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Ecco il "sistema criminale diffuso" scoperto dall'operazione Rinascimento

Un sodalizio criminale che aveva deciso di fare affari sulle spalle dello Stadio della Roma. Un sistema che aveva come unico scopo quello di "ungere la politica"

14 Giugno 2018 - 07:51

Un'organizzazione criminale tripartisan, con l'interesse privato come unica finalità e con il colore dei soldi a sostituire quello dell'appartenenza politica. Un sodalizio criminale che aveva deciso di fare affari sulle spalle dello stadio della Roma. Quello che raccontano le carte dell'inchiesta Rinascimento è un sistema che aveva come unico scopo quello di ungere la politica. Un'organizzazione alla testa della quale c'era il costruttore Luca Parnasi.

Corruzione come assetto d'azienda

Ciò che l'indagine rivela è proprio «l'ordinario e non certo eccezionale ricorso a tali illecite condotte» che vengono considerate «strategie indispensabili per la realizzazione di qualsiasi progetto». Parnasi e i suoi sodali valutavano la fattibilità dei loro progetti «proprio alla luce dei contatti, degli interventi e delle relazioni già prefigurati con i soggetti pubblici di riferimento e mai in realazione a quello che sarebbe l'iter normativamente previsto». Un gruppo imprenditoriale che aveva fatto del metodo corruttivo verso esponenti istituzionali, appartenenti alla politica e alla burocrazia, «un significativo asset d'azienda».

«Ho speso cifre che neanche te lo racconto»

In una intercettazione, Parnasi racconta: «Adesso non mi costa molto… una volta non hai idea. Spenderò qualche soldo sulle elezioni… che poi con Gianluca vedremo come vanno girati ufficialmente con i partiti politici eccetera… anche questo è importante perché in questo momento noi ci giochiamo una fetta di credibilità per il futuro ed è un investimento che io devo fare molto moderato rispetto quanto facevo in passato, quando ho speso cifre che neanche te lo racconto. Adesso ci sono le elezioni e io spenderò qualche soldo ma la sostanza è che ora la mia forza è che alzo il telefono…». E, in effetti, scrive il gip, l'imprenditore offre o promette somme di denaro al consigliere regionale di Forza Italia Adriano Palozzi, a Davide Bordoni, consigliere comunale del Comune di Roma sempre in quota Forza Italia. E «promette o conferisce utilità» a Michele Civita, assessore Pd della Regione Lazio, a Paolo Ferrara, presidente del gruppo consiliare capitolino del Movimento 5 stelle; a Giampaolo Gola, assessore allo Sport del Municipio di Ostia; e infine a Luca Lanzalone, presidente di Acea e consulente del Comune di Roma ai tempi del dossier sullo stadio della Roma.

Il sistema Parnasi

Il 6 novembre 2017 Palozzi incontra Parnasi. Da lì a poco ci sarebbero state le elezioni. I due parlano dell'incarico che potrebbe ricevere il forzista:

Parnasi: Tu che fai?
Palozzi: Io mi ricandido… io vado a fare l'assessore in Regione! Già abbiamo chiuso tutto… ti dico che senza falsa modestia…
Parnasi: Ma tu che cosa vuoi fare?
Palozzi: Quello che ci è utile. Lù… parliamone!
Parnasi: Urbanistica!
Palozzi: Urbanistica?
Parnasi: E certo!
Palozzi: Ah! Io volevo parlare con te pure di questo… io resto sempre uno… un amico tuo eeee voglio dì!
Parnasi: Sanità anche!
Palozzi: Sanità! Tutto quello che c'è utile
Parnasi: A me urbanistica o sanità.

