Nuove e importanti: per la Roma Femminile è tempo di primi bilanci
La rifondazione ha portato giocatrici sin da subito fondamentali per la Roma. In 14 gare in tre competizioni, Rieke è la più impiegata e meno sostituibile per caratteristiche

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La Roma Femminile ha cominciato la sua stagione dopo una vera e propria rifondazione, dal tecnico al direttore sportivo, passando per buona parte del gruppo squadra. Alla partenza di tanti elementi che erano stati importanti nel ciclo precedente, sono corrisposti diversi nuovi innesti (sette senza contare il rinnovo del prestito di Dragoni o il rientro di Soggiu) che per forza di cose hanno da subito assunto un’importanza vitale per poter schierare la squadra in campo. La difesa, per esempio è stata ricomposta quasi interamente, ma i rinforzi sono arrivati anche negli altri reparti e, dopo le prime 14 gare della stagione, si può fare un primo bilancio sulle singole e il loro impatto.
Tra prove e infortuni
Si parte dalla porta, dove alla partenza di Ceasar e la designata titolarità di Lukasova, è tornata Baldi che ha trovato più spazio del previsto anche alla luce del nuovo infortunio accusato dalla ceca nella finale di Serie A Women’s Cup contro la Juventus. L’italiana ex Fiorentina a oggi ha giocato la metà delle gare (2 in Women’s Cup, 3 in campionato e 2 in Champions), andando in crescita con il passare delle sfide, salvo sbagliare un po’ troppo nelle pur difficilissime gare europee contro Real Madrid e Barcellona (10 gol subiti). Dopo la sosta Lukasova è destinata a riprendersi la titolarità ma al netto di qualche defaillance tecnica, Baldi si è fatta trovare pronta nel momento della necessità. Letteralmente indispensabili gli innesti in difesa, con Heatley, van Diemen e Veje impegnate sin da subito e inserite nei “tentativi” e nelle rotazioni di Rossettini che ha sfruttato la Women’s Cup per capire quale fosse il sistema di gioco più adatto alle caratteristiche della sua rosa. Ha iniziato con un 3-4-2-1 più vicino alle sue abitudini, arrivando presto alla conclusione che con il 4-3-3 (per ora) la squadra si trova più a suo agio. Indipendentemente dal sistema, quella che ha più convinto è van Diemen: autrice di 11 presenze, aggiunge ai giusti tempi in marcatura una qualità importante con la palla tra i piedi e una visione di gioco cui spesso la squadra si appoggia in fase di impostazione, tanto da fornire anche due splendidi assist nel derby di Women’s Cup vinto 3-0. Promettente e sicura, è già un punto di riferimento per Rossettini. Qualche errore in più lo ha commesso Heatley, che fisicamente è un’ottima risorsa, ma manca ancora quando si tratta di adattarsi a ritmi alti, quali possono essere quelli della Champions (per lei 10 presenze, 4 in Women’s Cup, 2 in campionato e 4 in Europa tra preliminari e fase campionato). In estate è arrivata anche Veje, abituata a giocare come terzino a sinistra di una difesa a quattro ma in grado di agire anche in zone più centrali del reparto difensivo: non rapidissima, ma esperta e abbastanza continua nel suo rendimento, il più delle volte riesce a gestire situazioni complicate e quando possibile sa andare in avanti ad aiutare le compagne (ha fornito due assist nelle 12 apparizioni su 14 disponibili). Quasi sempre presente e spesso molto importante è stata anche Bergamaschi, arrivata in estate dalla Juve, può giocare sia in un tridente d’attacco che da esterna a 4 e sa spesso incidere nelle due fasi. Per lei 13 presenze su 14 con un gol fondamentale contro lo Sporting nei preliminari di Champions e 3 assist: conosce il calcio italiano e la sua esperienza le permette di adattarsi anche a contesti internazionali, per questo il suo è uno degli innesti che sta funzionando meglio.
Sperando nel recupero
Volgendo lo sguardo al centrocampo invece, c’è probabilmente il colpo più riuscito dell’estate insieme a van Diemen, ovvero Annalena Rieke. Per caratteristiche, ha compiti simili a quelli che aveva Troelsgaard nella Roma di Spugna: fisicità e presenza a centrocampo, ma la tedesca ex Essen sta decisamente incidendo di più, tanto da risultare praticamente insostituibile. Anche lei perde qualcosa in velocità ma ha visione di gioco e sa lottare quando necessario, oltre a partecipare alla manovra offensiva a volte anche più di quando il suo ruolo (spesso perno della mediana davanti alla difesa) potrebbe richiedere. Nella Roma non c’è un’altra giocatrice con le sue caratteristiche, motivo per cui l’infortunio rimediato contro il Napoli (edema al legamento collaterale mediale del ginocchio destro) ha destato un po’ di preoccupazione: aver scongiurato una lesione fa sperare in un recupero per la sfida post sosta contro l’Inter ma verrà valutata giorno per giorno, quel che è certo è che prenderla è stata una gran mossa e nella Roma di Rossettini ha assunto sin da subito un’importanza vitale.
Garanzie per il futuro
Infine in attacco è arrivata Babajide: è entrata da subito nelle rotazioni di un reparto che cercava una sostituta centravanti visto l’infortunio di Viens, come riferimento offensivo non dà certo il meglio di sé (tanto che Rossettini ha “premiato” Pilgrim in quella posizione), mentre sull’esterno ha dimostrato di poter migliorare e dare un contributo importante grazie alla sua rapidità e alla capacità di inserirsi. Per la nigeriana 10 presenze con 2 gol e altrettanti assist, prima di cadere anche lei vittima di una lesione muscolare che le ha fatto saltare Milan, Barcellona e Napoli, sperando possa tornare subito dopo la fine della sosta: un po’ di sfortuna, ma buoni spunti e margini di crescita importanti. A proposito di margini di crescita, sebbene non si tratti di un vero e proprio acquisto, va menzionata anche Giulia Galli: l’esterna offensiva classe 2008 che al momento sta giocando un super Mondiale con l’Italia Under 17, alla prima annata tutta in prima squadra ha segnato 2 gol in 9 partite e fatto capire perché per tanti è uno dei talenti più brillanti del nostro calcio, oltre che della Roma. La strada da fare nel progetto targato Rossettini è ancora tanta soprattutto a livello di continuità nella singola sfida e nell’avere un maggiore cinismo sotto porta ma, qualcuna più qualcuna meno, le nuove arrivate stanno subito lasciando il segno e aiutando a dare una dimensione più chiara alla squadra.
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