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Anna Frank “giallorossa”: 15 identificati

Indagine per istigazione all’odio razziale. Gli ultrà biancocelesti rischiano il daspo fino a otto anni. Procura Figc: le carte affidate a Melaragni

Marco Battistini
25 Ottobre 2017 - 11:30

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per istigazione all'odio razziale sul caso degli adesivi con l'immagine di Anna Frank con la maglia della Roma lasciati dai tifosi laziali su una vetrata della Curva Sud dello stadio Olimpico dopo la partita con il Cagliari.

Sono 15 le persone con precedenti specifici identificate: rischiano il daspo fino a otto anni. Tra loro anche due minorenni: uno di 17 ed un altro di 13 anni. L'identificazione è stata possibile grazie alle telecamere presenti allo stadio. Alle indagini, coordinate dalla Procura di Roma, stanno lavorando gli uomini della Digos, della scientifica e del commissariato Prati che hanno passato in esame le immagini delle telecamere.

In merito ai fatti accaduti la Digos della polizia di stato, coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Francesco Caporale, ha depositato poco una prima informativa e presto ne seguirà un'altra.

Anche la procura della Figc ha aperto un'indagine sui fatti accaduti all'Olimpico. Il capo della Procura, Giuseppe Pecoraro, ha chiesto alla Questura di Roma la trasmissione del rapporto sulla vicenda e intanto mantiene alta l'attenzione del suo ufficio sui temi del razzismo e della discriminazione.

Pecoraro ha inviato a tutti i collaboratori della procura una circolare, invitandoli a vigilare con la massima attenzione su eventuali atti discriminatori o offensivi prima durante e dopo il minuto di riflessione deciso dalla Federcalcio. L'indagine è stata affidata al procuratore federale aggiunto Gianfranco Melaragni. Focalizzata l'attenzione sulla vendita ad 1 euro dei biglietti in curva sud decisa dalla SS Lazio.

Le istituzioni

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Il volto e le pagine del diario di Anna Frank, la sua storia di sofferenza e di morte a opera della barbarie nazista, hanno commosso il mondo. Utilizzare la sua immagine come segno di insulto e di minaccia, oltre che disumano, è allarmante per il nostro Paese, contagiato, ottanta anni addietro, dall'ottusa crudeltà dell'antisemitismo». Un disagio, quello del capo dello Stato, espressi direttamente al ministro dell'Interno Marco Minniti che a sua volta ha assicurato al Colle «grande impegno per individuare i responsabili di un comportamento così ignobile affinchè vengano perseguiti secondo la legge e vengano definitivamente esclusi dagli stadi».

Si registra una nota da palazzo Chigi. «Ci sono delle cose incredibili che continuano ad accadere come, ad esempio, che un gruppo di ultrà di una squadra di calcio pensi di scherzare sulla storia e la figura di Anna Frank», ha commentato il premier Paolo Gentiloni. «E' successo - ha aggiunto - qualcosa di incredibile, inaccettabile, da non minimizzare e da non sottovalutare. Non sottovalutiamo i rischi del diffondersi di tensioni nel nostro tessuto sociale». L'episodio non ha lasciato indifferenti importanti esponenti politici. Il segretario del Pd Matteo Renzi ha commentato l'accaduto, lanciando una proposta ai presidenti delle squadre: far giocare le squadre con la stella di David. Il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ha condannato l'utilizzo dell'immagine di Anna Frank da parte degli ultras della Lazio per "offendere" i tifosi della Roma. «Le comunità ebraiche fanno parte della nostra Unione - ha spiegato - l'antisemitismo deve restare soltanto un'orribile esperienza del nostro passato, un'esperienza del secolo che si è concluso. Sono fiero di avere concittadini ebrei».

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