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L'antijuventino doc: Radja fallo ancora

L’anno scorso segnò la rete del 3-1 all’Olimpico, ora sogna di ripetersi. La Juve è l’avversario che più di qualsiasi altro vuole battere. Perché quel mondo non è il suo

12 Maggio 2018 - 07:48

Non è cambiato. Nel senso che non è il caso di dargli troppo credito quando, roba di qualche settimana fa, disse che avrebbe preferito lo scudetto alla Juventus piuttosto che al Napoli. Non perché Radja Nainggolan in quell'occasione non sia stato sincero, ma quella dichiarazione non è una marcia indietro rispetto a un'antijuventinità che ha sempre manifestato, pur nella consapevolezza che nell'ingessato mondo del calcio gli avrebbe portato più antipatie che simpatie. Quella dichiarazione dovete semplicemente storicizzarla e capirla, peraltro non ci vuole neppure un quoziente d'intelligenza sopra la media. Semmai, quella dichiarazione, è un altro manifesto del suo essere romanista. Perché voleva semplicemente dire che, nel caso la Juventus avesse abdicato dopo sei stagioni scudettate, gli avrebbe dato un po' fastidio che non fosse la sua Roma ad approfittarne.

Accontentato. Visto che il settimo scudetto bianconero è un dato di fatto e pure qui non serve un'intelligenza superiore per capirlo. Domani sera, però, potete scommetterci, l'ex cresta più amata da Roma, farà di tutto e di più per togliersi la soddisfazione, insieme ai suoi compagni, di battere la vecchia signora e, magari, mandare un pizzico di traverso la festa juventina che ci potrebbe comunque stare se il Napoli non vincesse sul campo della Sampdoria. Sarebbe ancora più gustoso se sulla vittoria della sua Roma ci fosse il marchio di un suo gol, come nel tre a uno della passata stagione, pagherebbe di tasca sua, il belga, per farlo ancora, per concedere un bis che sarebbe anche come lanciare un nuovo guanto di sfida in vista della prossima stagione.

Non ha mai fatto mistero, Radja, di sopportare poco il mondo Juventus. A Torino se ne resero conto già quando Nainggolan vestiva ancora la maglia del Cagliari. Campionati importanti ed emergenti quelli del belga in Sardegna. Al punto che entrò nel mirino dei maggiori club italiani e quando si parla di maggiori club tricolori, il primo che ti viene in mente non può essere che la Juventus. Lo volevano a Torino, convinti che sarebbe stato l'uomo giusto per rinforzare il centrocampo bianconero. Non è che non ci avevano visto giusto e non è neppure che non abbiano poi acquistato comunque grandi giocatori, ma il belga mandò segnali di poco gradimento, soprattutto quando alle sue orecchie arrivò la notizia che tra le squadre pretendenti al suo cartellino c'era anche la Roma. Non ebbe nessun dubbio nella scelta. Non l'ha mai rimpianta anche se da quelle parti si sarebbe stancato di vincere. Ma, come ha ribadito anche recentemente, la felicità non ha prezzo. E lui è felice qui, in un mondo Roma che è stato capace di non fargli pesare qualche esuberanza di troppo, di accettarlo per quello che è e che non ha mai provato a farlo diventare un soldatino.

Le voci di mercato raccontano che anche in questi suoi anni romanisti, la Juventus gli abbia fatto arrivare messaggi di corteggiamento. Rifiutati per l'ennesima volta. Al punto che non si nascose dietro un dito quando il corteggiamento della vecchia signora fece breccia nel cuore di Pjanic, dicendo pubblicamente che non l'avrebbe più salutato. Non è successo perché l'amicizia è un valore che vale molto di più, ma certo domani sera sarebbe felice di dare un altro dispiacere al suo amico Miralem. E allora, fallo ancora, Radja.

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