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Dzeko: "Trigoria per noi è più sicura di un parco. Vogliamo tornare ad allenarci"

Il centravanti giallorosso: "Indossare la fascia di capitano è un orgoglio, spero che siano orgogliosi anche i nostri tifosi che ci seguono sempre"

La Redazione
01 Maggio 2020 - 13:36

Edin Dzeko si racconta dalla quarantena. Il centravanti giallorosso ha rilasciato un'intervista sul canale Instagram ufficiale della Roma. Ecco le parole del giallorosso che ha ricordato le sue esperienze più belle

Come stai?
"Mi alleno tutti i giorni, a casa però mi alleno".

Sono già partiti i cori...
"Speriamo di risentirli presto allo stadio".

Pensi si debba riprendere con gli allenamenti?
"Io qualche settimana fa ho detto che vogliamo giocare. Con la giusta sicurezza. La salute viene prima di tutto. In questo momento è più sicuro allenarsi a Trigoria che nei parchi. La Roma ha fatto molte cose importanti in questi mesi, per la gente e per i tifosi. Trigoria è assicurata per noi calciatori. Lì saremmo più sicuri che da tutte le altre parti. Spero di poter tornare all'allenamento a Trigoria. Ultimamente ci sono state dette molte cose: quando si parla di noi si dice sempre che guadagnamo tanto. Il calcio non significa solo soldi e calciatori: c'è tanta gente intorno al calcio. Io ho girato l'Europa e ho visto molta gente che in questo momento non può lavorare. Dobbiamo pensare anche a loro. Ci sono tante aziende che lavorano poi con la Roma, all'Olimpico. Non voglio che si parli solo di soldi, ieri ho visto qualche intervista di alcuni giocatori: hanno detto lo stesso anche Acerbi e Immobile, sono d'accordo con loro".

 Com'è indossare la fascia
"Sicuramente per me è un orgoglio. Dopo tanti capitani importanti, romani, dopo Totti, De Rossi e Florenzi, essere capitano non romano della Roma è ancora più un orgoglio perché significa che ho fatto bene in questi anni. E da capitano spero di poter continuare così e fare felici i nostri tifosi. Spero che i tifosi della Roma siano orgogliosi di avere un capitano dalla Bosnia".

Difensore più difficile?
"Ci sono tanti difensori forti nel calcio italiano. Chiellini, Koulibaly, Skriniar, anche Acerbi che secondo me la Lazio ha pagato molto poco per quanto conta per loro. Uno pesante che rompe sempre è Chiellini".

Ricordi il primo gol?
"Lì forse Chiellini non mi conosceva ancora. Lì ho protetto bene la palla e poi ho fatto gol e non mi aspettavo di farlo perché la palla di Iago era bruttina (ride ndr.) però è andata bene. L'esultanza è venuta da sola, anche perché primo gol con la Roma contro la Juve non si scorda mai. Il primo anno invece si dimentica più facilmente".

Ti manca il clima di Manchester?
"Non mi manca. Sicuramente ci sono pochi giorni di sole rispetto a Roma, ma sicuro altre c

Sei mancino o destro?
"Sono destro, però tanti me lo chiedono, anche in squadra. Mi vedono tutti i giorni tirare e mi dicono: "Ma sicuro che sei destro?". Rispondo si ma ne faccio più belli col sinistro. Quello contro il Chelsea più difficile e più bello. Me lo so no rivisto tante volte. Un gol così lo devi vedere spesso".

Sotto il settore dei tifosi poi...
"Come sempre vengono da tutte le parti, sono sempre con noi. Questo gol con loro là dietro ha un altro peso, molto forte. È ancora più bello averlo segnato davanti a loro. Siamo impazziti tutti".

Hai mai pensato a cosa avresti fatto se non fossi stato un calciatore?
"Non ho mai pensato a questo. Mi piacciono tanti sport ma il calcio è il numero uno. Giocavo a basket a scuola ed ero già molto alto. Mi dicevano che era più facile giocare a basket, ma ci vuole anche la tecnica".

