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Ecco chi è il 18enne Vergani, l'attaccante che potrebbe entrare nell'affare Dzeko

Nel 2018 è stato capocannoniere all’Europeo U17 e ha deciso il Viareggio Figlio di imprenditore, escluso perché non voleva rinnovare con l’Inter

L’esultanza di Edoardo Vergani allo Stadio dei Pini, dopo aver segnato il gol del 2-1 alla Fiorentina, nel tempi supplementari della finale del Viareggio 2018: classe 2001, era sotto età, avrebbe dovuto fare l’U17, di LaPresse

L’esultanza di Edoardo Vergani allo Stadio dei Pini, dopo aver segnato il gol del 2-1 alla Fiorentina, nel tempi supplementari della finale del Viareggio 2018: classe 2001, era sotto età, avrebbe dovuto fare l’U17, di LaPresse

27 Giugno 2019 - 09:39

La telenovela Dzeko, in scena da settimane, è arrivata al punto di svolta quando l'Inter ha inserito come contropartita tecnica il 18enne Edoardo Vergani da Segrate, centravanti pure lui, ottima tecnica, bel fisico, ed eccezionale fiuto del gol. Un anno fa, quando la Roma si accordò coi nerazzurri per la cessione di Nainggolan, facendosi dare Zaniolo e Santon, era uno dei talenti più splendenti del settore giovanile: oltre a Zaniolo e Pinamonti partirono i vari Bettella, Odgaard, Rover, Valietti e Visconti, non Vergani, che sembrava essere uno di quelli da cui la Primavera sarebbe ripartita, dopo l'ennesima rivoluzione.

E invece le cose sono andate diversamente, più che altro per la bulimia di acquisti del settore giovanile nerazzurro. Considerano i ragazzi della sua età, fino a un anno fa Vergani - che la scorsa settimana era stato promesso al Sassuolo nell'affare Sensi - era il secondo attaccante più forte del calcio italiano, alle spalle del baby fenomeno Pellegri, il bomberino del Genoa che aprì le marcature all'Olimpico il giorno dell'addio di Totti: l'Inter, ai tempi di Sabatini, valutò l'ipotesi di prenderlo, arrivando a valutare 60 milioni lui e il compagno d'attacco Salcedo, poi si sono fatti due conti, e hanno accantonato l'idea.

Non del tutto: un anno fa, a cifre importanti ma ben inferiori, Salcedo è arrivato lo stesso a Milano, finendo per togliere spazio a Vergani, che, date le valanghe di gol segnati nelle giovanili, aveva tutto il diritto di ambire alla maglia numero 9 della Primavera. Fino a quel momento l'Inter lo aveva trattato come un diamante grezzo: il 6 febbraio 2017, quando ha compiuto 16 anni, gli hanno fatto subito firmare il primo contratto professionistico, per evitare scippi da parte di club esteri (sempre possibili per quelli che hanno iniziato a farsi notare dai tempi dell'Italia Under 15, categoria in cui lui ha 9 presenze e 10 reti). Solo che i contratti firmati a 16 anni non possono durare più di tre stagioni: il suo sarebbe scaduto tra tre giorni.

Nonostante il reparto offensivo fosse particolarmente affollato - contando solamente i 2000 c'erano Adorante, Merola e l'ex Boca Juniors Colidio, più il fantasista Mulattieri, che con lo Spezia aveva segnato in B - Vergani qualche spezzone riusciva a giocarlo, a inizio stagione. Il 10 novembre l'ultima partita, dal 20 gennaio ha smesso anche di andare in panchina: infastidito dall'acquisto di Salcedo, il ragazzo aveva deciso di non rinnovare, e la scelta lo aveva condotto ai confini della rosa. Assistito da Federico Pastorello, ma seguito con grande attenzione anche dal padre, imprenditore di successo, presidente di una grande azienda che si occupa di logistica, con fabbriche in Puglia, Cina e Brasile, e accordi di sponsorizzazione con Atalanta, Empoli, Venezia e Spal (a cui ha anche costruito il centro sportivo), Vergani il 17 marzo ha rinnovato fino al 2023, e guardacaso alla partita successiva era di nuovo in campo con la Primavera. Che però, quando lui era fuori, a dicembre, ha promosso sotto età un ragazzo di un anno più giovane, che fa il suo stesso ruolo, Sebastiano Esposito, il centravanti che ha segnato 5 gol in due partite contro la Roma, la semifinale con la Primavera e la finale scudetto U17. Ha anche trascinato l'Italia Under 17 alla finale dell'Europeo (persa con l'Olanda) Esposito, proprio come Vergani un anno prima.

Ricordi azzurri

In mediana c'era Freddi Greco, il 18enne appena ceduto al Torino per liberare Petrachi, numero 10 e capitano era Alessio Riccardi, numero 9 Vergani: entrò e segnò nella prima partita, giocò le altre 5 da titolare, chiuse da capocannoniere del torneo (pari merito con il belga del Psv Vertessen) con 4 gol, tra cui il bellissimo destro all'incrocio, da trequarti, che ha deciso la semifinale con il Belgio a 9' dalla fine. Un altro gol decisivo, a marzo, lo aveva fatto alla Fiorentina, sbloccando una finale del Torneo di Viareggio che ai supplementari era sull'1-1. L'Inter lo prese dal Monza nel 2014, aggregandolo subito ai 2000, che vinsero lo scudetto, battendo in finale il Parma di Adorante (che un mese dopo è stato preso dall'Inter, e ora diventerà la contropartita tecnica per Sensi): negli ottavi 7-0 alla Lazio, e Vergani ne fece tre.

Coi coetanei quell'anno giocò il prestigioso torneo Nike: 2-0 in finale alla Roma con 2 gol suoi, 17 in 23 partite con l'Inter Under 17: è la stessa categoria in cui Zaniolo non convinse la Fiorentina, che a fine anno lo lasciò libero. Il centrocampista di Massa è arrivato alla Roma dopo 14 gol in 28 partite nel campionato Primavera, il centravanti arriverebbe con 10 spezzoni, e neanche una rete. Ma Zaniolo aveva 19, Vergani ne ha 18: a quest'età conta tantissimo, il paragone si potrà fare tra un anno, quando Vergani avrà fatto una stagione di Primavera da titolare. Con i suoi mezzi, l'unica cosa che potrebbe impedirgli di farne tra i 20 e i 30 sarebbe la promozione a pieno titolo in prima squadra.

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