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Riise: «Sarò all'Olimpico per Roma-Liverpool. Amo la Sud»

L'intervista al doppio ex: «È la mia partita. Queste squadre si equivalgono, I tifosi sono simili, fantastici. I prezzi? Sono veramente troppo cari»

24 Aprile 2018 - 11:05

Gialloroscio, norvegese e romanista. Dentro e fuori. Jonh Arne Riise, ex terzino sinistro della Roma e del Liverpool, ha lasciato un grande ricordo ovunque sia andato nella sua carriera, ma nelle due squadre che si giocheranno la semifinale di Champions questa sera e il 2 maggio di più. Lanciato in patria dall'Aalesund, dopo un anno e mezzo a buoni livelli, in Francia, al Monaco, è diventato dei Reds con la Roma appena scudettata, nel luglio del 2001, lì si impose per sette stagioni e trovò la ribalta nel calcio internazionale. Alla Roma arrivò nel 2008 e rimase per tre stagioni: 136 partite ufficiali con la maglia giallorossa e 11 gol e 12 assist all'attivo. Personalità e cuore. E fu subito feeling coi tifosi della Roma, che gli dedicarono pure il coro personalizzato. Olè-olè-olè-Riise-Riise. E con Totti, che qualche anno fa ha definito senza mezzi termini «la cosa più vicina a Dio in una squadra di calcio». Tre reti a San Siro, tra Inter e Milan e una, memorabile nei minuti di recupero di Juventus-Roma del 23 gennaio 2010, che valse la vittoria. Confidenza con il gol e buona fase difensiva, è stato l'esterno sinistro di Claudio Ranieri, a cui regalò nei minuti finali di Siena-Roma il 13 settembre 2009 i primi tre punti all'esordio in panchina con una punizione. E con lui sfiorò lo scudetto. Di Ranieri più che del predecessore Spalletti, con cui forse il ricordo più caro resta la sua prestazione da centrale d'emergenza (con Diamoutene) nell'epica e sfortunata Roma-Arsenal di Champions del marzo 2009. E più che di Montella, che è stato l'ultimo ad allenarlo alla Roma. Andò via in punta di piedi, con la Capitale nel cuore, con l'arrivo di Luis Enrique, quando arrivò la proprietà americana.

Ha detto che il suo cuore è al 50% della Roma e al 50% del Liverpool. Chi ha più possibilità di andare in finale?
«Difficile capire quale sia la favorita. Penso che le due squadre si equivalgano. La differenza la faranno i singoli».

Ci dice qual è un pregio e quale un punto debole di Liverpool e Roma?
«Il pregio della Roma è che sono forti come squadra. È difficile trovare un difetto, forse la difesa. La forza del Liverpool è rappresentata da alcune individualità che possono fargli vincere le partite. Il punto debole è lo stesso della Roma: la difesa può andare in difficoltà in queste partite».

Si aspettava che Salah fosse il giocatore che stiamo ammirando in questa stagione? È migliorato con Klopp?
«Sapevo che Salah era bravo, ma in questa stagione è stato incredibile. Ovviamente è migliorato con Klopp. È un top player».

Cosa ne pensa di Dzeko che non è stato così brillante in Premier ma sta dando il meglio di sé in Serie A?
«È un calciatore molto bravo che è più adatto allo stile di calcio italiano rispetto a quello inglese. Mi ha sorpreso per come sta giocando bene».

Parlando delle due tifoserie, ci sono dei punti in comune?
«Sono due tifoserie molto simili, due delle migliori al mondo. Ci sarà un'atmosfera fantastica in tutte e due le partite».

Servono tra i 65 e i 90 euro per seguire una partita di Champions in trasferta. Il prezzo dei biglietti fa molto discutere. Che idea si è fatto? Sono prezzi giusti o è troppo?
«È veramente troppo!».

Sarà all'Olimpico per la gara di ritorno? I tifosi della Roma la seguono con affetto. Qual è il suo messaggio per loro?
«Sì, verrò all'Olimpico. Non vedo l'ora di essere lì e di vivere quell'atmosfera. So esattamente cosa può fare la Curva Sud durante le partite. I tifosi romanisti mi supportano ancora, sono fantastici e li ringrazio per il supporto che mi danno sempre. Li amo tanto».

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