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Piazza Navona, beghe di potere dentro il M5S: caos sulla Befana

Siluri all’assessore voluto da Casaleggio (Costanzo è l’ere de). La festa rischia di saltare, operatori infuriati per i costi alle stelle

Marco Battistini
04 Dicembre 2017 - 08:53

Scontro di potere all'ombra di piazza Navona. La giunta pentastellata si segnala soprattutto per le continue lotte nell'amministrazione. L'ultima è pesante perchè sarebbero volati gli stracci fra un assessore ed il presidente della commissione Commercio.

Il titolare dello sviluppo economico Adriano Meloni aveva preso le distanze da Andrea Coia, l'uomo che guida in Campidoglio la commissione Attività Produttive, parlando di «un'intesa fra il M5S e la famiglia Tredicine sulla gestione delle bancarelle a piazza Navona». nel periodo delle feste. Dopo uno scontro con la sindaca Raggi c'è stata la retromarcia dell'assessore. «Non c'è alcun legame tra il M5S e la famiglia Tredicine, meno che mai in merito all'organizzazione della Festa della Befana: chi scrive il contrario afferma il falso -ha dichiarato Meloni- membri della famiglia Tredicine, infatti, hanno presentato ricorso al Tar contro il nostro bando e hanno criticato il nostro operato. Grazie a noi, chi intende partecipare alla gara per esporre e vendere in piazza Navona deve sottostare a criteri ben più rigidi rispetto al passato: abbiamo limitato fortemente l'incidenza dell'anzianità e, pertanto, favorito ricambio e rinnovamento degli operatori. A tal proposito, mi scuso con Andrea Coia, presidente della Commissione Commercio in Campidoglio, per alcuni spezzoni di una chat privata riportati dalla stampa: si tratta di parole sicuramente fuori luogo. Abbiamo lavorato insieme per la riuscita della manifestazione e continueremo a farlo».

È molto probabile che Meloni lasci l'incarico ben prima della fine della consiliatura. Non subito però. Adriano Meloni sarebbe uomo di Davide Casaleggio. L'imprenditore, in passato, ha collaborato con la Casaleggio Associati e non potrà essere liquidato con leggerezza. Inoltre Meloni potrebbe rivelarsi utile nel processo sul caso nomine che la sindaca dovrà affrontare il 9 gennaio. Il fratello di Raffaele Marra, Renato, era stato promosso proprio a capo di uno dei 'suoi' dipartimenti, quello al Turismo. Potrebbe essere chiamato come super test per la Raggi. Ora non conviene farlo fuori.

Eppure l'alternativa sarebbe già pronta. Leonardo Maria Costanzo, manager di 59 anni, è l'uomo scelto dalla giunta Raggi per definire le linee strategiche volte a garantire lo sviluppo dell'economia e del turismo secondo quanto indicato nelle linee programmatiche del sindaco. Potrebbe essere lui a prendere il posto di Meloni magari nel 2018. Costanzo, specializzato nei settori della Travel Industry, Luxury F&B and Retail, Costanzo è un esperto di distribuzione e marketing di servizi legati ai viaggi. Come Coo (chief operating officier) di Cova, dopo l'acquisizione da parte del gruppo di Louis Vuitton LVMH, ha riorganizzato la compagnia, migliorando la produttività locale e curando l'espansione del marchio nel mercati internazionali, che conta oggi 17 store tra Hong Kong, Shanghai e Tokio. In passato, Costanzo è stato dal 2009 al 2013 Managing Director di TNS-ICT Travel Solutions (Uvet American Express Group), capo unità business in Trenitalia dal 2006 al 2008 e prima ancora, dal 1993 al 2005, Managing Director della branca italiana di Amadeus.

La festa è a rischio

Sullo sfondo delle liti e delle beghe politiche c'è la questione legata alla festa della Befana a piazza Navona. La richiesta di Roma Capitale agli ambulanti è quella di sborsare 450.000 euro più iva come costi del piano sicurezza.

In tutto sono una cinquantina gli operatori che sono risultati vincitori del bando, quindi i costi suddivisi tra tutti gli aggiudicatari di postazione, al lordo del costo per l'occupazione del suolo pubblico e di altre spese, come il servizio ambulanza, supererebbero i dieci-dodicimila euro cadauno, secondo le stime fatte dagli operatori. Costi tanto alti da poter indurre gran parte dei vincitori a fare un passo indietro.

La proposta avanzata dall'amministrazione capitolina, stando a quanto hanno riferito gli operatori, è quella che il Campidoglio si faccia carico del costo del presepe, che si aggirerebbe attorno ai 150mila euro, e il suggerimento di reperire autonomamente un'altra società che possa offrire i servizi di sicurezza e ambulanza a un costo minore. Gran parte degli operatori "sarà costretta a ritirarsi" causando la mancata realizzazione della festa. Il rischio sembra davvero serio e solo nelle prossime ore si saprà se ci saranno margini di trattativa fra operatori e Campidoglio.

Sta di fatto che fra scontri di potere e scarsa capacità di dialogo con il tessuto economico cittadino, il governo a cinque stelle mostra crepe ulteriori tali da minarne la credibilità agli occhi degli elettori.

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