anche una sensazione brutta, per me era un momento importante per rispondere presente".

Roma-Qarabag

"È la chiusura del cerchio: lui ha fatto il gol che ci ha portato qui e qui fa il gol che ci porta avanti. È stata una bella coincidenza e anche meritata per lui, quello contro il Genoa è stato quello più importante. Con il Qarabag abbiamo sofferto un po‘ la pressione di dover vincere a tutti i costi ma alla fine è stato giusto così".

Gli ottavi

"Era una squadra alla pari della Roma, ha un allenatore fortissimo e una squadra fortissima. Avevano vinto con il City, avevano vinto a Napoli ed avevano passato il girone, qualcosa lo avevano fatto vedere. È vero che era una sfida equilibrata e alla fine così è stata. Abbiamo fatto un buon primo tempo ma nella ripresa qualcosa è mancato, forse eravamo convinti di aver già fatto tutto ma in Europa non puoi ragionare così. Per me è stato la cosa peggiore che abbiamo fatto in questo anno per la mentalità, che poi è quello che io volevo portare qui a Roma. L'andata è stata equilibrata, una partita dove la Roma ha giocato con la testa. Abbiamo fatto una buona partita, sapevamo che erano forti in contropiede e mi è piaciuto l'intelligenza e la mentalità della squadra sul campo".

I Quarti

"In un primo momento abbiamo avuto un po' di paura ma dopo abbiamo iniziato a crederci. Ho fatto subito un'analisi tecnica: loro sono più forti ma noi siamo più fisici, noi con gliocatori come Kolarov, Dzeko o Manolas. Se riusciamo a metterla sul fisico abbiamo qualche possibilità. Al ritorno da Nyon non ero contento ma avevo fiducia. Ho sempre pensato che la qualificazione l'abbiamo conquistati al Camp Nou, negli spogliatoi eravamo più convinti dopo che prima: il risultato è stato bugiardo, l'arbitro non ci ha aiutato e abbiamo mancato diverse occasioni. Ricordo che parlando con il mister e parlavamo di fare qualcosa di importante. Sembrava quasi una follia ma c'erano le basi. Dopo l'andata eravamo veramente convinti e questo è il messaggio che è uscito da Trigoria ed è arrivato ai tifosi. Loro erano convinti di essere qualificati, erano tutti fermi. È stato per loro rientrare in partita anche perché davanti avevano 11 matti che volevano la vittoria. Era impossibile non fare il terzo gol: lo faceva Manolas o lo facevano i tifosi o lo faceva pallotta. Era impossibile non farlo. Dopo aver vinto il girone mancava qualcosa da fare: arrivare tra le prime 4 d'Europa contro il Barcellona è stato un segnale importantissimo".

La Semifinale

"È stata una partita strana. All'inizio l'atteggiamento è stato buono: nei primi 25' la Roma ha controllato la partita. Dopo la loro prima occasione da gol con Mané la squadra si è spaventata: in 30' abbiamo buttato via la partita. È una cosa che dobbiamo capire che in futuro la risposta della squadra dovrà essere diversa. Abbiamo provato dolore perché avevamo tutti tanta fiducia in questa partita ma purtroppo in Europa se non stai al 100% lo paghi sempre. Al ritorno è vero che ci credevamo ma c'era una differenza: loro lo sapevo che lo avevamo già fatto e il Liverpool non è venuto qui con lo stesso aggiornamento del Barcellona. È mancato qualcosa ma credo che dobbiamo essere orgogliosi della squadra e dei nostri tifosi. Stiamo costruendo il presente ma anche il futuro. La Roma è in crescita, se lavoriamo tutti nella stessa direzione è più facile arrivare alla meta".

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