Femminile, Rossettini: "Convinto della mia scelta. Con Trigoria c'è una sinergia"
Il tecnico giallorosso alla vigilia della sfida con lo Sporting: "Il primo giorno ho parlato con Massara, è stato importante capire cosa la Roma volesse da me"

(MANCINI)

Alla vigilia della sfida di Women's Champions League tra la Roma e lo Sporting Club, in programma questa sera allo Stadio Tre Fontane, Luca Rossettini ha parlato in conferenza stampa. Ecco le parole dell'allenatore giallorosso.
Domani (oggi, ndr) sarà una partita importante, probabilmente la più importante al momento: la società come primo obiettivo ti ha dato la qualificazione in Champions League. In generale c'è un nuovo progetto, una società e un mondo completamente diversi da quelli da cui vieni: come ti sei approcciato quando la Roma ti ha cercato e con quali stimoli sei arrivato in città?
"Sui mondi completamente diversi, fortunatamente si parla sempre di calcio, quindi alla fine è il mio mondo. Chiaramente il contesto è molto diverso, vengo da una carriera da calciatore in prima squadra, dal calcio professionistico maschile, ho lavorato in ambito giovanile maschile e chiaramente il calcio femminile è diverso, ma arrivo abbastanza preparato. perché nel tempo in cui ci siamo conosciuti tramite colloqui con la dirigenza fino alla scelta di iniziare questa avventura insieme, sono riuscito a informarmi, a guardare tante partite, perché, insomma, è stata una chiamata abbastanza inaspettata, che ho valutato nel tempo che mi è stato dato, il tempo che avevo a Coverciano per chiudere l'abilitazione come Allenatore Uefa Pro. In quel tempo c'era la Nazionale Femminile che si allenava per l'Europeo, quindi è stato interessante vedere dal vivo, da una posizione privilegiata, certe calciatrici che forse avrei voluto allenare. Quando poi ho scelto la Roma è stata una scelta molto convinta, penso che per me sia un'opportunità molto importante sotto tanti aspetti: intanto è la mia prima esperienza in prima squadra, quindi c'era la curiosità da parte mia di vedermi con delle calciatrici già formate, c'era l'aspetto dell'Europa, cui tengo tantissimo, c'era la possibilità di confrontarmi con ragazze estere e quindi poter parlare l'inglese e approfondire un aspetto che ritengo fondamentale al giorno d'oggi anche per un giovane allenatore, e poi la scommessa per me più stimolante, che è provare a portare le idee che mi sono fatto confrontandomi con allenatori che adesso sono in Serie A maschile, come Fabregas, Pisacane o Pagliuca, che allena l'Empoli. La scommessa mia è portare quelle idee che mi sono fatto nella mia carriera da giocatore e poi da allenatore anche tra le ragazze. L'idea che mi sono fatto guardando il calcio femminile in quel mese, mese e mezzo, è che si può fare, e stiamo lavorando per quello. Il percorso è iniziato veramente da poco, abbiamo la possibilità dataci dalla Women's Cup di confrontarci subito con avversarie forti. Abbiamo impegni europei che vogliamo raggiungere e che ci testano subito in campo internazionale, quindi sono molto ambizioso e convinto di trasferire le mie idee alle mie ragazze che hanno tantissima qualità e voglia di mettersi in gioco, sono molto curiose, perché capisco che è un bel passo, si guarda il calcio maschile come un mondo molto diverso dal loro, ma in realtà poi è il campo che parla e quello che portano la Nazionale o la Juve dimostra che anche gli allenatori che vengono dal maschile possono dare un contributo importante".
In queste prime uscite abbiamo visto che usi il 3-4-2-1, che è lo stesso modulo che usa la prima squadra maschile: è un caso? Tu che ne pensi di Gasperini? Ci sono collegamenti tra la Roma maschile e la Roma Femminile?
