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Roma-Shakhtar, Monchi: "Attenti a Fred. Vi racconto il colpo Under e la trattativa Dzeko"

Il direttore sportivo ha parlato anche di Alisson, Dzeko, Under e del campionato giallorosso: "Bisogna fare chiarezza"

La Redazione
13 Marzo 2018 - 11:06

Intervistato da Cadena Ser all'interno del programma radiofonico "Play Futbol", Monchi ha parlato a 360 gradi della Roma, analizzando anche la partita di questa sera e alcune dinamiche di mercato legate alla ultime due sessioni di calciomercato. Ecco alcune dichiarazioni del Direttore sportivo romanista.

Come affronterete Roma-Shakhtar dopo il 2-1 dell'andata?
"Dobbiamo affrontare questa partita sapendo che è una delle più importanti giocate dalla Roma negli ultimi tempi. Ci giochiamo la possibilità di arrivare ai quarti contro un avversario ostico, ma lo facciamo con l'ambizione e la voglia di andare avanti nel torneo. Passare il turno sarebbe importante per la società, per la crescita del club. Abbiamo preparato la gara con motivazione e con concentrazione. Non è facile, ma non è impossibile".

Le piace qualcuno dello Shakhtar? Chi prenderebbe?
"Hanno costruito una buona squadra. Lo zoccolo duro è rappresentato dai brasiliani: Taison, Marlos, Bernard e soprattutto Fred, che secondo me è il giocatore più importante che hanno, per qualità e per come sa giocare la palla in uscita. A livello offensivo sono forti e il loro allenatore è bravo. Dobbiamo conoscere le loro qualità, che già abbiamo sofferto nella gara di andata. Dobbiamo stare attenti ai brasiliani e in particolar modo a Fred che è un giocatore fortissimo. Così ho risposto alla tua domanda".

Come giudica questa stagione?
"In linea generale, siamo felici di come sono andate le cose in Champions, ora speriamo di esserlo ancora di più e di continuare il nostro cammino. Per quanto riguarda il campionato serve un po' di chiarezza. Credo sia un anno particolare, sono cambiati sia l'allenatore sia il direttore sportivo. Per questo era complicato, siamo partiti con un po' di incognite che piano piano stanno sparendo e stiamo raggiungendo una linea precisa. Non siamo al top, lo direi se fossimo attaccati a Napoli e Juventus, ma stiamo costruendo una Roma dal futuro ambizioso e con un presente esigente. Credo che la Roma debba guardare avanti e che la stagione abbia ancora molto da dire, il futuro inizia sempre nel presente. Dobbiamo stare concentrati con l'ambizione di continuare a crescere".

La priorità della Roma in estate è stata la costruzione di una rosa completa?
"Sì, certo. La base che c'era era abbastanza importante. La squadra è arrivata seconda lo scorso anno, e l'80% di quella rosa è rimasto. Sono andati via Salah, Paredes, Rudiger e Mario Rui, però sono rimasti Dzeko, Nainggolan, Strootman, Manolas, De Rossi, Perotti, El Shaarawy… Completare la rosa non era un compito semplice. Abbiamo cercato alternative a questi giocatori. In linea generale sono soddisfatto, però come dico sempre non esiste una pianificazione perfetta. Sicuramente si può migliorare e, come ho detto prima, stiamo vivendo il presente, ma allo stesso tempo stiamo costruendo il futuro".

Parliamo di Under: la decisione finale l'ha presa lei?
"Sì, su tutti i calciatori che sono arrivati quest'anno. Sono arrivato a Roma a fine aprile dello scorso anno, tutto quello che è stato fatto dopo è stato deciso dal mio gruppo di lavoro, non solamente mio. Era un profilo che seguivo da un po' di tempo. Sapevamo che c'era questo giovane che venendo dalla Turchia avrebbe avuto problemi di adattamento per la lingua e per altre cose che avrebbero avuto bisogno di tempo, ma eravamo sicuri delle sue qualità. Dopo i primi mesi, in cui è stato gestito molto bene dal mister che gli ha dato il giusto minutaggio, a partire da gennaio ha avuto maggiore continuità e i risultati sono arrivati. Negli ultimi due mesi è stato in grado di fare gol importanti. Siamo contenti, ma credo che ci siano ampi margini di crescita, è pur sempre un ragazzo di 20 anni che sta imparando solo ora l'italiano. Siamo convinti delle sue qualità tecniche e fisiche. Può essere un giocatore importante per il futuro della Roma".

