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Juventus-Roma: la partita infinita

Sabato alle 20.45 si gioca l’84° confrontro tra le due rivali a Torino. Una storia fatta di giornate amare, vittorie (poche e indimenticabili) e grandi ingiustizie

21 Dicembre 2017 - 09:00

Juventus contro Roma, una storia infinita. Per alcuni rivalità unica, superiore a quella con la Lazio. Soprattutto per le generazioni cresciute a cavallo tra gli anni '70 e '80. Dal 29 gennaio del 1928, prima assoluta in terra piemontese, sono 83 le occasioni in cui le due squadre si sono fronteggiate in Serie A in quel di Torino. Tra giornate amare, recriminazioni, tensioni e pochi, ma indimenticabili momenti di gloria. Tutto ebbe inizio il 29 marzo del 1936 nell'allora Stadio Mussolini, poi Comunale. Seconda alle spalle del Bologna, la Roma si trova al cospetto di una Juventus stellare, reduce dal famoso "Quinquennio" di successi e imbattuta fra le mura casalinghe da oltre quattro anni. La rete di Cattaneo e la doppietta di Di Benedetti regalarono a sorpresa il primo successo davanti a poche decine di tifosi arrivati a Torino grazie alla "carovana di soci e simpatizzanti" organizzata dalla società al prezzo speciale di 133 lire.

Sette anni dopo, l'11 aprile del 1943, la Roma tricolore ottiene la seconda vittoria al Mussolini grazie ai gol di Amadei e Coscia, con la rete della bandiera bianconera realizzata da Magni. Uno dei pochi momenti di gioia per la squadra allenata da Geza Kertesz, subentrato ad inizio stagione ad Alfred Schaffer, con la Roma che chiuderà la stagione al nono posto a causa della volontà del tecnico di imporre il "sistema" ad una squadra abituata ad altri dettami tattici. Dicono non esista due senza tre, eppure l'attesa per il terzo successo fu lunga più di un decennio. Il giorno dell'Epifania del 1957 infatti è Da Costa con una memorabile doppietta in altrettanti minuti a regalare due punti d'oro alla formazione giallorossa, che a fine campionato riuscirà a salvarsi con una sola vittoria di vantaggio sulla zona retrocessione. Inutile la rete siglata nella ripresa dallo juventino Colombo. Dieci e anni e dieci mesi dopo, il 5 novembre del 1967, è un giovanissimo Fabio Capello a regalarsi la prima rete con la maglia giallorossa e un successo a lungo atteso dalla formazione di mister Pugliese. Arrivati alla stazione Termini con la vittoria nelle tasche, i giocatori e i tantissimi tifosi al seguito furono accolti da una folla festante armata delle prime pagine dei giornali dell'epoca. "Mai la Roma così grande", titolano i quotidiani elogiando l'impresa romanista e facendo presagire un futuro che, purtroppo, si rivelerà meno luminoso del previsto.

Dallo 0-1 del 1967 a quello del primo novembre 1981 targato Falcao. Partita di cui rimase memorabile la testimonianza di un barista dei Parioli arrivato a Torino insieme ad oltre 3mila romanisti. «Questa trasferta mi è costata centomila lire, ma sono soldi ben spesi. Ho visto la Juventus schiattare, è una soddisfazione che mi volevo levare l'anno scorso». Ovvero dal 10 maggio del 1981, partita decisiva per il titolo e simbolo per antonomasia della rivalità tra Roma e Juventus. La partita dei "millimetri che fanno la storia", per utilizzare le parole di un deluso Dino Viola. La gara del gol annullato a Turone, della Curva Maratona riempita dai fumogeni giallorossi e dal lungo striscione "Lotta con il cuore vinci il tricolore". Lo 0-0 finale indirizzò lo scudetto verso Torino, posticipando ingiustamente l'attesa dei romanisti. Ma la prigionia del sogno era ormai destinata a svanire.

Juventus-Roma di 23 dicembre non sarà una novità, ma un dolce ricordo. A pochi giorni dalla fine del 1995 infatti la formazione di Mazzone espugnò il Delle Alpi grazie alla rete di Balbo e l'autogol di Ferrara, con il settore ospiti che aveva salutato l'ingresso in campo della Roma con bandierette gialle e rosse a circondare due grandi teli raffiguranti rispettivamente lo stemma societario e la scritta "AS Roma 1927, il nostro simbolo la nostra storia". Soltanto due infine i successi del nuovo millennio: lo 0-2 del 29 settembre 2001 in cui la Roma scudettata con le reti di Batistuta ed Assuncao mandò in visibilio i 6mila tifosi al seguito, quindi l'ottava e finora ultima affermazione datata 23 gennaio 2010 con il gol a tempo praticamente scaduto di Riise a sentenziare la vittoria per 1-2 in rimonta, dopo il vantaggio di Del Piero e il pari di capitan Totti su rigore. Una parola, rimonta, che non può che rimandare la mente al dicembre del 1983, alla rovesciata in extremis del bomber per eccellenza, Roberto Pruzzo, a sancire il 2-2 finale regalando ai romanisti la speranza di bissare il titolo conquistato la stagione precedente. Medesimo risultato nella notte in cui "del Delle Alpi restano solo i canti giallorossi". Era il 6 maggio del 2001, serata con oltre 10mila romanisti gelati dal doppio vantaggio iniziale dei bianconeri e un vantaggio sulle inseguitrici ridottosi a soli tre punti. Almeno fino all'ingresso d Nakata, autore prima della rete del 2-1 e poi del tiro non neutralizzato da Van der Sar, sulla cui respinta fu lesto Montella a siglare il pareggio avvicinando ancor di più il tricolore alla maglia giallorossa. Juventus-Roma, una storia infinita fatta di delusioni, tante, recriminazione, forse di più. Ma anche di gioie immortali, vittorie epiche e pareggi indimenticabili. Perché la storia ha insegnato che si può vincere anche senza vincere a Torino. Anche se per i romanisti pronti per l'ennesima trasferta, non potrebbe esistere regalo di Natale migliore dei tre punti.

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