Settore Giovanile

Quel che resta della finale U18: dalla determinazione di Sugamele alle incursioni di Panico

La caduta in finale col Torino non cancella il percorso fatto. Tanta qualità anche da Lulli, subentrato, e Belmonte, più libero nella ripresa

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Sergio Carloni
13 Giugno 2025 - 10:52

Un finale amaro non può far dimenticare tutto quel dolce sapore provato durante il percorso. E il discorso vale anche per la Roma Under 18: sacrifici, voglia di fare bene e, poi, ancora in finale, la sfortuna e la batosta. È accaduto ieri, al Francioni di Latina, quando ai supplementari i ragazzi di Ciaralli hanno dovuto arrendersi al Torino, più pratico e cinico di fronte alla porta difesa da Marcaccini. Nonostante tutti gli sforzi, il sudore tirato fuori. Eppure, gli spunti ci sono. Utili: perché quella che sarà la Primavera del domani ha messo in atto quanto appreso nel corso degli anni. Ha saputo soffrire, rispondere. Non mollare. 

La determinazione di Sugamele

Impossibile non notare la grande prova di spirito combattivo del numero 9. I pochi minuti accumulati in U20 non lo hanno atterrito, evidentemente: da subito centrale nel pressing e preciso nei movimenti, combattivo sulle palle alte e rifinitore forse un po' disattento. Ma comunque prezioso. D'altronde, è stato Anino, portiere granata, a negare maggiormente il trionfo alla Roma. E malgrado le difficoltà, un pallone apparentemente maledetto, Alessandro Sugamele non ha mollato. Trovando chance coi piedi e con la testa, sempre neutralizzate dall'estremo difensore avversario. C'è poi quel pallone preso con determinazione e calciato dal dischetto, per l'1-1. Sarà importante lavorare sulle lacune. Resta uno dei punti da cui ripartire.

Lulli, super-sub a tratti pericolosa

Panchina e ingresso solo al 76' non lo hanno scoraggiato. Le doti nell'uno-contro-uno e nel cross sono venute tutte fuori quando Emanuele Lulli si è preso la fascia destra, a discapito di Marchetti (spostato a sinistra). Tra una sterzata e l'altra e le tante progressioni, il 13 ha messo in seria difficoltà il Toro, da quella parte del campo. Può darne prova anche il perfetto Anino, costretto al miracolo all'83'. Per pochissimo. Avrebbe potuto regalare una gioia enorme ai suoi. Poi, nei minuti finali, il calo. Ammissibile, dato il peso della gara. Impossibile non prenderne in considerazione le qualità messe in mostra. 

Belmonte, raggio più basso e garanzie in costruzione

Era partito nelle due punte, il 10, dando manforte a Sugamele nella riaggressione del pallone e comunicando coi giocatori più avanzati. A tratti, senza la giusta attitudine. A secondo tempo inoltrato, il cambio tattico di Ciaralli: via il 4-3-1-2, dentro il 4-2-3-1 e un Samuele Belmonte più libero per svariare e mettere in mostra la fantasia. Un ruolo "alla Dybala", verrebbe da dire. La Roma ne ha giovato, poi sono entrate in gioco le energie. La trama, comunque, rimane interessante.

Panico, fisicità e presenza in area

Ci ha sperato, Francesco Panico, quando al secondo di recupero si è involato in area, ha ricevuto il pallone da Bah e ha calciato, colpendo un clamoroso palo. La vera sliding door della finale. Che poi è stato il Torino a vincere. Sembra una maledizione; deve essere un punto di partenza. Necessariamente. Perché il numero 8 ha mostrato presenza fisica (e intelligenza tattica) nella porzione più avanzata di campo, rientrando spesso nelle azioni in zona offensiva e mettendo alle strette gli avversari. Cuore e polmoni al servizio dell'U18, più tante chance create. Efficace.

Dalla difesa qualcosa su cui lavorare

Qualche imprecisione in campo aperto e un'uscita non troppo centrata di Marcaccini, pur sempre fenomenale con parate decisive, hanno caratterizzato il ko. Le imperfezioni sono all'ordine del giorno: eppure, la difesa composta da Marchetti, Zinni, Terlizzi e Cama, più il portiere, ha retto bene, mostrando solidarietà offensiva nelle uscite palla al piede. Soprattutto con gli esterni. Osservare bene gli errori e capire come limitarli sarà fondamentale per ragazzi pieni di grinta e voglia di fare. Il tempo, si sa, è tutto dalla loro parte

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