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Le parole

Dybala: "Essere protagonista alla Roma mi aiuta molto"

L'attaccante durante il ritiro della nazionale: "I tifosi giallorossi tifano come quelli argentini, per loro viene prima la squadra e poi la famiglia"

Dybala esulta dopo il gol all'Empoli

Dybala esulta dopo il gol all'Empoli ((As Roma via Getty Images))

La Redazione
21 Settembre 2022 - 20:45

Paulo Dybala, attualmente convocato dalla nazionale argentina, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di ESPN Argentina, dove è tornato anche sull'infortunio di domenica scorsa, oltre all'importanza del rappresentare la propria nazionale. Di seguito le sue parole. 

Su Roma-Atalanta.
“Domenica avevo un affaticamento, sentivo di non essere al 100% e i medici lo sapevano. Era necessario saltare una partita così da non saltare un mese. Lo hanno capito, per fortuna poi i risultati degli esami sono andati bene“.

Sulla sua presenza in Nazionale nonostante l’infortunio.
"Quando si avvicina il Mondiale si vuole sempre andare in nazionale, non volevo mancare. Tutti lavoriamo per andare al Mondiale, poi sarà il CT che farà la lista. Da argentino c’è sempre la speranza di voler rappresentare la propria nazione. Personalmente lavorerò come sempre: dando tutto col mio club, la Roma, così che il CT mi veda e possa contare su di me".

A Roma sei tornato a sentirti importante?
"Sì, gli ultimi anni alla Juventus non sono stati facili, cambiare aria mi ha fatto bene. Mourinho mi ha chiamato e in pochi minuti ho deciso. Lui come anche Tiago Pinto mi hanno parlato del progetto e della voglia di continuare a vincere, così come hanno fatto lo scorso anno. Essere protagonista in una squadra come la Roma mi aiuta tanto".

Come è stata l'accoglienza dei tifosi della Roma?
"È stato insolito. Quando entri allo stadio sei con i compagni, mentre alla mia presentazione ero da solo. Non mi era mai capitato. Il tifoso della Roma assomiglia a quello argentino per la passione. Molto diverso dall’ambiente juventino, più simile a quello argentino. Sento questo affetto, la loro è una pazzia bella: viene prima la Roma che la famiglia. Vivono il calcio come noi".

Sulla scorsa stagione.
"A Roma con la Juventus stavamo vincendo 4-3 e l’allenatore mi ha tolto. Mourinho si è avvicinato alla panchina per salutarmi e mi ha detto: "Sei un fenomeno". Questo episodio mi è rimasto in testa, ma non potevo sapere poi cosa sarebbe successo con la Juventus e sul rinnovo. Quando poi mi ha chiamato Mourinho per la prima volta, mi ha chiesto se mi ricordavo di quell'episodio. E io gli ho risposto: "Certo, come potrei scordarmene. È stato un onore". Così lui mi ha detto: "Bene, ora devi farlo per me". Mi ha chiamato anche nei giorni successivi ed è stato facile decidere di venire alla Roma. Lavorare con Mourinho è facile. Con lui parlo di tutto, conosce tutti i giocatori, da quelli in prima squadra a quelli di terza categoria. Ha un gruppo di persone con cui si lavora benissimo. Di Mourinho mi ha sorpreso l’umiltà che ha, tratta tutti allo stesso modo. Certe volte può dare un’immagine diversa per quello che si vede in campo, ma l’ho visto anche arrabbiato. Sono molto felice di stare alla Roma, sto lavorando tranquillo ed è da molto che non succedeva, e in campo si vede".

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