Consigli per diventare un calciatore?
"Non è facile diventare calciatore professionista. Ci sono tante cose a cui devi pensare, prima di tutto viene il talento. Ma non è una cosa che devi avere per forza, ho visto tanti giocatori che lavorano tanto anche se non erano talentuosi. Nelle giovanili in Bosnia c'erano tanti giocatori più talentuosi e forti di me che alla fine non sono riusciti ad arrivare ad alti livelli. Serve anche un po' di fortuna, te la devi guadagnare e lavorare tanto, essere sempre positivo. Io tiro bene col mancino anche perché quando ero giovane rimanevo a tirare sempre di sinistro. Dovevo imparare, poi piano piano arrivi".

Perché tiri sempre a giro e mai di collo? (Domanda di Nainggolan)
"Perché non tiro abbastanza bene di collo. Per me è più facile e tiro meglio, lui lo sa e mi ha visto allenarmi (ride, ndr). Lui ne capisce di calcio, lo sappiamo".

La storia della sciarpa della Roma quando eri piccolo?
"Eravamo da un torneo a Ferrara, circa 18 anni fa, ero piccolo. Siamo venuti in Italia per giocare un torneo e mi ricordo che uscivamo fuori, siamo andati a comprare le maglie, sciarpe. Ho comprato una sciarpa della Roma che mi ero dimenticato e dopo tanti anni vedi la foto, sicuramente sono ancora più orgoglioso di essere qui alla Roma".

Il miglior ricordo insieme a Kolarov?
"Ce ne sono tanti. Dico il secondo gol che ho fatto contro il Chelsea che lui ha tirato la punizione da sinistra. Io lo guardavo negli occhi e mi diceva: "Dove la metto?". Nella nostra lingua gli ho detto di metterla sul primo palo e io ho fatto gol. Poi c'è stato un abbraccio che è uno dei più importanti".

Come ti senti ad essere considerato un simbolo per i tuoi connazionali?
"Ho fatto una strada difficile come tutti quelli che vengono dalla Bosnia, dalla guerra. Non era facile uscirne e siamo usciti tutti forti. Sono contentissimo che la gente in Bosnia mi vede come un simbolo, come qualcuno che ha dato qualcosa per la Bosnia. Sono orgoglioso di tutto questo, vuol dire che la sto rappresentando in maniera giusta e importante".

Come vi sentivate dopo Barcellona-Roma?
"Dopo malissimo. Durante la partita bene, secondo me abbiamo giocato bene, contro una delle migliori squadre al mondo. Siamo stati sfortunati, con l'autogol di Daniele, poi c'era almeno un rigore per me. Dopo il 3-0 pensavo fosse difficile, poi il mio gol ci ha dato speranza, ma il quarto gol mi ha devastato. 3-1 lascia tutto aperto, ma 4-1 era difficile, poi col Barcellona. Non avevo tante speranze per il ritorno, invece poi è andata benissimo. Quando vedo questa partita ancora mi stupisco per come abbiamo giocato, grande merito va al mister Di Francesco per come ha preparato quella partita. Poi tutti abbiamo giocato benissimo".

Mi piace ricordare anche i nomi che si ricordano meno…
"Ma tutti. Da Alisson, Jesus, Schick, Radja, tutti. Anche chi è entrato dopo, abbiamo fatto tutti bene. Battere il Barcellona 3-0 non si può in pochi, l'abbiamo fatto tutti insieme".

Le tre partite più belle da quando sei alla Roma?
"Barcellona in casa, poi dobbiamo vedere la competizione, la squadra, dico Chelsea fuori casa 3-3. Ovviamente la devi vincere per essere bella. Se la devo dire io dovevo far bene, fare gol. Se la squadra ha vinto una partita importante non devo aver per forza segnato. C'è anche il Villarreal dove ho fatto tripletta, ma ce ne sono di più belle".

Su Mkhitaryan
"Mi è piaciuto sempre. Ho giocato in Germani e in Inghilterra e mi piaceva sempre come giocatore. Ora l'ho conosciuto anche come uomo. E' un bravissimo ragazzo ed è un calciatore fantastico. La Roma lo vuole avere. Il mister ha chiesto di farlo rimanere anche nei prossimi anni. Giocatori come lui servono per andare a fare risultati importanti".

Saluti finali
"Grazie a tutti di aver partecipato a questo live. Speriamo di vederci presto sul campo per fare qualche nuovo gol e qualche altra vittoria".

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