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Infantino: "Non è concepibile che si possa ancora morire per una partita di calcio"

Il presidente della FIFA in una breve intervista rilasciata ai microfoni di Sky Sport: "La violenza e il razzismo non sono un problema solo italiano e vanno combattuti con leggi dure"

La Redazione
02 Gennaio 2019 - 14:56

Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha parlato di razzismo e violenza nel mondo del calcio in una breve intervista rilasciata ai microfoni di Sky Sport, dopo gli scontri avvenuti in occasione del posticipo della diciottesima giornata di Serie A, Inter-Napoli, e gli ululati nei confronti del difensore senegalese Koulibaly. Queste le sue parole:

"Noi continuiamo a lavorare per risolvere la situazione, la prima reazione da presidente è tristezza, sdegno, oltre che solidarietà nei confronti del giocatore. Quando sono stato eletto presidente ho proposto come segretario generale e per la prima volta nella storia una donna senegalese, questo perché bisogna trasmettere il messaggio, con atti concreti, che nel calcio non c'è posto per il razzismo. Gli ululati? Vanno condannati con la massima severità, ma devono essere uno stimolo per tutti i dirigenti del calcio ad abbassare i toni, altrimenti fomentiamo l'aggressività che c'è in giro e che a volte sfocia in razzismo e altre violenze. Il calcio è un mondo tollerante, dove violenza e razzismo non devono trovare posto".

"Non è concepibile che si possa ancora morire per una partita di calcio, le leggi vanno cambiate, ma anche e soprattutto applicate, basta guardare quei paesi che hanno avuto problemi più gravi rispetto all'Italia e che li hanno risolti. Come? Andando a prendere i violenti, non sono migliaia come si pensa, sono decine, nel momento in cui li prendi e li togli dagli stadi fermi la violenza. Non è un problema solo italiano, la violenza va combattuta con leggi dure, io non riesco a capire come si possa andare a vedere una partita per distruggere e far casino, non esiste che lo stadio venga considerato una zona franca. La Thatcher ha risolto il problema hooligans in Inghilterra facendo una legge e applicandola. Per riuscirsi ci vuole la collaborazione di tutti, a cominciare dalle società".

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