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Tarantino, responsabile settore giovanile della Roma: "E ora alziamo i livelli"

L'intervista : "La formazione che ha vinto lo scudetto si è evoluta molto. Abbiamo gioito tutti per i ragazzi. La società ci chiede sempre di lavorare con più qualità"

Massimo Tarantino, 48 anni, responsabile del settore giovanile della Roma, di Mancini

Massimo Tarantino, 48 anni, responsabile del settore giovanile della Roma, di Mancini

16 Giugno 2019 - 10:10

Quando una squadra giovanile vince uno scudetto, il responsabile rischia di fondere il telefono, a forza di rispondere ai messaggi di complimenti, alcuni dei quali dai nomi grossi. Pallotta ai ragazzi della Roma Under 15, i classe 2004 che giovedì sono diventati campioni d'Italia battendo 2-0 il Milan li ha fatti via Twitter, il tecnico, il turco Tugberk Tanrivermis è stato videochiamato dal connazionale Cenzig Ünder, che li ha poi estesi in viva voce a tutta la squadra nello spogliatoio (e sempre su Twitter ha pure aggiunto: «ora sei il miglior turco di maggior successo della storia della Roma, congratulazioni fratello»), il responsabile del settore giovanile Massimo Tarantino si gode il titolo, il secondo di fila dopo quello dell'Under 17 dei 2001, ma preferisce non fare nomi di chi si è fatto sentire.

«Un po' di messaggi sono arrivati. I nostri collaboratori e sostenitori sono tanti, il nostro settore giovanile è numeroso. E sono stati tutti vicini alla squadra: la Roma è una grande famiglia. E abbiamo gioito tutti per i ragazzi».

Questa squadra ha vinto lo scudetto dopo aver iniziato la stagione perdendo 3-0 la prima partita in casa.
«Questa è una squadra che è cresciuta tantissimo. Che nell'arco di un anno si è evoluta: ci sono dietro tanto lavoro, tanta passione, tanti investimenti. E credo che alla lunga la qualità della squadra, dello staff e del lavoro ci ha premiato».

Una squadra che ha avuto un imprevisto: uno dei giocatori più forti del gruppo 2004, Leonardo Rossi, ha lasciato la Roma un anno fa. È passato al Milan: lo avete ritrovato in finale e lo avete battuto.
«È stato un dispiacere perché è un giocatore che avremmo voluto avere con noi. Ci avrebbe fatto piacere poterlo avere in squadra e accompagnarlo nella sua crescita, ma lui ha fatto una scelta differente. Il destino ha voluto che nella finale ce lo ritrovassimo contro, ed è andata bene».

Che tipo è il mister?
«Una persona che ha una grande passione, come prima cosa. Viene da una cultura molto diversa, ha fatto esperienze importanti di prima squadra, ma si è calato subito nella filosofia di lavoro della Roma. Gli siamo stati vicino, perché chiaramente un allenatore che viene dalla Turchia, al primo anno ha bisogno di accompagnamento e sostegno, ma lui è stato molto sveglio e molto veloce, è riuscito a entrare subito nelle dinamiche della società, nella filosofia del lavoro che stiamo portando avanti, e soprattutto nel cuore dei ragazzi».

Nello stesso stadio dello scudetto Under 15, lo scorso anno era arrivato quello dell'Under 17. Quale sente più suo?
«Non ce n'è uno mio, sono tutti della Roma. Il settore giovanile per cui lavoro è veramente grande, è un impero. Io cerco di dare ai ragazzi ogni cosa che gli può servire per crescere, ogni cosa la sento dentro. Ma è lo scudetto della Roma, né mio né di nessun altro. La Roma crede molto nel settore giovanile, ci investe tanto, e crede in un percorso da far fare ai propri ragazzi: questo titolo è il risultato di tanto lavoro e tanti investimenti».

E adesso tocca all'Under 17.
«Lunedì (domani, ndr) abbiamo la semifinale Under 17 con il Napoli, ci proveremo come abbiamo fatto con la Primavera e con le altre squadre. L'Under 15 è arrivata fino in fondo, speriamo che ci arrivi anche l'ultima squadra che manca. Siamo convinti di avere un buon gruppo, ha dimostrato il suo valore in tutta la stagione, siamo molto fieri di quelli che hanno fatto fino adesso: ci giochiamo la semifinale con grande, grande entusiasmo».

L'anno prossimo ci proverete anche con l'Under 18?
«Ci proveremo sempre noi, con tutte le squadre che scendono in campo. L'Under 18 può essere un'opportunità, se la Federazione riuscirà a trovare un numero di squadre sufficiente per costituire il campionato. Noi abbiamo dato la disponibilità ad esserci, vediamo se alla fine la Federazione e a Lega riescono a mettere insieme questo campionato, che può essere importante soprattutto per i giocatori del 2002, che al primo anno di Primavera potrebbero avere qualche difficoltà a trovare un po' di spazio».

Progetti per l'anno prossimo?
«Tanto lavoro con i ragazzi. Cercheremo di alzare tutti i livelli di qualità del lavoro. La società ci chiede di lavorare con più attenzione e con più precisione, noi dobbiamo sapere che non c'è mai un punto di arrivo, siamo sempre work in progress. Cercheremo di alzare ancora il livello della qualità del lavoro per avere sempre più ragazzi che crescono, competitivi, e soprattutto giocatori che arrivano a un livello alto».

Non le chiedo i progetti suoi perché mi direbbe che non è ancora il momento di parlarne...
«Noi facciamo un lavoro bellissimo. Io sono molto contento di lavorare alla Roma: per me è una festa tutti i giorni poter accompagnare questi ragazzi in questo viaggio lunghissimo, un motivo di grande soddisfazione. So che c'è ancora tanto lavoro da fare, ma loro alla fine ti ripagano ogni sforzo. Vederli crescere e migliorare ogni giorno è l'obiettivo che ci siamo fissati».

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