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Roma-Real, Di Francesco: "Non ho ancora deciso nulla. Pellegrini non c'è, Olsen probabilmente sì"

Il tecnico giallorosso in conferenza stampa: "E' mancata la voglia di vincere le partite con cattiveria facendo una buona fase difensiva e concludendo con più decisione"

Il tecnico Eusebio Di Francesco, di LaPresse

Il tecnico Eusebio Di Francesco, di LaPresse

La Redazione
26 Novembre 2018 - 12:35

Il tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco è intervenuto in conferenza stampa da Trigoria in vista della partita col Real Madrid che si disputerà domani alle 21 all'Olimpico. Accanto a lui il terzino Aleksandar Kolarov. Alle 16 l'allenatore dirigerà la seduta di rifinitura aperta alla stampa sui campi del Centro Sportivo Fulvio Bernardini. Queste le parole del tecnico romanista.

"Se uno leggesse i dati senza vedere il risultato direbbe che sarebbe stata una partita vinta facile. E' mancata la determinazione, qualcosa di cui si parla e si scrive ma che non si compra al supermercato. E' la voglia di vincere le partite con maggiore cattiveria quando si va a fare sia una fase difensiva adeguata sia ad attaccare la porta con maggiore cattiveria. E questa è stata la cosa che mi è piaciuta di meno perché avevamo preparato una partita che io ritenevo fosse la più importante e il fatto di averla persa mi ha dato un fastidio veramente enorme".

Quali sono le condizioni degli infortunati?
"Pellegrini non ci sarà né col Real né con l'Inter. Olsen farà l'ultimo provino oggi ma i risultati degli esami strumentali sono buoni".

C'è una statistica che dice che la Roma è entrata in aera piccola 19 volte, senza segnare. Che riflessione ti suggerisce?
"Si lega ai tanti dati che dovrebbero essere positivi e diventano negativi visti i risultati. E' la mancanza di credere in ciò che si va a fare nell'area di rigore. Serve il lavoro, quello che si fa sulla testa dei ragazzi e quello di campo. Solo questo ti permette di venirne fuori, ma anche la fortuna di avere subito una partita importante in cui metterti in discussione e dimostrare di non essere quelli di Udine".

Quanto è importante questa partita per il futuro della squadra e del suo futuro a Roma?
"Della squadra? Dobbiamo parlare della squadra. Di me non devo parlare perché ho sempre sentito da parte della società grande fiducia. Il calcio è il calcio e il risultato di domani serve ad arrivare primi nel girone, abbiamo una buona classifica che può diventare ottima con una grande prestazione domani".

Un flash su Manolas: è recuperato?
"Oggi farà l'ultimo test. Se dovesse essere a posto sarà della partita".

La mentalità si allena? Non c'entra l'allenatore? 
"L'allenatore è lo stesso che con grande cattiveria ha portato la squadra a essere aggressiva in area avversaria, adattandosi ai giocatori che aveva a disposizione. Sono discorsi che fanno tutti gli allenatori. La cattiveria è una cosa astratta ma lo sanno tutti che se calci scherzando e ridendo non fai gol, se calci in porta determinato fai gol. Questa cosa si allena. Si vede che l'allenatore deve raddoppiare quello che sta facendo. Io l'esame di coscienza me lo faccio sinceramente tutti i giorni e questa è una cosa che mi chiedo".

Il Real è in crisi?
"Beh, penso che il Real possa dire lo stesso di noi. Sono due squadre tra virgolette malate, o perlomeno che hanno problemi in campionato ma che in Champions stanno facendo il loro percorso. Sarà una partita ad armi pari contro la squadra campione d'Europa. Non è una partita qualsiasi. Già che siamo a 9 punti nel girone è una cosa di grande positività per questa piazza, per questo ambiente e per questa squadra".

