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Le parole

Veretout: "La Conference League? Sono immagini che si conservano per tutta la vita"

L'ex centrocampista giallorosso: "Mourinho voleva che restassi, ma ha capito la mia scelta di partire, di tornare in Francia, anche per la mia famiglia"

Jordan Veretout durante la notte di Tirana

Jordan Veretout durante la notte di Tirana ((As Roma via Getty Images))

La Redazione
25 Settembre 2022 - 12:22

Jordan Veretout, ceduto in estate dalla Roma al Marsiglia, ha rilasciato un'intervista esclusiva a goal.com; tra i vari temi trattati il francese ha parlato anche dei tre anni trascorsi nella Capitale, del suo addio alla Roma e della vittoria della Conference League. Ecco i passaggi sulla squadra giallorossa.

Un anno fa José Mourinho ti ha dichiarato incedibile e oggi sei al Marsiglia. Cos'è cambiato?
"Ho trascorso tre stagioni alla Roma, di cui due e mezzo ad altissimo livello. Sono stato molto contento e sono stato bene in campo. Poi gli ultimi sei mesi sono stati complicati, Mourinho ha ruotato, ha avuto altri giocatori a disposizione e ha anche abbassato Mkhitaryan. È sempre difficile quando si passa da un titolare a un sostituto. Ho dovuto cambiare anche questo. Ho 29 anni e voglio giocare a calcio. Quando il Marsiglia è venuto a presentarmi il suo progetto, volevo assolutamente andarmene anche se Mourinho voleva che restassi, ma ha capito la mia scelta di partire, di tornare in Francia, anche per la mia famiglia".

In Italia, la vostra ultima stagione è stata fatta di alti e bassi. Come ne siete usciti?
"All'inizio è difficile, ma bisogna accettarlo per dimostrare all'allenatore, durante l'allenamento, che ha sbagliato le sue scelte. In questo periodo ho imparato che lo status di titolare indiscusso non esiste e che bisogna combattere e andare ad allenarsi con lo stesso stato d'animo di quando si gioca. Penso che sia anche il modo in cui ho concluso la stagione".

Anche se la Conference League è stata snobbata da alcuni...
"Ho sentito molte persone dire: "È una coppa di legno". È pur sempre una coppa europea. All'inizio si è lì, si gioca, ma più le partite vanno avanti, più si gioca per vincere. E alla fine, vincere con la Roma, che non vinceva un trofeo da molto tempo... abbiamo vissuto emozioni enormi con i miei compagni di squadra, con i tifosi. La parata in città, con la folla, è stata pazzesca: sono immagini che si conservano per tutta la vita".

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