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Roma-Benevento: i giocatori della Primavera che sperano nella convocazione

FOTO - Uomini contati per Di Francesco, che ha solo 14 giocatori sani e disponibili e chiamerà i giovani: Marcucci e Riccardi in prima fila, occhio a Bouah

Foto Mancini

Foto Mancini

09 Febbraio 2018 - 12:57

Infortunati Schick, Gonalons, Karsdorp, Jonathan Silva, Antonucci, Luca Pellegrini e chissà se anche Daniele De Rossi, squalificati Nainggolan e Lorenzo Pellegrini, in punizione Bruno Peres: al momento Eusebio Di Francesco ha a disposizione solamente 16 giocatori per la gara di domenica sera contro il Benevento, inclusi il terzo portiere Lobont, e il 22enne difensore centrale Capradossi, zero presenze in maglia giallorossa, e in serie A, richiamato a gennaio dal Bari. Per cui il tecnico giallorosso - che già a Verona aveva convocato solamente 19 giocatori, record negativo stagionale: in campionato non si era mai scesi sotto i 21 - sarà costretto a pescare a piene mani nella Primavera: non si arriverà certo alle 12 riserve consentite dal regolamento, ma anche per averne la metà almeno tre ragazzi dovranno salire coi grandi. Difficile dire chi siano i prescelti: due giorni fa la Primavera ha giocato (e vinto) il recupero di campionato col Torino, all'allenamento di ieri hanno preso parte Semeraro, Diallo Ba, Petrungaro, Pezzella, D'Orazio e Masangu, ovvero quelli che non sono scesi in campo (tranne l'ultimo, che però ha fatto solamente 10'). Quelli che sperano davvero sono altri: eccoli, in rigoroso ordine alfabetico.

Ciavattini

Capitano della Primavera, vent'anni il mese prossimo, già portato in ritiro a Pinzolo e convocato in prima squadra, andando in panchina all'Olimpico contro l'Inter. Gioca difensore centrale, ovvero uno dei pochi ruoli in cui non c'è emergenza in prima squadra, ma Di Francesco nella prima amichevole lo ha provato come centrocampista interno, sfruttandone i piedi buoni, e l'attitudine a impostare il gioco da dietro. E in quel ruolo il discorso cambia completamente, e le prospettive di convocazione aumentano parecchio, specialmente in una settimana particolare come questa.

Keba

Pure lui è andato a Pinzolo coi grandi, però non è stato inserito nella numerazione ufficiale. Ha saltato sette gare per infortunio, altre le ha iniziate dalla panchina perché gli mancava il ritmo partita, e nel suo ruolo - attaccante esterno, al limite centravanti - non c'è poi così tanta emergenza, visto che Perotti, El Shaarawy e Defrel sono a disposizione. Però il senegalese - che se non fosse stato infortunato avrebbe fatto anche il Mondiale Under 20, tra maggio e giugno dello scorso anno - è reduce da due gol pesantissimi tra domenica e mercoledì, contro Juventus e Torino, in entrambi i casi subentrando dalla panchina nel corso della ripresa: da quando gioca alla Roma - che è riuscita a tesserarlo nell'estate del 2016 - non è mai stato così in forma, in questi giorni quello che tocca diventa oro.

Marcucci

Come Keba, ha fatto il ritiro in Trentino a luglio, ma non ha avuto il numero di maglia a fine esatte. Di tutti i ragazzi presi in esame, il regista è l'unico che è praticamente certo di essere in panchina contro il Benevento: l'emergenza vera è a centrocampo, e lui, della linea mediana a tre della squadra di De Rossi, è il più esperto (classe ‘99, due giorni fa ha compiuto 19 anni: Sdaigui è del 2000, Riccardi del 2001) e l'unico che Di Francesco ha allenato con una certa continuità, grazie al ritiro estivo. E ha potuto affiancare ai poco allenanti campionati giovanili nostrani, una lunga serie di gare internazionali, avendo vestito la maglia di tutte le nazionali juniores dell'Italia, dall'Under 15, nel 2014, all'Under 19 (titolare contro la Spagna a Guadalajara, lo scorso 17 gennaio). Peraltro una sua convocazione in prima squadra neppure danneggerebbe la Primavera, che nel posticipo di lunedì si giocherà il secondo posto nel girone a Bologna: mercoledì a Torino ha preso il quinto cartellino giallo che ha fatto scattare la squalifica, con i coetanei non avrebbe potuto giocare lo stesso. Non è certo un aspetto decisivo, ma neppure del tutto ininfluente.