A fine dicembre i due si risentono. La conversazione intercettata, si legge nell'ordinanza, «è estremamente eloquente»:

Parnasi: Come ti posso dare una mano? Dimmi tu
Palozzi: Ehhhh dobbiamo cominciare a organizzà
Parnasi: E allora dimmi tu
Palozzi: Ehhh eravamo rimasti che mi facevi contattà da..
Parnasi: Da quella parte della comunicazione?
Palozzi: Eh! Mi inizi a dare una mano perché veramente sto disperato! Mi serve una mano
Parnasi: Di quanto hai bisogno?
Palozzi: Lasciamo perdere […]
Parnasi: Quanto ti costa la campagna?
Palozzi: Ma mi costerà 4/500mila euro… non è che mi costa mille lire.

Dopo altri scambi di battute, i due si accordano:

Parnasi: Bisogna fare in modo di fare un contratto sulla comunicazione sito web, cazzi e contro cazzi…
Palozzi: […] Il mondo, la gestione dei social network del web, tutta la parte di comunicazione c'ha tutto… e noi possiamo scrivere quello che cazzo ce pare per farlo…
Parnasi: E io ti faccio avere il massimo che possiamo fare in questo momento… va bene?
Palozzi: Assolutamente sì

Palozzi più tardi dirà: «Se io vinco vado a fare l'assessore in Regione e sono utile».

Non sfugge al Gip la circostanza che «la presente ricostruzione troverebbe conferma nella dazione di parte da parte di Parnasi di 25mila euro quale compenso per l'attività di consulenza e promozione svolta dalla società Pixie Social Media», sempre riconducibile a Palozzi, «attività in realtà mai svolta».

Cinque Stelle da ungere

L'obiettivo di Luca Parnasi è quello di ottenere i favori dei Cinque Stelle. Non a caso, l'imprenditore avvia anche «un'attività di promozione in favore del candidato 5 Stelle alla Regione Roberta Lombardi. In tal modo Parnasi infatti rafforza i suoi legami con Ferrara e con Marcello De Vito, che gli hanno avanzato tale richiesta e che, in quanto ricoprono rilevanti incarichi nell'ambito dell'amministrazione capitolina, svolgono un ben preciso ruolo nell'approvazione del progetto dello stadio». Nelle carte si fa riferimento anche alla erogazione di somme «a sostegno della campagna elettorale» di due candidati M5S alle scorse politiche, Mauro Vaglio e Daniele Piva, entrambi indagati.

Il figlio di Civita

La trasversalità del modus operandi del gruppo è totale, come dimostrano le intercettazioni telefoniche che vedono protagonisti lo stesso Parnasi e Michele Civita, assessore regionale e, come dice il costruttore, «uomo di Zingaretti».

Civita: Io ti voglio chiedere una cortesia per mio figlio… tu me l'avevi detto, no?
Parnasi: Sì, sì
Civita: Tu mi avevi detto… con qualcuno… lui è laureato in economia! Se ti mando il curriculum…
Parnasi: No, non mandarmi il curriculum… mandami la mail e…
Civita: Il…?
Parnasi: Il numero e la mail! […]
Civita: Ma… anche la cosa più umile... all'inizio… più è umile all'inizio, e meglio è!
Parnasi: Scusa, tu non ti preoccupare! Io adesso ci parlo e gli voglio far fare al ragazzo […] io faccio un lavoro come se stessi parlando… come se tra… io ho un nipote che ha… io forse ce l'ho pure, però ridammelo, ridammelo che ci penso io! Lui si chiama?
Civita: Daniele! Siccome tu mi avevi detto… "Ah, Daniele" allora… ho detto… in questa fase in cui…
Parnasi: Basta, fine, fine! Ci penso io! [….] Io ho già un'idea, te la dico subito! Io ho un'idea, di una società… molto seria. Lui sta all'Eur no? Io avevo in testa una società che si chiama Be Consulting.

Nel marzo del 2018, Daniele Civita viene assunto. Il papà si preoccupa che la società non fosse direttamente riferibile a Parnasi «per ragioni di opportunità».

Il tutto, ovviamente, finalizzato «alla buona riuscita del progetto dello stadio».

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