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Roma-Brescia, una carezza per Ale: così l'Olimpico ha abbracciato il suo Capitano

Florenzi titolare in casa sessanta giorni dopo l’ultima volta. L’inizio lento condiziona anche il tifo, nella ripresa Curva e squadra viaggiano insieme

L'abbraccio tra Florenzi e Dzeko dopo il gol del 3-0, di LaPresse

L'abbraccio tra Florenzi e Dzeko dopo il gol del 3-0, di LaPresse

25 Novembre 2019 - 13:13

Sessanta giorni. Tanti ne erano passati dall'ultima volta che Alessandro Florenzi era partito titolare all'Olimpico. In mezzo solo i 6 minuti in Europa League contro il Borussia Moenchengladbach con quel gol fallito proprio sotto la Curva Sud e accompagnato anche da qualche fischio. Poi due presenze in trasferta, a Genova con la Samp e a Udine, e soprattutto tanta panchina. Per il suo ritorno tra i titolari nello stadio che è casa sua non sono arrivati striscioni o cori personalizzati, ma dai suoi tifosi è partita un lunga carezza iniziata già alla lettura delle formazioni, quando l'applauso convinto dello stadio ha accompagnato l'annuncio dello speaker che invocava il suo nome.

Ed è continuata anche durante la partita, quando il pubblico ha sottolineato le sue chiusure difensive e le sue, rare, discese in avanti con un trasporto diverso rispetto a quello riservato agli altri giocatori in campo. La carezza è diventata abbraccio quando al 77' Fonseca ha deciso di sostituirlo con Santon: l'Olimpico ha risposto con un lungo applauso che ha scortato la sua uscita dal campo. Il cinque con Fonseca, l'applauso ricambiato verso la Curva e un epilogo che chiude un caso che, probabilmente, non è mai stato un caso.

Andamento lento

La prestazione un po' imballata del primo tempo condiziona anche il tifo dello stadio che non decolla. Si accende solo verso la metà della frazione quando dalla Sud parte il coro-hit di impostazione sudamericana mutuato dalla curva del Boca Juniors. Il secondo tempo è un'altra storia, in campo come sugli spalti. La squadra trascina il tifo con il suo gioco fino all'urlo liberatorio per il gol di Smalling che indirizza la partita.

I decibel dello stadio si alzano, anche per rispondere ai circa 700 tifosi bresciani che con bandiere e tamburi hanno colorato rumorosamente il settore ospiti dell'Olimpico. La Curva e la squadra si sono dati forza a vicenda e con questa sinergia si è arrivati fino alla gioia del raddoppio firmato da Mancini. Passa qualche minuto e il Var strozza a tutti l'esultanza sul tap-in vincente di Zaniolo, per questo quando Dzeko segna il 3-0 c'è un attimo di esitazione per poi esplodere quando i giocatori si riuniscono a capannello davanti alla porta bresciana. L'occhio elettronico ci toglie ancora una gioia quando Dzeko segna quello che sarebbe stato il quarto gol, ma ci fa esultare quando dall'altro lato annulla la rete del Brescia.

E prima dell'abbraccio a Florenzi, c'è un altro applauso scrosciante per l'uscita dal campo di Pellegrini. Anche lui mancava da quasi due mesi. Ma alla fine gli applausi sono per tutta la squadra che si vede riconosciuta il giusto tributo per una partita ben giocata. L'arbitro Di Bello fischia tre volte e manda tutti a casa. Piove, ma chi se ne frega: la Roma ha vinto.

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