Riccardi

Lui il ritiro con la prima squadra non l'ha fatto - era sotto età già in Primavera: i 2001 come lui stanno giocando il campionato Under 17 - però ha il numero di maglia ce l'ha già, il 49, come ufficializzato da un comunicato della Lega di metà gennaio, due giorni prima di Inter-Roma. C'era in ballo una possibile convocazione in prima squadra per la trasferta di Milano, non è arrivata, ma sabato dovrebbe essere la volta buona. Ha ancora 16 anni, ma ha già dimostrato di poter fare la differenza in Primavera: 6 gol in 16 partite, capocannoniere della squadra pur giocando interno di centrocampo, solo occasionalmente all'ala. E in periodi di emergenza assoluta quelli che fanno la differenza in Primavera vanno dritti in prima squadra.

Valeau

L'ultimo rimasto della pattuglia dei ragazzi portati a Pinzolo in estate, pure lui senza però trovare spazio (per ora) nella numerazione ufficiale di prima squadra. Centrocampista mancino, tecnico e veloce, con una grande duttilità: De Rossi, dopo aver valutato il nuovo acquisto Truscescu e il 2001 Semeraro, e averlo provato persino all'ala destra, ha risolto il problema del terzino sinistro arretrandolo, dopo le prime gare da mezzala. Prima volta nel nuovo ruolo a settembre contro la Juve (vittoria in trasferta, pesante e clamorosa), da dicembre non si è più mosso da lì. Dato che il nuovo acquisto Jonathan Silva è arrivato già infortunato, e il coetaneo e amico Luca Pellegrini è ancora alle prese con la microfrattura alla rotula rimediata a dicembre, è l'unico terzino sinistro a disposizione per far tirare il fiato a Kolarov, qualora l'andamento della partita lo consentisse.

Gli outsider

Alessio Riccardi potrebbe non essere l'unico 2001 convocato in prima squadra: stanno salendo le quotazioni dell'amico Devid Eugene Bouah (nella foto), terzino destro con un passato neppure troppo lontano da esterno d'attacco, pure lui nazionale italiano Under 17. Farà 17 anni il 13 agosto, cosa che lo rende il più giovane giocatore utilizzato in questa stagione dalla Roma Primavera: non poco peraltro, 24 presenze tra campionato e coppe, 19 volte titolare. Il più giovane ma non il più piccolo: alto e slanciato, ha un'ottima corsa, e nel caso specifico anche un pizzico di fortuna. Perché l'incidente all'alba di Bruno Peres che ha praticamente costretto la Roma a metterlo in punizione è arrivato poche ore dopo il fastidio muscolare dell'altro terzino destro della Primavera, Dario Vittorio Meadows: niente di serio, ma sufficiente a negargli la possibilità di salire in prima squadra. Può ancora sperare invece Zakaria Sdaigui, italo-marocchino classe 2000, statura e leve lunghe che gli permetterebbero già ora di affacciarsi nel calcio dei grandi senza preoccuparsi troppo dello scontro fisico. Ma gioca mezzala, e nelle gerarchie di prima squadra - almeno fino a prova contraria - Marcucci e Riccardi vengono prima di lui. Che in estate era rientrato da sei mesi di prestito al Bologna, e fino a due mesi fa aveva giocato giusto un paio di spezzoni: ora è titolare inamovibile. Più basse le possibilità di salire per Celar e Massangu, centravanti e mediano, due degli acquisti estivi della Roma Primavera, rispettivamente da Maribor e Malines. Non hanno ancora convinto del tutto, ma reggerebbero l'impatto sul piano fisico. E mandarli in panchina coi grandi potrebbe essere un modo per provar a rilanciarli.

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