"Allora, premesso che Gasperini è un allenatore che ha fatto cose immense con l'Atalanta, con il Genoa, un allenatore che recentemente ha stupito anche in Europa per il suo gioco offensivo, questo "uomo su uomo" che è tornato dopo essere stato accantonato recentemente da un calcio più posizionale, di reparto. Il modulo è un caso, quando sono arrivato ho visto diverse clip delle ragazze nuove, che conoscevamo anche nella dirigenza solo per filmati, perché quelli arrivati sono profili giovani, soprattutto dietro. Il periodo della scelta del sistema per me è stato un periodo in cui ho osservato molto le caratteristiche delle ragazze, per l'idea di gioco che voglio dare alla squadra era fondamentale capire quali caratteristiche avessimo e dare dei concetti. In base a quello che ho visto ho deciso di iniziare un percorso di questo tipo, nonostante ho visto che tantissime squadre nel Femminile lavorano con la linea difensiva a 4, e secondo me questo può essere un'ulteriore opportunità di crescita, sia per noi sia per il movimento, per aprirsi ad altro senza rimanere fossilizzati su idee. Ho visto che la Juve ha fatto questo tipo di percorso l'anno scorso e ha ottenuto risultati importanti, per le caratteristiche delle nostre giocatrici possiamo avere buone risposte. In relazione alla squadra maschile, si tratta di caso, anche perché abbiamo caratteristiche diverse negli elementi, sia fisiche che tecniche. Poi sul rapporto con Trigoria, con la squadra maschile: noi siamo una costola della società, quindi è chiaro che c'è condivisione. Abbiamo la nostra direttrice tecnica che è sempre in contatto con loro e adesso, nel periodo di ripresa di Viens, ha lavorato con lo staff della squadra maschile, quindi c'è sinergia. Io personalmente non ho avuto modo di parlare con Gasperini, penso che sarà un passaggio naturale che si farà alla prima occasione. Il primo giorno, quando ho firmato, ho avuto un colloquio con Massara: per me è stato importante capire cosa vuole la società da me, dal Femminile, e mi ha fatto sentire la loro vicinanza che dimostra che c'è legame, lavoriamo tutti per gli stessi obiettivi".
Fin qui abbiamo sempre visto formazioni diverse, ci ha già spiegato che può e vuole approfittare della rosa ampia dando spazio anche alle più giovani: in Champions farà ancora rotazioni o ha già in mente che formazione vedremo in queste due settimane?
"Sicuramente ho in mente quella di domani. Affrontiamo ogni match partita per partita, abbiamo la fortuna di avere tutti impegni importanti, conto squadre dagli obiettivi importanti. La gara di domani sarà importante, vogliamo fare bene in tutte e due le partite, metterò la formazione che nelle valutazioni delle settimane passate e della partita ritengo la migliore. Sicuramente ci presenteremo con la miglior formazione possibile, poi per il Sassuolo e il ritorno valuteremo diversi aspetti ma nei giorni successivi. Però la rosa è di qualità, abbiamo un percorso da fare con margini di miglioramento, ci sono aspetti sui cui dobbiamo lavorare molto e adesso sto cercando di mettere sempre in campo una formazione che risalti le nostre qualità di adesso, limitando le nostre carenze attuali".
Una domanda di attualità: si parla molto di Velasco in questi giorni, è un periodo in cui negli sport di squadra, soprattutto con le nazionali, sono più le formazioni femminile che stanno riuscendo a portare risultati?
"Questo è stato l'argomento della tesi che ho presentato l'altro giorno per il Uefa Pro. Nell'approccio ho avuto diversi colloqui, ho cercato di prepararmi al meglio e di farmi un'idea di quello che potevo incontrare. Tutti mi hanno confermato la grande voglia e fame delle ragazze di diventare calciatrici migliori, e questo devo dire che l'ho riscontrato dal primo giorno, anche dai colloqui con le nazionali che non erano presenti al raduno, abbiamo da subito cercato di instaurare un bel rapporto che ritengo fondamentale. Nella preparazione devo dire che questo perfezionismo delle ragazze, siccome sono professioniste da pochi anni, e io facevo parte dell'AIC, sentivi questa voglia loro di diventare professioniste. E ora che da qualche anno lo sono, e dobbiamo limitarle o fermarle in allenamento, perché magari avrebbero continuato, e questo è un aspetto estremamente appagante per un allenatore. La cosa che si percepiva da fuori era che il giudizio sul calcio femminile fosse sempre volto a enfatizzare le differenze con i ragazzi, a discapito delle donne. E invece non si teneva conto di tante altre caratteristiche in cui le donne eccellono rispetto agli uomini, come la concentrazione e altri aspetti che, con le dovute accortezze, possono essere funzionali al gioco del calcio. Ecco, questo mi ha dato una sorta di bussola nell'approcciarmi a questo lavoro. Ritengo ciò molto bello, siamo un paese particolare perché pur essendo magari pochi abbiamo tanta qualità, anche umana, e siamo contenti che, prima con le selezioni maschili e ora con quelle femminili, lo sport italiano continui a eccellere".
