Roma Femminile

Femminile, la Roma tocca il fondo e regala una finale

A Como la Coppa Italia la vince la Juventus 4-0, con un poker in 34’. Si salvano solo i tifosi

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Leonardo Frenquelli
18 Maggio 2025 - 08:30

Una finale persa praticamente senza giocarla. Un trofeo regalato e una prestazione pressoché nulla, tra le più brutte di sempre, come peggior chiusura possibile di una stagione negativa. La Roma è crollata per 4-0 ieri a Como nella finale di Coppa Italia, affogando in incertezze difensive, errori individuali e mancanze sotto ogni aspetto. Una prova ai limiti del presentabile che in 34’ è scivolata tra le braccia della Juventus, capace di rifilare alle giallorosse inermi un poker senza neanche doversi sforzare troppo. Per trovare il vantaggio è bastato applicare uno schema su calcio di punizione, Girelli si è trovata libera e quando Ceasar le è franata addosso Colombo ha assegnato il rigore che poi la stessa Girelli ha trasformato al 13’. Pochi minuti dopo un’incompresione tra Troelsgaard e Linari in impostazione ha regalato a Cantore un’autostrada per il 2-0 e alla mezz’ora una conclusione di Thomas deviata da Minami e respinta male da Ceasar è finita in porta per il tris. Il quarto gol lo ha fatto ancora Girelli, lasciata totalmente sola sul secondo palo (se non con altre due sue compagne) sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti.

Gioco, partita e incontro, il resto della gara non è stato altro che qualche sparuto tentativo di timida reazione, soprattutto con iniziative individuali delle poche che avevano la forza di crederci (su tutte la sola e unica Haavi) e delle giocatrici subentrate (come Viens e Pilgrim). C’è stato praticamente il nulla, quanto di peggio si potesse immaginare per una squadra che voleva (o avrebbe dovuto volere) prendersi un’ultima gioia in una stagione con tantissimi bassi e davvero pochi alti. A due passi dal lago di Como la Roma ieri ha toccato il fondo e, volendo essere ottimisti, adesso si deve soltanto risalire, in un’estate che si annuncia di cambiamento sotto tanti punti di vista. Dal pomeriggio del Senigaglia c’è un solo aspetto da salvare: i tifosi romanisti. Hanno organizzato diversi pullmann per venire fino a Como (con un viaggio ben più complesso rispetto a quello compiuto dagli juventini), hanno riempito il loro spicchio di tribuna di bandiere (con tanto di coreografia e striscione che recitava «Con la Lupa sopra al petto») e poi hanno cantato sempre, anche quando le giocatrici erano in mezzo al campo allibite, alcune in lacrime e sommerse dai coriandoli bianconeri quando la Juve stava alzando la coppa. La Lupa a Como l’hanno portata loro, con quell’orgoglio che invece in campo non si è visto praticamente per niente. 

Lacrime d’addio

Tra le più disperate di tutte ieri a fine gara c’era Minami, abbracciata e consolata da tutte le compagne. Erano lacrime d’addio per lei che lascerà il club giallorosso, destinata a una squadra inglese. Non sarà di certo l’unica a salutare nei prossimi mesi, a partire da una squadra che ha perso sè stessa, ha chiuso un ciclo vincente e deve essere pronta ad aprirne un altro.

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