Alisson è uno dei migliori portieri del mondo?
"E' difficile fare queste valutazioni, ma mi sembra fortissimo. Ora che ho la fortuna di vederlo giorno dopo giorno, posso dire che è in una condizione incredibile, sta ottenendo risultati fantastici. Non so se è il miglior portiere del mondo, però è sicuramente un portiere di altissimo livello, non a caso è il titolare della nazionale brasiliana e della Roma. Sono contento che sia qui con noi".

Come è andata con Dzeko a gennaio?
"L'offerta del Chelsea c'è stata, è vero, ma è anche vero che l'unica cosa che ha fatto la Roma è stato ascoltare l'offerta, valutarla e studiarla, e poi, conoscendo un po' anche la volontà del giocatore, l'operazione non ci ha soddisfatto. Per noi Edin è un giocatore importante, che ci ha dato tanto in passato e che ci sta dando tanto nel presente. Come ho detto in Italia, il direttore sportivo durante il mercato deve ascoltare le offerte, valutarle e poi accettarle o rifiutarle, e in questo caso non siamo arrivati alle condizioni che potessero soddisfare tutte le parti".

Come funziona il lavoro di squadra: avete gente specifica suddivise per zone?
"Siamo un gruppo di lavoro con 14 persone, ognuno è specializzato. Lavoriamo con una base di dati nostri. Soprattutto nei primi sei mesi facciamo più lavoro di campo e osservazione, e a partire da gennaio con queste informazioni facciamo una selezione. Come hai detto, ogni campionato è assegnato a una persona incaricata di analizzarlo e segnalare giocatori".

Cosa ne pensa delle statistiche nel calcio?
"La Roma è uno dei club che li utilizza di più per la filosofia della società. La proprietà americana crede molto nei dati in tutti gli aspetti. Io sono un ds a cui piacciono le statistiche, credo siano utili e ho trovato un club perfetto. I dati aiutano, ma solo quelli buoni. La cosa fondamentale è quella di trovare i dati che ti aiutano ad accorciare il campo di selezione. L'obiettivo è quello di mettere davanti a un direttore 50 giocatori invece di 1000, fare un po' la sintesi. I numeri non possono sostituire gli umani, ma possono aiutare a ridurre il numero i giocatori da visualizzare in funzione delle caratteristiche che servono alla rosa".

Le giovanili e i giocatori romani e romanisti sono importanti...
"Sì. Nel calcio italiano ci sono diversi calciatori che giocano nelle squadre in cui sono cresciuti. Qui ho trovato un processo di lavoro molto interessante, ma uno degli obiettivi del futuro della Roma è proprio quello di continuare a potenziare lo spirito romanista della società e il modo migliore per riuscirci è implementare il settore giovanile".

Sono stati spesi 220 milioni per Neymar, 160 per Coutinho, 180 per Mbappé. Dove sta arrivando il mercato? Monchi sa dare una risposta chiara?
"No (ride, ndr). Non lo so. Situazioni impensabili fino a qualche anno fa. Ripeto, non lo so. Speriamo che arrivi ad un punto comunque sopportabile, lo dico da addetto ai lavori".

Cosa chiede Monchi alla Roma? Vincere titoli?
"Voglio equilibrare i risultati sportivi alle esigenze dei nostri tifosi. Abbiamo una tifoseria molto importante, il nostro club ha una grande ripercussione mediatica, quindi dobbiamo adeguare i risultati sportivi a tutto ciò".

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