ASCOLTA LA RADIO RADIO  
Il bilancio

Roma Femminile: trionfo, novità e ambizioni. Il 2021 un anno in crescendo

Dalla svolta col 4-2-3-1 all’arrivo di Linari. Poi il primo trofeo conquistato e il cambio in panchina. 12 mesi per avvicinarsi all’obiettivo Champions

La Roma Femminile davanti al suo pubblico il giorno del derby (As Roma via Getty Images)

La Roma Femminile davanti al suo pubblico il giorno del derby (As Roma via Getty Images)

23 Dicembre 2021 - 16:25

Il 2021 della Roma Femminile è cominciato con una sconfitta. Era il 6 gennaio quando le giallorosse andavano ko contro la Juventus nella semifinale di Supercoppa Italiana: col senno di poi, quel 2-1 ingiustamente subito a Torino è stato l'inizio di crescendo durato un anno, tra tanti cambiamenti, un successo storico e delle rinnovate ambizioni d'Europa. Quella gara di Vinovo ha mostrato per la prima volta che le bianconere (allora guidate da Guarino) non erano imbattibili e soprattutto ha aperto la strada a una soluzione che avrebbe dato una nuova luce all'ultima annata di Betty Bavagnoli in panchina: il 4-2-3-1, la base sul campo di ciò che si vede anche oggi che in panchina c'è Spugna. E, tirando le somme dell'anno solare che si sta per concludere, è sempre a gennaio che la Roma ha inserito un altro tassello determinante nel suo percorso ingaggiando dal Bordeaux Elena Linari. Quella che oggi è leader assoluta della difesa romanista, è una garanzia di esperienza e qualità che ha dato una spinta incredibile al seguito della stagione e ha fatto ben capire come la società fosse seriamente intenzionata a investire sul progetto femminile, sia dal punto di vista economico sia per la qualità degli addetti ai lavori. Fatto sta che, dopo quella sconfitta con la Juventus, il campo ha iniziato a dare chiaramente delle risposte.

La gioia di Linari dopo il derby vinto (As Roma via Getty Images)

Di corsa nella storia

Tra gennaio e aprile la Roma ha vinto 11 delle 13 partite disputate, inciampando solo contro il Verona in Serie A e subendo un'altra sconfitta (ma ancora più indolore) dalla Juve in Coppa Italia, eliminata comunque in semifinale in virtù del successo all'andata e dei gol segnati in trasferta. La poca continuità del girone d'andata ha compromesso il cammino in campionato (chiuso al quinto posto), ma ha dato alle giallorosse una consapevolezza che è stata determinante per correre a maggio e scrivere la storia del club. Quella Roma che perdeva gli scontri diretti con le big, che non aveva abbastanza soluzioni tattiche oltre al 4-3-3 per affrontare le difese più chiuse, si è riscoperta con il passare dei mesi più determinata e ambiziosa, capace di presentarsi alla prima finale della sua giovane storia con qualcosa in più rispetto all'avversaria.

Il 30 maggio al Mapei Stadium di Reggio Emilia sono serviti i calci di rigore per stabilire chi meritasse di più quel trofeo tra le giallorosse e il Milan di Ganz, ma con Ceasar in versione para-rigori e la freddezza di Bernauer la strada è stata scritta: capitan Elisa Bartoli ha alzato il trofeo nella storia romanista, a giusto coronamento delle tre stagioni precedenti in cui la squadra ha preso forma, si è affermata come una delle grandi realtà del calcio femminile italiano. Non va dimenticato inoltre che pochi giorni prima, la Primavera di Fabio Melillo ha ottenuto il secondo Scudetto consecutivo battendo la Juventus al 94' nella finalissima e rendendo quegli ultimi tre giorni di maggio indimenticabili per i colori giallorossi.

Bavagnoli, Serturini e Bartoli con la coppa vinta il 30 maggio al Mapei (As Roma via Getty Images)

Passaggio di consegne

Betty Bavagnoli non poteva scegliere un momento migliore per lasciare la panchina, pur rimanendo fortemente legata al lavoro degli anni precedenti: il 2 giugno è diventata "Head of Women's Football", ovvero la referente alla società per tutto il progetto, un anello di congiunzione e centro operativo tra il campo, il mercato e la crescita del club. Con l'arrivo di Spugna da allenatore della prima squadra si è aperta una nuova era, forte dell'esperienza e della consapevolezza accumulate e soprattutto di un'unità di intenti che sta continuando a dare i suoi frutti anche oggi. Perché con l'ex allenatrice "alla scrivania" e il torinese in campo il mercato estivo è stato probabilmente il più funzionale ed efficace da quando esiste la squadra, si è creata una sinergia tra competenza e ambizione che a oggi non è perfetta ma ha di certo incrementato la forza della Roma. Si è scelto di rafforzare e rinnovare i contratti di tante calciatrici che rispecchiavano le esigenze della squadra, lasciando andare chi cercava ambizioni diverse dal giallorosso. Sono andate via, per esempio, Bonfantini e Thomas (rispettivamente a Juventus e Milan), ambiziose di giocare la Champions da subito, e poi c'è chi come Serturini, ha rifiutato proposte anche dalla Premier League inglese (campionato professionistico) per coltivare i propri sogni nella Capitale.

Il tecnico giallorosso Spugna (As Roma via Getty Images)

Alle giocatrici fondamentali come la stessa Serturini, Bernauer, Andressa e Giugliano, si sono aggiunti innesti che hanno reso al meglio sin da subito (Di Gugliemo, Pirone e Glionna) e la fucina di talenti del settore giovanile ha dato a Spugna tutti gli elementi giusti per proseguire al meglio quello che aveva iniziato Bavagnoli. Dopo tanto lavoro estivo, svolto tra il centro di preparazione olimpica "Giulio Onesti" e l'intensissimo ritiro del Terminillo, il nuovo allenatore romanista ha fatto passare le sue idee di un calcio dinamico e più legato all'interpretazione delle singole situazioni offensive che a dei rigidi ruoli specifici. Come detto, la base è quel 4-2-3-1 nato a gennaio, poi si è inserita anche l'alternativa della difesa a tre nelle ultime gare giocate in questo 2021 ma ora sembra esserci la chiave per far sì che l'Europa non sia solo un sogno: la continuità di rendimento e il saper vincere anche quando si gioca male. È quello che è successo per esempio nel primo storico derby in Serie A (vinto per 3-2 al Tre Fontane il 12 dicembre) ed è ciò che serve per ambire ai posti buoni per l'Europa. Mai la Roma aveva ottenuto tanti punti in un girone d'andata (25) e mai l'aveva chiuso in seconda posizione: è il segno che il 2021 è stato un anno di crescita e ambizione continua per le giallorosse che, nonostante le difficoltà, hanno già tracciato una strada verso nuovi obiettivi, ancora più grandi di quelli precedenti. Anche il 2022 inizierà con una semifinale di Supercoppa (contro il Milan il 5 gennaio) ma magari stavolta potrebbe avere un esito diverso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA