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Giovani

Primavera, 2-0 alla Juve e Roma in finale: non accadeva dal 2015-16

Non è bastata una rosa ricca di alternative per fermare quella di De Rossi. Tripi protagonista: sblocca e ispira il 2-0. Martedì sera al Mapei contro Inter o Cagliari

I ragazzi della Primavera esultano dopo il secondo gol (Getty Images)

I ragazzi della Primavera esultano dopo il secondo gol (Getty Images)

28 Maggio 2022 - 09:55

Era forse l'unico organico che poteva competere con quello della Roma quello della Juventus, che aveva una rosa ricchissima di alternative al livello dei titolari: non è bastata, la squadra di Alberto De Rossi (che sarebbe passata anche con il pari al 120') segna un gol per tempo, senza rischiare praticamente mai, li elimina e si qualifica per la finale di martedì al Mapei Stadium, contro la vincente di Inter-Cagliari (oggi alle 17). Scelte a sorpresa, da entrambe le parti: De Rossi tiene in panchina Tahirovic (come il capocannoniere, Voelkerling Persson, che però era fermo da metà aprile per un problema muscolare), preferendo inserire Vicario in difesa, con capitan Tripi a centrocampo. In panchina anche Keramitsis, unico dei difensori ad aver esordito in prima squadra, e Morichelli, rientrato dopo le 4 giornate di squalifica: conferma per Feratovic, dopo la buona prestazione con la Fiorentina.

Il resto è secondo copione: Satriano e Cherubini davanti, Volpato sulla trequarti, Faticanti in mediana, Missori e Rocchetti sugli esterni, Mastrantonio dai pali. Bonatti, che non ha lo squalificato Mbangula, che aveva segnato il primo gol nel playoff con l'Atalanta, non schiera al suo posto quello che aveva fatto il secondo, ovvero Cerri, il gigante romano (198 centimetri), ma il piccoletto di Sora (origini albanesi, ma gioca con l'Italia) Luis Hasa, che fatica ad arrivare al metro e settanta. Fuori anche Turco, altro spilungone d'area avversaria che sarebbe titolare quasi ovunque, conferma scontata per Chibozo, brevilineo pure lui, ma si adatta fare la prima punta. Sugli esterni Mulazzi e l'ex Chelsea Illing-Junior, in mediana, fascia al braccio, l'austriaco Omic (il fratello era passato per Trigoria, senza lasciare tracce), vicino a lui Bonetti, con Turicchia che torna terzino sinistro, dall'altra parte Savona.

Avvio lento

Il regolamento obbliga i bianconeri a fare la partita: ci provano Bonetti, Savona, Hasa, ancora Savona, ancora Hasa, poi Omic e Bonetti, sommandole tutte non fanno mezza occasione decente. La Roma aspetta, controlla, non produce molto: al 37' calcia Cherubini, in diagonale, respinge con qualche difficoltà Senkó: ottimo il servizio di Faticanti. All'ultimo minuto Volpato viene messo giù da Muharemovic poco prima dell'ingresso in area: ammonizione e punizione: la posizione è molto angolata, Tripi calcia senza rincorsa, in diagonale, e la mette all'incrocio dei pali, sorprendendo Senkó, che non si aspettava quella soluzione.

Nessun cambio dopo l'intervallo, ma la Juventus sembra ripartire con più voglia: batte tre calci d'angolo di fila, sul terzo la palla arriva al difensore Nzouango che calcia col sinistro, traversa, rimbalzo sulla linea, e arbitro che fa ampi cenni che non è gol. Ma è un segnale, e De Rossi prova a cambiare qualcosa, richiama in panchina Cherubini e inserisce Tahirovic: mediano (anche se provato da trequartista alla Perrotta) per seconda punta, Volpato avanza di qualche metro il raggio d'azione per non lasciare troppo solo Satriano. Che dopo un po' si arrende ai crampi, al suo posto Padula.

Nel frattempo la Juve aveva messo una punta in più, Turco: tempo pochi minuti ed entra anche Cerri, al posto di Hasa. Ma l'occasione migliore capita a Volpato, che scatta sulla destra e va al tiro in diagonale, Senkó ci mette la punta delle dita e devia in angolo. Poi comincia ad avere i crampi, e come lui Feratovic, che quest'anno ha giocato poco: entrano in campo Pagano e Keramitsis. Al 32' Tripi si libera molto bene dalle parti della lunetta e trova il filtrante a sinistra per Padula, destro di prima intenzione parato, la palla si alza, arriva Vicario di testa e la devia in rete. E per poco non arriva anche il terzo: Senkó sbaglia il rinvio con i piedi, Tahirovic calcia di prima intenzione, pallonetto da trequarti, molto preciso ma un po' lento, il portiere bianconero fa in tempo a tornare tra i pali e bloccare.

Strijdonck, subentrato a Chibozo, impegna Mastrantonio, a 6' dalla fine Vicario sbaglia un appoggio nella sua metà campo, Cerri intercetta e a va al cross, allontana Ndiayè (tra i migliori). I bianconeri provano a riversarsi nella metà campo della Roma, che però riesce ugualmente a rendersi pericolosa: uno schema su punizione permette a Tripi di appoggiare per Tahirovic, destro da fuori, deviato in angolo. Sei minuti di recupero, ma scorrono senza troppi problemi: la Roma ritrova la finale scudetto, che mancava dal 2016. E allora andò bene.

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