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(ex) Primavera

Il baco del 2000

Lascia Trigoria l’ultimo reduce di un’annata poco fortunata. Definitivo, come Zamarion: molto belle le parole d’addio. D’Orazio e Sdaigui via in prestito

Zamarion a Trigoria con Lobont, Alisson e Skorupski

Zamarion a Trigoria con Lobont, Alisson e Skorupski

15 Settembre 2020 - 14:46

Si è conclusa con due belle lettere d'addio l'esperienza dei classe 2000 nella Roma: ce n'erano sette nell'organico della Primavera 2019-20, ma sono tutti andati a giocare. L'ultimo è stato Daniele Trasciani, che era il capitano: la fascia, però, non porta mai molta fortuna in Primavera, tenendo conto che Marcucci, capitano dei 1999, è andato via a titolo definitivo a vent'anni, come il coetaneo a cui ha lasciato l'onore a metà stagione, Cargnelutti, o come Ciavattini (classe 1998) l'anno prima. Il capitano dei '97, Lorenzo Vasco, gioca all'Ostiamare, tra i '96 la fascia la portava spesso Matteo Adamo, lo scorso anno al Terranuova Traiana, Eccellenza Toscana, tra i '95 Simone Battaglia, ora all'Anzio Calcio, mentre il '93 Fabrizio Carboni, anni e anni di fascia al braccio è al Gozzano in D: praticamente gli unici capitani ad aver visto la serie A sono Viviani e Valerio Verre, oltre ovviamente a Florenzi, che però è più vecchio (e che alzò lo scudetto, nel 2011).

Mentre il classe 1991 di Vitinia si accordava con il Paris Saint-Germain, il capitano dei 2000 firmava con il Teramo, in serie C: quando gli altri erano già andati via, lui, che non è mai stato convocato per gare ufficiali dalla prima squadra, ha fatto in tempo a giocare la prima amichevole della prima squadra, con la Sambenedettese, portando anche la fascia nella ripresa (quando però in campo c'erano solo ragazzi). Contratto triennale, cessione a titolo definitivo, e toccante post su Instagram di addio ai compagni e al giallorosso. Anche se come lettera d'addio nessuno può battere quella di Zamarion, portiere classe 2000, passato al Gubbio: ragazzo di buona famiglia (il padre, Fabio, è un apprezzato direttore della fotografia, e ha vinto un David di Donatello con "La sconosciuta" di Tornatore) e di una sensibilità rara per un calciatore (scrive poesie, e ha un profilo Instagram per pubblicarle, senza mettere il suo vero nome) ha scritto il lungo, emozionato post che riportiamo qui a fianco. Una dichiarazione d'amore per la Roma e per chi ci lavora, con un passaggio emblematico: «Rimarremo il gruppo che è sempre stato paragonato ad altro per splendere di luce riflessa, ma so anche che ci riprenderemo ogni cosa».

Un'annata da rivedere

Del gruppo dei 2000, che splendeva di luce riflessa, nessuno ha giocato un minuto in prima squadra, due soli sono riusciti ad andare in panchina (e tra questi non ci sono né il costosissimo francese Bianda, ora prestato allo Zulte Waregem, né il belga Masangu, tornato in patria da svincolato, al Beerschot, dopo un anno senza convocazioni in Primavera): sono il regista Pezzella e l'ala D'Orazio, entrambi nel 2018-19, ed entrambi una volta sola. L'unico 2000 cresciuto a Trigoria che ha raccolto una presenza in serie A è Luca Falbo, all'epoca terzino sinistro, ora mezzala: ha debuttato a Torino lo scorso 20 luglio contro la Juventus, con la maglia della Lazio, che lo prese nel 2017, quando venne svincolato dalla Roma (dopo 6 stagioni).

Quell'anno i giallorossi liberarono anche un altro terzino, Spaltro, preso poi dalla Spal, che dopo una buona stagione in prestito alla Cavese lo ha inserito nella rosa che proverà a risalire dalla B. Gabriele Ingrosso, che la Roma prese dal Lecce nel 2014 e mandò via nel 2017 ora gioca in C con l'Imolese, De Angelis, che aveva un talento fuori dal comune, è stato ceduto al Torino Primavera, come Petrungaro: non sono riusciti ad arrivare in prima squadra, ma il secondo ha trovato un sistemazione interessante in terza serie, in una squadra di buona tradizione come l'Albinoleffe.

Tanti altri in C non sono mai arrivati, da Del Signore, passato senza lasciare traccia per la Lazio, al portiere Pagliarini, che pure ai tempi dei Giovanissimi era molto alto e molto quotato, fino al centravanti Antonelli, tornato in Molise, o al terzino destro Barbarossa, finito al Trastevere. Ci è arrivato (anche se finora ha poche presenze), Gianmarco Nesta, il nipote di Alessandro, che la Roma prese suscitando un grande clamore mediatico e poi lasciò andare nel 2015 dopo tre anni in panchina, ci giocheranno quelli su cui a Trigoria puntano ancora, la mezzala Sdaigui e D'Orazio, prestati a Gubbio e FeralpiSalò. E ci ha già giocato, con ottimi risultati, Salvatore Pezzella: 24 presenze e 2 gol con il Modena gli sono valsi un altro prestito in Emilia, stavolta alla Reggiana, neopromossa in B. Lui, se continuerà con i progressi delle prossime stagioni, in serie A potrà arrivarci, passando dal brillare di luce riflessa a splendere di luce propria.

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