Sulla Champions, è una vetrina per il club? Quali sono le pericolosità dello Sporting?
"La Champions è uno degli obiettivi per cui sono venuto qui. Ovvero, poter partecipare a un certo tipo di competizione e fare un certo tipo di percorso. Questo è lo stesso obiettivo della società e delle ragazze, soprattutto. Vogliamo fare la fase a gironi e arrivare in fondo, il più possibile. Sullo Sporting: abbiamo studiato questa squadra, l'anno scorso è arrivata dietro al Benfica; ha un'identità di gioco, gioca col 3-5-2 ed esterni molto offensivi. Avendone analizzato i punti forti, cercheremo di lavorare sulle carenze. Non hanno ancora iniziato il campionato e può essere un vantaggio per noi, perché abbiamo avuto già la possibilità di testarci in partite comunque importanti. Poi, le gare sono diverse e dipenderà tutto dal nostro approccio: abbiamo cercato di lavorarci nelle ultime due partite, non è stato quello che ci aspettavamo e che le ragazze si aspettavano. Cercheremo di fare meglio sotto questo punto di vista".
Ha parlato della sua emozione al Tre Fontane. Ora, qual è l'emozione alla vigilia della prima europea in casa? E poi, si aspettava un impatto del genere?
"Sull'emozione della Champions, cerco di vivere serenamente questi passaggi. La prima a Praga e la prima al Tre Fontane sono state emozioni uniche, sono sicuro che lo sarà anche la prima di Champions in casa. Ci aspettiamo grande supporto e partecipazione dai tifosi, sono convinto che le ragazze vogliano andare a prendere questa possibilità. Per dare subito un segnale forte. Sull'impatto... Non mi aspettavo nulla. Ero parecchio aperto; sapevo di star entrando in un gruppo con grande qualità, credo moltissimo nel lavoro e le ragazze hanno fatto una preparazione straordinaria, che non mi aspettavo. Ci aspetta una stagione impegnativa, abbiamo fatto una bella preparazione, che ci permettesse di tenere un ritmo per un certo tempo. E nonostante questo, nelle prime partite si poteva pagare in termini di brillantezza, di gamba. Il lavoro fatto in campo nella strutturazione dell'identità ha pagato fin da subito, perché le ragazze stanno dimostrando grandissima disponibilità. Quindi, il merito delle vittorie è loro: si applicano, ci mettono il cuore. Come dico anche a loro, guardiamo una gara alla volta. Dobbiamo preparare le partite al meglio delle nostre possibilità, trovando tutti i particolari per poter dare alle ragazze la possibilità di guadagnare il massimo da ogni partita. Poi vedremo dove ci porterà questo".
Volevo chiedere: dopo due Scudetti consecutivi e dominati, nell'ultima stagione è tornata a vincere la Juventus. Quali aspettative ha rispetto allo Scudetto? E poi, c'è un amico nel mondo del calcio femminile con cui si è confrontato?
