Interviste

Sérgio Oliveira: "Tirana è indimenticabile. Con Mourinho sarebbe potuta finire diversamente"

Nel terzo anniversario della vittoria della Conference League, il centrocampista racconta a Il Romanista: "Potevo restare ma il FPF ha complicato le cose. Sarò per sempre un romanista"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Paielli
25 Maggio 2025 - 07:00

Tirana è per sempre. Il 25 maggio 2022, è una data che non sarà mai come le altre nel libro dei ricordi di ogni romanista: una notte quasi estiva in cui tornammo finalmente a volare, a sentirci vivi. E se in ogni lacrima c'è un ricordo che non va via, quelle di gioia resteranno impresse per sempre, indelebili sulla pelle e nella memoria. Anche di chi, come Sérgio Oliveira, ha vestito la maglia della Roma per "pochi" mesi. Tanto è bastato alla città, al club e ai tifosi giallorossi per rubare il cuore del centrocampista portoghese, ora in forza allo Sport Recife (squadra che milita nella Serie A brasiliana). Arrivato in prestito secco dal Porto nel mercato di gennaio, con la Roma Oliveira ha collezionato 22 presenze (3 gol, di cui uno proprio in Conference contro il Vitesse) e un assist. Ma soprattutto, è tra i 16 calciatori che, in quella sera di maggio, hanno calcato il terreno della Arena Kombëtare per regalarci il trofeo. Momenti indimenticabili. E in occasione del terzo anniversario della vittoria della Conference League, Sérgio Oliveira ha raccontato a Il Romanista le emozioni vissute prima e dopo la partita, la festa con i tifosi, il legame con Mourinho e con la Roma.

Sérgio, hai avuto modo di seguire la Roma in questa stagione?

"Sì, assolutamente. Ho un affetto speciale per la città, la gente e il club. La Roma è rimasta davvero nel mio cuore".

Sei rimasto molto legato alla Roma, come si evince anche da diversi post sui tuoi social. Cosa ti ha lasciato la città? E i tifosi romanisti?

"Anche se è stato un periodo breve, è stato così intenso che ha lasciato un segno profondo. Roma è come un museo a cielo aperto e la gente mi ha sempre trattato con grande gentilezza, rispetto e calore. Io e la mia famiglia saremo sempre grati alla città".

È il terzo anniversario della Conference League. Cosa ti è rimasto impresso di quella partita?

"Sapevamo fosse un'opportunità unica. Vincere il primo trofeo europeo nella storia del club (c’è anche la Coppa delle Fiere del 1960-61, riconosciuta solo dalla Fifa e non dall’Uefa; senza considerare la Coppa Anglo-Italiana del 1972, ndr), nella prima edizione della competizione, è stato davvero speciale. Sollevare la coppa a Tirana è stato un momento indimenticabile".

Nel primo tempo della sfida col Feyenoord hai sostituito Mkhitaryan. Quali sono state le tue sensazioni in quel momento? E i festeggiamenti dopo la vittoria?

"Ho provato un grande senso di responsabilità. Micky era un giocatore fondamentale per noi e vederlo uscire dopo soli 20 minuti è stato difficile. Naturalmente questo ha avuto un impatto sulla squadra, ma per fortuna alla fine tutto è andato per il meglio. Per quanto riguarda i festeggiamenti, a Tirana e poi a Roma, è stato assolutamente incredibile. Momenti da ricordare per sempre".

Che atmosfera si respirava nello spogliatoio prima della partita?

"Molto positiva. Avevamo un gruppo forte e unito, che lottava per lo stesso obiettivo: vincere. Quest'unità ha fatto la differenza ed è stata la chiave del nostro successo".

Mourinho vi aveva avvertito che se ne sarebbe andato in caso di vittoria?

"Preferisco non commentare alcun dettaglio su Mister Mourinho. Voglio solo ringraziarlo per l'opportunità di lavorare con lui e di giocare per un grande club come la Roma. È stato un privilegio".

Ricordi qualche aneddoto del giorno dei festeggiamenti a Roma? La città è stata davvero sommersa dai tifosi giallorossi. 

"Ricordo di aver visto un numero incredibile di persone per le strade della città. Continuavo a pensare: ma dove avrà parcheggiato tutta questa gente? Perché a Roma non è facile!".

C'è mai stata la possibilità di rimanere alla Roma dopo la scadenza del prestito?

"Sì, c'è stata. Ma purtroppo non abbiamo mai raggiunto un accordo. Il club era soggetto alle restrizioni del Fair Play Finanziario. Tuttavia, Tiago Pinto è sempre stato molto onesto e trasparente con me. Ho molto rispetto per lui".

Pensi che la storia di Mourinho con la Roma sarebbe potuta continuare in modo diverso?

"Mourinho non deve dimostrare niente a nessuno. Si è guadagnato il diritto di scegliere la sua strada. Ma sì, penso che la storia tra lui e la Roma avrebbe potuto avere un finale diverso. Ma il calcio è così, non segue sempre il copione che ci immaginiamo".

Nella tua esperienza al Galatasaray hai giocato per una stagione insieme ad Angelino, che ora è uno dei pilastri della Roma. Hai avuto modo di sentirlo? Prima del suo trasferimento gli hai dato qualche consiglio?

"Sì, ho parlato con lui. Gli ho detto di non esitare perché avrebbe amato tutto: il club, la città, i tifosi. E poi si è rivelato vero. Sta facendo davvero bene alla Roma".

Sei rimasto nel cuore dei tifosi della Roma, perché la notte di Tirana è per sempre.

"Vorrei dire che anche loro sono nel mio cuore. È stata una storia bellissima, che mi rimarrà nel cuore per sempre. Sono incredibilmente orgoglioso di aver fatto parte della storia di un club gigante come la Roma. Faccio il tifo perché il club torni nel posto che gli spetta, la Champions League, e spero che i prossimi anni siano pieni di successi. Voglio anche mandare un grande abbraccio a tutto lo staff e a tutti i miei ex compagni di squadra che sono ancora nel club.
Grazie, Roma. Sarò sempre un romanista".

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