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l'intervista

Di Biagio: "Milan-Roma? È un 50-50. Vedo Bove mediano nei due di centrocampo"

L'ex giallorosso a Radio Romanista: "A Euro 2000 Totti è stato la sorpresa della competizione. Il gruppo lo vedeva come un grande calciatore, stava nascendo una stella"

Di Biagio durante una partita

Di Biagio durante una partita (GETTY IMAGES)

La Redazione
16 Marzo 2024 - 09:35

Luigi Di Biagio è intervenuto sulle frequenze di Radio Romanista come ospite della trasmissione "Unico", dedicata a Francesco Totti. Di seguito la sua intervista.

Cosa ricordi del gruppo della Nazionale del 2000? Non partiva favorito ma fece un grandissimo Europeo.
"Avevamo giocatori importanti: su tutti Buffon, Vieri, c'era Baggio. Per fortuna stava nascendo una stella, a livello internazionale, Totti. Un gruppo che non era pronosticato come uno dei favoriti per arrivare in fondo, ma alla fine ci riuscimmo perché c'erano uomini e persone importanti. Arrivammo fino in fondo, poi la finale non andò bene ma facemmo un grandissimo Europeo".

Totti lo hai conosciuto da ragazzino e poi lo hai ritrovato l'anno dell'Europeo in Nazionale. Che evoluzione hai visto in lui? Come era percepito dai senatori della Nazionale?
"Intanto vorrei fare un inciso. Totti è cresciuto sotto la gestione di Mazzone che lo ha forgiato in maniera perfetta. Però il primo step importante lo ha fatto con Zeman: non era un goleador, fabbricava molti più assist. Ma con Zeman ha iniziato a fare 12, 13, 15 gol. Da lì riuscì a capire le sue qualità di bomber oltre che quelle balistiche e tecniche. L'ho ritrovato cambiato. Io nel 1999 andai all'Inter, quindi lo ritrovai in Nazionale, eravamo in camera insieme. Lo trovai già cambiato, più maturo, più uomo e più leader. Non a caso proprio in quell'Europeo stava nascendo la Roma dello scudetto. Ricordo che lui parlava con Batistuta e altri calciatori dal calibro elevatissimo che sarebbero arrivati di lì a poco. Mentre lo ascoltavo mi brillavano gli occhi. Lui era una stella che sarebbe esplosa a livello internazionale entro poco tempo, il gruppo lo percepiva come un grande calciatore. Lo vedevano tutti molto bene: Maldini, Ferrara, Cannavaro, Nesta. Era visto molto molto bene, come non poteva essere altrimenti".

In occasione del tuo rigore contro l'Olanda, la battuta di Totti ti ha tranquillizzato?
"A distanza di tempo dico sì, in quel momento no. Nel tempo ho capito che lui, nel suo modo di interpretare il calcio, di vivere la vita e il gioco, mi ha aiutato tantissimo. In quel momento non era così facile, venivo dal rigore del 1998 e non volevo tirarlo. Poi il mister (Zoff, ndr) mi ha chiesto di calciare e io ho detto subito sì. Non penso un giocatore possa rifiutare di battere un rigore. Ho rischiato tanto, ma lo rifarei altre 1000 volte".

Tu sapevi già da prima che Totti avrebbe fatto il cucchiaio a van der Sar.
"Sì, è tutto vero. Mentre eravamo insieme mi ripeteva spesso che se fossimo andati ai rigori avrebbe fatto lo scavino. Si raccomandava che non lo dicessi a nessuno, altrimenti non avrebbe potuto più farlo. Quando con l'Olanda eravamo tutti a centrocampo abbracciati, e lui si è incamminato, ho avvertito gli altri. Erano tutti increduli. Maldini lo ha anche chiamato, non so cosa gli volesse dire. Francesco non si è nemmeno girato, è andato sul dischetto e ha fatto quello che aveva detto".

Su YouTube esistono video di 10 minuti delle giocate di Totti durante la finale contro la Francia di Euro 2000. Che ricordo hai di quella partita, di Totti e dell'Italia in particolare?
"Francesco giocò molto bene tutto l'Europeo. È stata la sorpresa - per gli altri, non per me - di tutta la manifestazione. Giocò l'ennesima grande partita. Noi giocammo forse la miglior partita di tutto l'Europeo e la perdemmo. Pagammo la vittoria con l'Olanda, dove forse non meritavamo di passare. Avevamo tante attenuanti, eravamo in 10 contro 11 per un'ora e mezzo visti poi i supplementari. Però quella sera ricordo una buonissima prestazione di tutti, Francesco in primis. Fa parte del calcio, un Europeo perso per 5 secondi fa male. È andata così, il passato non si può cancellare".

Parliamo di attualità. Un tuo pensiero sulla Roma di De Rossi e sul quarto di finale europeo contro il Milan?
"La Roma sta andando bene. Dovreste prendere le mie dichiarazioni il giorno del subentro di De Rossi. Dicevo che Daniele non si sentisse un traghettatore e che non sarebbe stato solo un traghettatore. Venivo visto un po' in malo modo perché era andato via da poche ore Mourinho. Sicuramente non si cancellano i suoi successi, i trofei e la storia. Però evidentemente c'era qualcosa che non tornava: forse la Roma non è così scarsa come si voleva far credere. La Roma è una buonissima squadra che non meritava il nono posto, come non meritava il settimo dello scorso anno e il sesto di due anni fa. In Europa ha fatto quello che ha fatto, quindi complimenti a José e a tutti i ragazzi, ma la Roma deve competere per le prime 4 posizioni nonostante ci siano squadre più forti sulla carta".

Quello che non è cambiato è la spinta dell'Olimpico. Per il Milan si prospetta un altro sold out.
"Ragazzi, parliamo dei tifosi della Roma. Sì, con Mourinho è più facile, ma dopo il Covid tutte le società hanno aumentato gli incassi del 45-50% e credo che se non ci fosse stato José la Roma avrebbe avuto comunque una media di 55-60mila spettatori. Il tifoso della Roma è questo. Non possiamo dimenticare che anche quando giocavamo noi, e c'era Roma-Reggiana, i tifosi erano in 60mila. La passione è sempre stata la stessa. Forse c'è stato un buco a cavallo degli anni 2010, ci sono stati problemi tra società, tifosi, daspo. Contestazioni, tanti tifosi non potevano entrare più allo stadio... C'era una sorta di spaccamento tra tifoseria, giocatori e società. Nella storia degli ultimi 50 anni, per non dire dal 1927, la storia del tifoso giallorosso è questa".

Un pensiero su Milan-Roma? Che cosa pensi delle parole di De Rossi su Bove?
"Spero che possa passare la Roma. È una partita da 50 e 50, vedo favorito forse il Milan per una questione di storia e tradizione, anche se non di molto. Per quanto riguarda Bove, Edoardo ha giocato molte partite nel settore giovanile davanti alla difesa e questo Daniele lo sa bene. Si sarà confrontato anche con il padre. Penso che possa ricoprire quel ruolo davanti alla difesa, deve cambiare alcune dinamiche. Lo vedo più a due che a tre, forse come play basso a tre alla Paredes lo vedo più frenato. A due invece, perché no?".

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