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Smalling, nuovo tentativo dopo la coppa: Umtiti e Vertonghen le alternative

L'inglese torna a Manchester e usa parole d'amore per la Roma. Fienga ringrazia lui e Zappacosta e lascia aperte le porte. Il francese in vantaggio sul belga

, di LaPresse

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05 Agosto 2020 - 13:06

Facciamo un'ipotesi. Ipotesi che, peraltro, ci sarebbe molto gradita: semifinale di Europa League, il Manchester United da una parte, la nostra Roma dall'altra, Chris Smalling in tribuna. Da quale parte si andrebbe a mettere seduto il difensore inglese? Se desse retta al cartellino non potrebbe che accomodarsi vicino ai suoi vecchi e nuovi compagni dell'United. Se, al contrario, seguisse il suo cuore, allora si sistemerebbe al fianco di Santon, Kluivert, Ünder, Villar (giusto per nominare i giallorossi che secondo noi non farebbero comunque parte della formazione iniziale scelta da Fonseca). Perché il cuore dell'inglese è diverso da quello che ha messo in mostra lo United, cioè un cuore con un pelo lungo così. Come ha dimostrato proprio ieri il giocatore nella giornata del suo ritorno in Inghilterra, volo partito da Ciampino, volo su cui è salito indossando la mascherina della Roma, nuova conferma di come si sia trovato bene da queste parti. Dove, peraltro, sarebbe rimasto più che volentieri se non altro per concludere questa stagione per inseguire il suo e il nostro sogno. Del resto Smalling il suo affetto nei confronti della Roma e dei romanisti, lo ha messo nero su bianco con un post in cui certo non si è nascosto dietro le parole («Sono devastato per non riuscire a finire quello che abbiamo iniziato in questa stagione. Provare l'amore che la Roma mi ha mostrato in così poco tempo è stato speciale e non lo dimenticherò mai. Voglio ringraziare e augurare a tutti i giocatori e allo staff buona fortuna contro il Siviglia. Daje Roma») dimostrando come questo anno trascorso in giallorosso abbia sicuramente conquistato lui e la sua famiglia. Un post a cui, in rapida successione, hanno risposto tutti i compagni con altrettanto affetto.

Ribadito, poi, da un comunicato della società che, ringraziando anche Zappacosta, attraverso le parole dell'amministratore delegato Guido Fienga, ha fatto capire di non aver perso la speranza di poter riavere alle sue dipendenze perlomeno il difensore inglese: «Ci teniamo a ringraziare Chris e Davide per la professionalità dimostrata in questa stagione. Entrambi sono stati un esempio di dedizione al progetto del club: hanno condiviso con noi ogni momento, quelli positivi e quelli di difficoltà, dimostrando da subito grande attaccamento ai colori giallorossi. Qualora si verificassero le condizioni, saremmo onorati di poter contare ancora su di loro». Appunto. Qualora si verificassero le condizioni. La firma sul fatto che la Roma, una volta che si sarà esaurita l'avventura dell'Europa League, e tutti speriamo che la data sia il ventuno agosto, proverà di nuovo a trovare un accordo con il Manchester United per acquistare (in alternativa prestito per un altro anno con obbligo di riscatto dopo dodici mesi, ma è un'ipotesi a questo punto molto difficile da immaginare) il cartellino di Smalling. Senza avere, cioè, l'impedimento di un prolungamento del prestito che di fatto è stato un ostacolo importante nei contatti tra i due club. Anche se c'è da dire che c'era comunque una certa distanza tra l'offerta della Roma (dodici milioni più tre di bonus pagabili in tre anni) e la richiesta dei discepoli di sir Alex Ferguson (venti milioni pagabili in quattro rate semestrali). A Trigoria si pensa che una volta conclusi gli impegni europei, il club inglese possa mitigare di due-tre milioni le richieste, arrivando a sedici-diciasette milioni che, a quel punto, magari una volta concluse alcune cessioni ma soprattutto alla luce più che probabile di una nuova proprietà, possano essere garantiti al Manchester.

Si vedrà, insomma, anche se la Roma, pure per far scendere il prezzo di Smalling, si sta guardando intorno alla ricerca comunque di un altro difensore centrale.E ha accolto con giustificate motivazioni il fatto che un mediatore italiano abbia offerto il francese Samuel Umtiti, ora al Barcellona che lo vuole dare via, anche in prestito. Il francese ha già fatto sapere che non direbbe no a un eventuale trasferimento alla Roma, consapevole che per lui in Catalogna ormai ci sia poco spazio per giocare. Umtiti di sicuro è preferito a Verthongen che, anche a parametro zero, costerebbe oltre tre milioni netti a stagione di stipendio, ma soprattutto ha tre anni più di Smalling e sette più del francese che, arrivando in prestito, costerebbe comunque soltanto di ingaggio (quello che, nel caso, si dovrebbe dare al Barcellona per il prestito costerebbe forse meno rispetto alle commissioni per il belga, commissioni che sarebbero parecchio alte in considerazione del fatto che il suo cartellino costerebbe zero). La Roma, intanto, sta pensando di concretizzare qualche cessione. Ieri è diventato ufficiale il prestito con diritto di riscatto e controriscatto di Cetin al Verona, mentre per Under al Napoli con il passare dei giorni si stanno infittendo le voci di una probabile chiusura dell'affare. A preoccupare dalle parti di Trigoria c'è soprattutto la questione Pastore, altri tre anni di contratto a otto milioni lordi a stagione, ma soprattutto una condizione fisica (nuovi problemi all'anca) che non può non far nascere diversi punti interrogativi sul futuro da calciatore dell'argentino. Si sta cercando una soluzione. Se poi il tecnico argentino Schelotto lo volesse prendere per i suoi Los Angeles Galaxy, sappia che il viaggio aereo sarebbe a nostro carico.

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