Il Real ha cambiato tecnico rispetto all'andata. Cosa cambia tatticamente?
"No, secondo me è molto simile al Real precedente. Sia i movimenti sia i calciatori. Non vedo grandi differenze. A livello psicologico invece vedo le differenze: loro venivano da un ottimo momento, noi dovevamo ancora inquadrare la situazione. Quindi da questo punto di vista è una sfida molto diversa".

Lei conosce gli umori di questa piazza. Se dovesse arrivare la vittoria, c'è il rischio che accresca le frustrazioni sul campionato?
"Giochiamiola prima 'sta partita, per poter fare un ragionamento successivo. Kolarov ha parlato in maniera positiva: crede, vuole. E' giusto mandare messaggi positivi in momenti di difficoltà Mettiamoci determinazione, raddoppiando quello che dobbiamo fare in campo, a partire dall'allenatore. Il mondo è la vita non è solo abbattersi e mollare, ma nei momenti di difficoltà bisogna tirare fuori qualcosa in più. Il difetto più importante riscontrato quest'anno è la continuità. Torna no? E' una continuità spesso negativa e dobbiamo essere bravi a rivolgerla al positivo".

Vista l'assenza di Pellegrini, che si aggiunge ad altre importanti, si può tornare al centrocampo a tre?
"Non voglio parlare assolutamente di formazione per non dare vantaggi a nessuno. Non ho ancora deciso nulla, nemmeno il sistema di gioco. Penso. Penso a tutto. Dire oggi se giocherò a 3, 4 o 5 non ha senso. Dico che tutti hanno la possibilità di giocare. Vedrò tutto dopo l'allenamento e domani potrebbero esserci sorprese".

Rispetto all'andata, giocata nel momento peggiore della Roma, come e quanto è cambiata la Roma?
"Come identità di squadra è cambiata ma questa crescita non è sufficiente. Non dobbiamo incappare nelle trappole che ci sono dopo la sosta. Troppi indizi fanno pensare che al momento in cui determinati lavori che danno alcune certezze, non potendo dargli continuità, a questa squadra mancano. Alla squadra è mancata certezza, condizione e anche la crescita di alcuni giovani. Ma dai giovani ti devi aspettare alti e bassi, è la normalità della crescita di un giocatore".

I giovani hanno alti e bassi, però forse la reazione di Kluivert dopo la sostituzione è stata esagerata. Ci hai parlato?
"Questa mi è nuova. Sinceramente non l'ho vista né sentita, nessuno mi ha detto che ha avuto reazioni particolari, forse era arrabbiato con sé stesso. La riguarderò. Scusate ma la partita l'ho vista con l'audio a zero. Lo faccio sempre. Oggi glielo chiedo".

I tifosi sono arrabbiati ma non vi mollano, duemila a Udine e domani 65mila persone. Siete in grado di promettere qualcosa che vedranno domani?
"Non è domani, deve essere sempre. Fa parte della professionalità mia e dei calciatori. Dare il massimo per la maglia che si indossa e per il rispetto che si deve a chi va allo stadio. Che siano arrabbiati è normale. Come noi, se ci guardi lo vedi: non sono felice. Mi auguro di avere un altro viso e di essere più contento dopo la partita. Il tifoso deve chiedere impegno. Se poi mi viene a chiedere di formazione mi incavolo".

All'andata fu la notte migliore del Real di Lopetegui, si aspettava un crollo del genere? Incontrarlo dopo la sconfitta con l'Eibar è un vantaggio?
"Anche noi abbiamo avuto una sconfitta, il vantaggio non c'è. Ricordiamoci che giochiamo con i campioni d'Europa. Sembra che andiamo ad affrontare una squadretta con cui è scontato portare a casa i tre punti. Per avere i tre punti col Real serve una partita perfetta sotto tutti i punti di vista. Non mi sono dato una spiegazione alla crisi del Real, non posso, ho tanti cavoli a casa mia che non posso occuparmi pure del Real Madrid".

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