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Tra basket, cinema e Roma: chi è Ryan Friedkin, il figlio di Dan

Trentenne, vive a Los Angeles e collabora con il padre nella "Imperative Entertainment". Il suo motto: "Sii umile. Impara tutto quello che puoi. Credi nel tuo istinto"

Leonardo Frenquelli e Emanuele Ciccarese
31 Dicembre 2019 - 12:29

Tale padre tale figlio. Ryan Friedkin è uno dei quattro figli di Dan. E probabilmente quello che ha più punti di somiglianza col futuro azionista di maggioranza della Roma. Il trentenne condivide col padre la passione per il cinema, facilmente trasformata in business vista le disponibilità e le propensioni di famiglia. Lavora fianco a fianco con il padre nella Imperative Entertainment, casa di produzione cinematografica e multimediale fondata nel 2014.

Ha collaborato, per esempio a "Lyrebird" con Guy Pearce, il film sulla vita del falsario Han van Meegeren, che guadagnò milioni di dollari vendendo quadri contraffatti ai nazisti. In quel caso, il padre Dan faceva persino il regista. La sua prima produzione è però "Hot Summer Nights", film scritto e diretto da Elijah Bynum e presentato al SXSW Film Festival nel 2017. La storia tratta la vicenda di Dan che, orfano di padre, viene mandato in vacanza per un'estate dalla zia. Lì si ritrova immischiato in un pericoloso giro di droga, con un sottofondo di storia d'amore impossibile con la sorella del suo amico Hunter, con un finale piuttosto brutale che rende la pellicola molto diversa da una comune commedia da teenager. I temi trattati e i diversi no incassati dalle case di produzione avevano dato al regista e sceneggiatore Bynum qualche difficoltà per trovare chi potesse produrlo. «Nessuno voleva farlo, credo spaventasse da un punto di vista di appetibilità commerciale. Poi è arrivata la Imperative Entertainment».

Il figlio di Dan ha raccontato come si approccia a lavori del genere e quella che probabilmente è la filosofia lavorativa insegnatagli dal padre. Dopo aver ammesso di aver apprezzato da subito la sceneggiatura, «non ho esitato un attimo e poi con Elijah ci siamo trovati subito perché entrambi giovani», quando gli è stato chiesto quale fosse un consiglio per i registi e produttori agli inizi ha risposto: «Sii umile. Impara tutto quello che puoi. Credi nel tuo istinto». «La gente ha paura delle cose che non conosce e non ha ancora visto, preferisce potersi riferire a degli esempi», ha continuato facendo capire come insieme all'umiltà debba esserci anche quel quid di follia imprenditoriale. Un quid che, in senso lato, si potrebbe avvicinare alla volontà del padre di rendere la Roma il club italiano più pagato di sempre.

D'altronde era presente anche lui a fine novembre quando l'entourage dei Friedkin era venuto nella Capitale per dare la prima accelerata alla trattativa e per molti è il maggiore indiziato per rivestire il ruolo di presidente della Roma.
Quel che è certo è che dal padre ha ereditato anche la passione per il basket: non è raro vederlo al Toyota Center di Houston per tifare i Rockets con il collega e amico Gino Falsetto, quei Rockets che Dan aveva anche provato ad acquistare senza riuscirci.

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