"Sulle aspettative, la società è stata molto chiara sin da subito: vuole iniziare un nuovo percorso, per riportare la Roma ad essere competitiva e vincere i titoli che era abituata a vincere. Il focus è sul lavoro. Non siamo una squadra pronta per vincere adesso, perché il mercato ci ha tolto giocatrici importanti e ha portato profili giovani, nuovi e che si stanno ambientando piano piano. Si è alzato molto il livello. L'ingresso di Soncin in Nazionale ha anche alzato il livello. E per stare dietro alla Juventus, necessariamente bisogna alzare il livello. Così come le altre squadre. La qualità si sta alzando. Quello che facevano le ragazze due anni fa non basta più per vincere: va alzato il livello individuale e della squadra. Sicuramente, questo è un aspetto in cui altre squadre sono più attrezzate. Ho visto Inter e Milan, incontreremo man mano le altre... Qualcuno di voi (riferito ai giornalisti, ndr), dopo il Milan ha parlato di 'troppa fatica'. Ma ci aspettiamo quella fatica, è normale. Il livello alto porta a fare errori, a concedere qualcosa. Lo sappiamo. Siamo all'inizio di un percorso che non ci aspettiamo lineare, ma difficile: ogni gara andrà giocata, combattuta e vinta con grande fatica. Questo è un momento in cui siamo concentrati sul campo. Sulle conoscenze: ho avuto come collaboratore Canzi, con cui ho parlato e mi sono confrontato prima della scelta. Con Soncin ci incontravamo quando allenava a Venezia. E poi, ho avuto la fortuna di essere a Coverciano per il corso Uefa Pro, avendo dunque modo di parlare con persone che hanno a che fare o che conoscono l'ambiente. Dove posso e ho rapporti, cerco di prendere informazioni e di farmi trovare pronto".
Ci sono suoi allenatori coetanei che aspettano anche tanto l'arrivo di una panchina. A lei è capitato di parlare con ex calciatori e amici della scelta di entrare nel calcio femminile?
"Quello che ho visto durante la preparazione è che alla fine è sempre calcio. Un contesto diverso, con accortezze diverse e dubbi diversi. Posso capire chi non vuole calarsi nel mondo femminile, perché magari c'è bisogno di una preparazione anche da parte di chi non ne conosce le dinamiche. Ma ritengo che si possa fare. Ho avuto anche colloqui col mondo maschile e ho trovato molta preclusione, scetticismo, pregiudizi anche negativi. Sinceramente, è una cosa che mi caratterizza e su cui ho basato le mie scelte anche da calciatore: ho riscontrato grande fiducia da parte della Roma, grande voglia di iniziare un percorso con me. E se c'è una cosa che mi ha sempre mosso, questa è voler ripagare una fiducia che mi viene data e che mi stimola a dare il meglio di me. L'ambiente che ho trovato mi permetteva questo, la sfida è ambiziosa. Era una cosa nuova, che mi costringeva a uscire dalla comfort zone e provare a diventare un allenatore migliore, acquisire competenze diverse. Espandere il mio bagaglio. Si tratta di un passaggio importante per me ed è una cosa di cui trovo conferma tutti i giorni. Non ho grandi obiettivi, se non quello di far bene in questa stagione. Poi, quello che sarà, sarà. Sarà tutto conseguenza del lavoro di tutti i giorni".
Lei gioca con due mezze punte dietro la punta. Col Milan abbiamo visto Haavi dietro la punta, ma forse lì perde qualcosa rispetto al ruolo di esterno. Lo ha visto pure lei? Ha in mente di cambiare qualcosa sotto l'aspetto tattico?
"Con Emilie stiamo approcciando un percorso che possa dare più possibilità, perché lei è una giocatrice di estrema qualità e che sull'esterno può fare la differenza. Se ne sono accorti anche gli altri, quindi molte volte si cerca di limitarla. Nelle prime gare da esterna, tante volte ha fatto bene; poche volte ha calciato in porta, tante volte è andata al cross, ha segnato contro lo Sparta Praga in una posizione intermedia. Col Milan c'era una possibilità, ma ha saputo sfruttare le sue caratteristiche. Quindi, stiamo facendo un percorso per provare alternative, anche in base alla gara da affrontare. Tendete a fossilizzarvi sui sistemi, ma spesso nella partita le cose cambiano e le ragazze imparano a scegliere posizioni e situazioni diverse. Anche con lo Sparta, in certi momenti si difendeva a quattro. Lo stesso col Milan. Questo è un passaggio che già da qualche anno si è fatto nel calcio maschile e che giustamente, in base a come viene impostato il lavoro, arriverà anche nel femminile. Il modulo è importante, dà un'identità, ma nelle situazioni della gara si trasforma. E le ragazze determinano come affrontare le situazioni. Ci sono criteri che portano a scelte precise. Stiamo lavorando su quello e non è un percorso breve. Ma penso che già si veda qualcosa di positivo".
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