Verso Roma-Napoli, Conte choc: “Non voglio accompagnare un morto…”
A fine mese la sfida d'altissima classifica tra Gasperini e Conte, che in conferenza stampa ha tuonato dopo la sconfitta di Bologna: "Non sono entrato nella testa dei calciatori"
(GETTY IMAGES)
Sarebbe inutile fare finta di non pensarci. La mentalità portata da Gasperini ha ormai abituato tutti a pensare partita dopo partita, e tutto sommato ha finora dato i suoi frutti. Tuttavia non saranno pochi i tifosi che, verso il ritorno in campo dopo la sosta che ci sarà adesso, avranno già cerchiato in rosso la partita tra Roma e Napoli, in programma il 30 novembre. In attesa della dodicesima giornata, la partita avrà con ogni probabilità contorni di alta, altissima classifica: i giallorossi hanno superato oggi il Napoli in vetta al campionato, dopo la sconfitta a Bologna degli uomini di Conte. Proprio il tecnico azzurro ha tuonato in conferenza stampa:
"Dobbiamo riflettere sul fatto che quando perdiamo non è un caso, ma qualcosa di reiterato. Ho cercato di trasferire il mio pensiero ai veterani su questo. Noi dobbiamo pensare di affrontare seriamente alcune situazioni e possibilmente risolverle. Nel calcio il compitino non basta: serve passione, entusiasmo, cuore. Mi dispiace anche tirare fuori scheletri del passato come il decimo posto dopo aver vinto il terzo scudetto. Parlerò con il club di questo aspetto perché sto percependo delle cose che non mi piacciono. Dopo 4 mesi facciamo il compitino, non c'è quell'alchimia e quella positività di lottare tutti insieme per gettare il cuore oltre l'ostacolo: questo mi dispiace molto. Quando si parla di campo, di tecnica e di tattica è un conto, ma questo significa che io non sto facendo un buon lavoro perché non sono entrato dentro i giocatori. Io non voglio accompagnare i morti: se abbiamo voglia di rimetterci in carreggiata e cambiare il trend bene, altrimenti bisogna che ognuno si prenda delle responsabilità ed io sono il primo. Non voglio coprirmi dietro altri. Non posso proteggere me stesso: sono il primo responsabile e non so se ci siano le condizioni per cambiare questa situazione perché bisogna lavorare sulla testa dei giocatori".
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